Negli Stati Uniti è stato proposto l’inserimento della farfalla monarca tra le specie a rischio dell’Endangered species act per aumentarne la protezione.
Dieci, cento, mille modi per salvare il numbat, una specie simbolo dell’Australia
Sul Pianeta restano soltanto mille numbat. Forse, però, siamo ancora in tempo per garantire la sopravvivenza di questi graziosi marsupiali.
Si sa, l’Australia è un luogo unico al mondo. Proprio come la fauna che ospita: dall’ornitorinco al koala, dal canguro al quokka, ribattezzato “l’animale più felice della Terra” per via del suo musino sorridente. Purtroppo gli incendi che sempre più spesso interessano il paese, anche per colpa della siccità e delle alte temperature che a loro volta dipendono dal riscaldamento globale, costituiscono una minaccia estremamente pericolosa per tutte queste specie assolutamente iconiche.
Fra di loro c’è il numbat (Myrmecobius fasciatus), anche noto come formichiere fasciato nonostante si cibi di termiti – un esemplare adulto ne può mangiare fino a 20mila in un giorno! –. È un marsupiale unico nel suo genere, originario dell’Australia occidentale. Purtroppo è in grave pericolo di estinzione anche a causa delle attività umane, della perdita di habitat e degli attacchi da parte di predatori come volpi e gatti selvatici. Ormai restano soltanto mille numbat, la maggior parte dei quali vive in cattività negli zoo. È da oltre un secolo che non se ne vedono nello stato del Nuovo Galles del Sud e si può dire che a livello globale siano più rari del rinoceronte nero, uno degli animali ritenuti maggiormente a rischio.
Bisogna proteggere i numbat dai predatori
“Il futuro del numbat è davvero appeso a un filo”, avverte Laurence Berry, ecologista presso l’ente australiano di conservazione della natura (Australia wildlife conservancy). Quest’ultimo ha stanziato – insieme all’organizzazione che gestisce i parchi nazionali del Nuovo Galles del Sud (Npws) – 41,3 milioni di dollari (circa 34 milioni di euro) per la realizzazione di tre siti predator-free, nei quali cioè sia impedito l’accesso ai predatori, dove reintrodurre i numbat e cercare così di assicurarne la sopravvivenza. I tre siti si troveranno all’interno di altrettanti parchi nazionali: lo Sturt, il Pilliga e il Mallee cliffs, che già ospitano specie minacciate come il mulgara dalla coda crestata, il bilby e il wallaby dalle briglie.
La reintroduzione della specie nel suo habitat naturale
Nell’ultimo parco sono già stati rilasciati cinque numbat, un maschio e quattro femmine. L’area che li ha accolti, vicino alla località di Gol Gol, sopra il fiume Murray, si estende per 9.500 ettari ed è circondata da una recinzione elettrificata alta 2 metri e lunga 42 chilometri. “Questa è una di quelle cose per cui valga la pena lottare”, ha detto con entusiasmo anche il ministro dell’Ambiente Matt Kean, che ha rilasciato personalmente due dei cinque numbat. Ci si aspetta che la loro famiglia possa crescere fino a contare un numero di esemplari compreso fra 300 e 700. Un altro santuario è quello del Mount Gibson, a circa 350 chilometri da Perth, in cui sono stati reintrodotti 64 marsupiali all’interno di un’area protetta di oltre 7.800 ettari.
Insomma, l’Australia sembra un posto magico, l’ambientazione ideale di racconti fantastici. “Se davvero volete sognare, svegliatevi”, diceva però lo scrittore Daniel Pennac. Infatti, l’Australia esiste davvero. Dobbiamo fare in modo che la sua storia e quella dei suoi abitanti possano avere il lieto fine che meritano.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
La raccolta delle migliori fotografie naturalistiche del National Geographic scattate nel 2024, il mondo animale attraverso l’obiettivo della fotocamera
Siamo stati tre giorni tra borghi, vallate e foreste dell’Appennino centrale, per vedere le misure adottate per favorire la coesistenza tra uomini e orsi marsicani.
Per la prima volta le giraffe stanno per essere inserite nella lista delle specie protette dall’Endangered species act, una mossa per la loro salvaguardia.
La Cop16 di Cali, in Colombia, è stata sospesa per il mancato raggiungimento del quorum necessario per lo svolgimento della plenaria finale. Tempi supplementari a Roma, nel 2025, sperando che le parti trovino le risorse per tutelare la biodiversità.
Si tratta di un’area di 202 chilometri quadrati nata grazie agli sforzi durati 16 anni delle comunità locali e nazionali a Porto Rico.
Ha 300 anni e può essere visto persino dallo spazio. È stato scoperto nel Triangolo dei Coralli grazie a una spedizione della National Geographic society.
La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
Si è conclusa il 2 novembre la Cop16 sulla biodiversità, in Colombia. Nonostante le speranze, non arrivano grandi risultati. Ancora una volta.
Tre puntate speciali di News dal Pianeta Terra per parlare del legame tra biodiversità e transizione energetica, con il supporto di A2A.