Domenica e lunedì si è votato anche in 7 regioni: riconfermati Zaia in Veneto, De Luca in Campania e Toti in Liguria. Al centrosinistra Puglia e Toscana.
Tre regioni al centrosinistra, tre al centrodestra (che conquista la maggioranza dei seggi anche in Valle d’Aosta dove però il presidente non si elegge direttamente): è questo l’esito dell’election day del 20-21 settembre, che accorpava elezioni regionali e comunali al referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari.
Vincenzo De Luca si conferma nettamente in Campania, Luca Zaia fa lo stesso in Veneto, mentre in Toscana il candidato del centrosinistra, Eugenio Giani, si impone su Susanna Ceccardi del centrodestra, in quella che era considerata la sfida più significativa di questa tornata elettorale che vedeva i cittadini di sette regioni andare al voto.
Tante riconferme alle elezioni regionali
Sin dalle prime proiezioni di ieri era apparso chiaro che in Campania Vincenzo De Luca, presidente uscente appartenente al centrosinistra, fosse nettamente avanti su Stefano Caldoro del centrodestra e Valeria Ciarambino del Movimento 5 Stelle: alla fine i dati hanno indicato una vittoria con il 69,61 per cento, contro il 17,87 del secondo concorrente. “Ci aspettano mesi difficili e incombe il problema di decine di migliaia di lavoratori che perderanno la cassa integrazione: dobbiamo essere pronti con un programma di sostegno socio-economico per loro e per il sistema delle imprese. Non abbiamo un minuto da perdere” ha commentato il presidente della Campania dopo la vittoria, senza lasciare troppo spazio ai festeggiamenti.
🗳 ALLE 11 VI ASPETTO IN DIRETTA PER COMMENTARE L’ESITO DELLE ELEZIONI REGIONALI.
Addirittura meglio, in Veneto, ha fatto il leghista Luca Zaia, riconfermato con il 78,6 per cento. Mentre lo sfidante del Partito democratico è rimasto al 16,7. Per Zaia si è trattato di un premio soprattutto relativo alla gestione dei focolai di coronavirus, che ha visto il Veneto tra le prime regioni colpite ma in grado di arginare l’epidemia. Riconferme anche per Michele Emiliano, del centrosinistra, in Puglia (46,86 per cento contro il 38,86 di Raffaele Fitto del centrodestra, e per Giovanni Toti (centrodestra) in Liguria, avanti con il 56,13 per cento contro il 38,90 di Ferruccio Sansa (centrosinistra).
Secondo Toti, alla vittoria del quale ha contribuito probabilmente la recente inaugurazione del nuovo ponte sul Polcevera, ricostruito daccapo a due anni dal tragico crollo del vecchio viadotto “è stato premiato il buon lavoro fatto è questo mi rende orgoglioso. Adesso maniche rimboccate e continuiamo a lavorare per il futuro della Liguria”.
Per Emiliano “in Puglia oggi non è il primo giorno di autunno. È ancora primavera! Sento tutta la gioia e la responsabilità di questo voto, della fiducia che mi avete rinnovato”: a lui toccherà guidare per altri cinque anni una delle regioni nelle quali le tematiche ambientali sono tra le più importanti, tra riconversione dell’Ilva, il virus della xylella e il gasdotto Tap.
Grazie al grande lavoro di chi ha governato prima di me. Grazie al popolo toscano per questa straordinaria prova di democrazia. Grazie alle mie avversarie e avversari per i contributi che hanno dato in questa sfida elettorale. E adesso insieme, per una #Toscana più forte e unita! pic.twitter.com/FRFLkotNUq
In Toscana, Eugenio Giani del centrosinistra vince con il 48,6 dei voti, con Susanna Ceccardi del centrodestra ferma al 40,5. Nelle Marche vince il candidato di centrodestra Francesco Acquaroli, dato al 49,1%, mentre lo sfidante del centrosinistra Maurizio Mangialardi è fermo al 37,3 per cento. In Valle d’Aosta infine, dove ancora non si parla di dati ufficiali ma di exit poll, ovvero dichiarazioni di voto all’uscita del seggio, il primo partito è la Lega (forchetta tra il 20-24 per cento), seguito dal Progetto Civico Progressista con il 13-17.
Cosa cambia adesso a livello nazionale
Nel complesso, il 3-3 può essere considerato sostanzialmente un ottimo risultato per il centrosinistra, nonostante il risultato della Valle d’Aosta faccia pendere leggermente l’ago della bilancia a destra: le previsioni della vigilia davano infatti molto a rischio le riconferma di Emiliano in Puglia e la vittoria di Giani in Toscana, ma in entrambi i casi gli sfidanti non hanno sfondato. Il pareggio inoltre interrompe il trend che vedeva il centrodestra sempre vincente alle regionali negli ultimi due anni, con la prima eccezione dell’Emilia Romagna lo scorso gennaio.
Una bella giornata per l’Italia. Ha vinto una comunità, una squadra. Ora andiamo avanti per cambiare. Vicini alle persone!
Il Partito democratico di Nicola Zingaretti esce dunque rafforzato da questa tornata anche a livello del governo nazionale, incassando anche la netta vittoria del sì al referendum: con ogni probabilità ora il partito di Nicola Zingaretti chiederà di avere maggior voce in capitolo su alcuni temi fondamentali come la nuova legge elettorale o il Meccanismo europeo di stabilità, il fondo approntato dall’Unione Europea per le spese sanitarie, sul cui utilizzo la maggioranza si è mostrata finora divisa tra favorevoli (Partito democratico) e contrari (Movimento 5 Stelle).
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