Il Regno Unito vuole affrontare la misoginia come una forma di estremismo

La ministra degli Interni Yvette Cooper intende inserire i casi di “misoginia estrema” all’interno di un progetto di riforma per affrontare in maniera più efficace ogni forma di estremismo.

Il nuovo governo del Regno Unito ha intenzione di inserire la misoginia tra le forme di estremismo contro le quali predisporre nuove misure di contrasto e contenimento. Lo ha annunciato la ministra degli Interni Yvette Cooper, che ha ordinato una revisione della strategia anti-estremismo del Regno Unito per determinare il modo migliore per affrontare le minacce poste da ideologie dannose. In base a queste nuove linee guida – tuttavia ancora da concretizzare – le varie forme di violenza attribuibili all’odio per le donne verranno considerate al pari delle forme di quelle provenienti dalle ideologie di estrema destra o dall’islam radicale.

Riformare la sicurezza interna contro gli estremismi

Cooper ha motivato la necessità di simili interventi che l’aumento di episodi di estremismo “sia online che nelle nostre strade”. Una tendenza che “sfilaccia il tessuto stesso delle nostre comunità e della nostra democrazia” ha aggiunto l’incaricata agli affari interni del nuovo primo ministro laburista Keir Starmer. La revisione – il cui completamento è atteso entro ottobre – è solo una delle numerose riforme delle politiche annunciate dai Laburisti dopo le elezioni vinte con ampio margine lo scorso luglio. Secondo il progetto di riforma, si cercherà di arginare l’ascesa dell’estremismo islamista e di estrema destra nel Paese, oltre a tutte le altre forme ideologiche riconducibili all’aumento degli episodi di conflitto sociale e violenza come, appunto, la misoginia. Un capitolo corposo riguarderà  le cause e la condotta della radicalizzazione dei giovani.

Cooper ha continuato dicendo che il governo ha intenzione di “mappare e monitorare le tendenze estremiste” per capire come interrompere e distogliere le persone da esse. “Individuerà anche eventuali lacune nelle politiche esistenti che devono essere affrontate per reprimere coloro che promuovono convinzioni e violenza dannose e odiose”. Il tema aveva già giocato un ruolo importante nella campagna elettorale alla vigilia delle ultime elezioni. In quell’occasione i Laburisti avevano attaccato il governo di Rishi Sunak e il fronte conservatore, accusato di aver alleggerito gravemente l’azione del governo contro le manifestazioni di violenza.

La spirale di violenza di inizio agosto 

Ma nelle ultime settimane è stato proprio il governo di Starmer a dover fronteggiare una grossa crisi sul fronte della sicurezza interna. A inizio agosto gruppi di manifestanti ed esponenti di estrema destra hanno attaccato la comunità immigrata dopo un grave episodio di cronaca avvenuto la scorsa settimana che ha visto la morte di tre bambine per mano di un diciassettenne gallese di origini ruandesi. Immediatamente dopo l’accaduto è circolata la notizia falsa della matrice islamista dell’attacco, che ha spinto i manifestanti ad attaccare una moschea. Il susseguirsi degli eventi ha alimentato un clima di divisione e violenza che si è rapidamente diffuso in molte città britanniche. Rivolte urbane particolarmente violente per mano di gruppi anti-immigrazionisti si sono verificate a Hull, Liverpool, Bristol, Manchester, Stoke-on Trent, Blackpool e Belfast, con lanci di oggetti, saccheggi di negozi e attacchi alla polizia.

La “misoginia estrema” come estremismo da debellare

I Laburisti sostengono questo progetto di riforma sottolineando che una strategia contro le forme di estremismo nuove ed emergenti manca da anni. Tra queste saranno inseriti anche i casi di “misoginia estrema”, un fenomeno collegabile alla diffusione del pensiero “incel”, un fenomeno nato nei contesti online degli Stati Uniti negli anni Novanta. I cosiddetti incel sono uomini spesso solitari che nutrono rabbia e livore per le donne, accusate di preferire esclusivamente i cosiddetti “maschi alfa”.

A queste teorie è stato ricollegato il caso di una sparatoria di massa avvenuto a Plymouth nel 2021 per mano del 22enne Jake Davison, che ha ucciso cinque persone prima di spararsi a morte. All’epoca non sono state intraprese ulteriori azioni politiche, ma incidenti come quello e anche l’ascesa di influencer dei social media come Andrew Tate, un autoproclamato misogino, potrebbero aver spinto il nuovo governo a ripensarci.

 

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