Con una mossa diametralmente opposta rispetto a quanto chiesto dalla scienza, il governo conservatore del Regno Unito punta ancora sulle fossili.
La strategia climatica del Regno Unito è illegale, lo dice una sentenza dell’Alta corte di giustizia
L’Alta Corte del Regno Unito boccia il piano climatico del governo per la seconda volta in due anni, dando ragione agli attivisti climatici.
- L’Alta corte di giustizia ha stabilito, con una sentenza del 3 maggio 2024, che la strategia climatica presentata dal governo del Regno Unito è inadeguata a raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di CO2.
- Gli obiettivi prevedono una riduzione di due terzi delle emissioni entro il 2030.
- È la seconda sentenza di questo tipo in due anni.
Da terra dove è nata l’industrializzazione, oggi la Gran Bretagna ha necessità di trasformarsi in uno degli avamposti della lotta contro i cambiamenti climatici. Eppure, quanto fatto finora non è affatto sufficiente. A stabilirlo, per la seconda volta in due anni, è l’Alta Corte di giustizia britannica la cui sentenza del 3 maggio 2024 contro il governo è chiara: la strategia climatica del Regno Unito è inadeguata e viola la legge che lo stesso governo ha adottato sui cambiamenti climatici.
Il piano climatico del Regno Unito è “sconsiderato”
La causa contro il governo è stata presentata a febbraio da tre associazioni ambientaliste, Client Earth, Friends of the Earth e Good Law Project, dopo che nel luglio 2022 le stesse associazioni avevano già vinto una causa con lo stesso oggetto: in quel caso, l’Alta Corte si era pronunciata per la prima volta a favore dei ricorrenti contro l’inadeguata strategia dell’allora piano denominato “Net zero strategy”, ordinando al governo di presentare una strategia climatica rivista e rafforzata.
Quando, nel marzo 2023, è stato presentato il nuovo piano, per le associazioni ambientaliste non venivano ancora rispettati gli standard minimi. Il piano, infatti, si basava (e si basa ancora) su tecnologie ad alto rischio e non provate scientificamente (vedi la cattura e lo stoccaggio di CO2) per affrontare il cambiamento climatico, oltre che su proposte vaghe e incerte. Per questi motivi, nel giugno 2023 Client Earth e partner hanno avviato una revisione giudiziaria del piano, presentando un nuovo ricorso. Ottenendo, anche questa volta, il riconoscimento dell’Alta corte di giustizia.
Una nuova strategia entro 12 mesi
Come ha spiegato l’organo giudiziario, il piano presentato nel 2023, noto come Carbon budget delivery plan, ha violato la sezione 13 del Climate Change Act (Cca), che richiede al segretario di stato di adottare piani e proposte che, a suo avviso, consentiranno di raggiungere i prossimi bilanci di emissioni di CO2. L’obiettivo è quello di ridurre le emissioni di oltre due terzi entro il 2030.
Ma la Corte ha dato ragione agli ambientalisti sul fatto che il presupposto centrale del piano secondo cui tutte le sue politiche avrebbero raggiunto il 100 per cento dei tagli alle emissioni previsti era sbagliato. Il giudice ha affermato che “il segretario di stato ha agito in modo irrazionale e sulla base di un’errata comprensione dei fatti”. Dalle risposte date ai tre ricorsi legali presentati emerge chiaramente che il piano climatico del governo conservatore “è ad alto rischio e sconsiderato”. Insomma, l’obiettivo di riduzione non cambia, ma devono essere adottati strumenti concreti e le tecnologie ad alto rischio, come la cattura e lo stoccaggio della CO2, non rientrano tra queste.
“I tribunali hanno detto al governo britannico non una, ma due volte, che la sua strategia sul clima non è adatta allo scopo. Questa volta il tribunale ha detto chiaramente: il governo non può limitarsi a incrociare le dita e sperare che tecnologie ad alto rischio e politiche incerte colmino le enormi lacune dei suoi piani”, ha commentato Sam Hunter Jones, avvocato di ClientEarth.
Si prevede che il segretario di stato elabori ora una nuova strategia per il clima da presentare entro 12 mesi.
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