Tre anni dopo, le indagini sulla morte di Giulio Regeni sono ad un punto morto. L’Egitto ha provato a sviare le indagini e insabbiare la verità, ma tutte le piste svelano un coinvolgimento dei servizi di sicurezza del Cairo.
Regeni, l’Italia nega all’Egitto i ricambi per gli aerei militari
L’Italia interromperà la fornitura a titolo gratuito di pezzi di ricambio all’aviazione militare egiziana: una sorta di sanzione, o meno ufficialmente un segno di protesta per le lungaggini e i depistaggi negli accertamenti della vicenda di Giulio Regeni, il ricercatore italiano misteriosamente ucciso al Cairo all’inizio di febbraio. La decisione è stata presa dal Senato,
L’Italia interromperà la fornitura a titolo gratuito di pezzi di ricambio all’aviazione militare egiziana: una sorta di sanzione, o meno ufficialmente un segno di protesta per le lungaggini e i depistaggi negli accertamenti della vicenda di Giulio Regeni, il ricercatore italiano misteriosamente ucciso al Cairo all’inizio di febbraio. La decisione è stata presa dal Senato, che ha votato favorevolmente su un emendamento al decreto che disciplina le missioni internazionali cui partecipa’Italia, ed è stata anticipata da una discussione molto accesa.
Un segno di protesta del Parlamento
L’Egitto dunque non potrà più contare sui pezzi di ricambio di fabbricazione italiana per i propri F-16: la decisione arriva però solo indirettamente dal governo italiano, perché si tratta di una proposta della maggioranza e di Sinistra Italiana, sulla quale l’esecutivo non aveva espresso un proprio parere favorevole, lasciando il Senato libero di decidere Ad ogni modo, di fatto questa è la prima vera iniziativa (oltre al richiamo dell’ambasciatore) presa dall’Italia contro l’Egitto: il paese nordafricano è accusato dagli investigatori italiani di non aver fatto ancora la necessaria chiarezza sulle dinamiche che hanno portato, tra gennaio e febbraio scorso, alla sparizione di Regeni e poi al ritrovamento del suo cadavere in una fossa alle porte del Cairo.
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Gli F-16 del Cairo contro lo Stato islamico
Nicola Latorre, presidente della Commissione Difesa del Senato, ha detto in assemblea che “la misura è volta ad accelerare l’accertamento della verità sulla morte dello studente italiano” e che “è la prima volta che il Parlamento ha la possibilità di manifestare il bisogno di accelerare i tempi della verità, questo è un atto che vuole sollecitare questo obiettivo senza compromettere alcun tipo di relazione”. Ma l’emendamento è stato contestato da alcuni gruppi dell’opposizione, dalla Lega Nord a Forza Italia, che hanno fatto notare come l’Egitto sia comunque un alleato nella lotta al terrorismo, e evidenziando che le responsabilità del caso Regeni non sono state ancora accertate: “E’ assurdo negare i pezzi di ricambio per aerei che l’Egitto usa per combattere l’Isis” ha obiettato Maurizio Gasparri. I materiali che erano destinati all’Egitto sono stato bloccati appena in tempo, perché erano stoccati e imballati al porto di Trapani, in Sicilia, e pronti per essere spediti.
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“La morte di Giulio non è un caso isolato. Non è morbillo, non è varicella. La parte amica dell’Egitto ci ha detto che l’hanno torturato e ucciso come un egiziano. Forse non saranno piaciute le sue idee. E forse era dai tempi del nazifascismo che un Italiano non moriva dopo esser stato sottoposto alle torture.