Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Renata Flores, l’indigena che canta in quechua contro le discriminazioni
Come capita a molte sue coetanee statunitensi, a soli 14 anni Renata Flores è diventata una celebrità su YouTube cantando le canzoni di Michael Jackson. Ma, a differenza di tutte le altre, la studentessa peruviana non si è accontentata di esibire ottime qualità canore coverizzando una popstar internazionale: ha interpretato i testi nella sua lingua
Come capita a molte sue coetanee statunitensi, a soli 14 anni Renata Flores è diventata una celebrità su YouTube cantando le canzoni di Michael Jackson. Ma, a differenza di tutte le altre, la studentessa peruviana non si è accontentata di esibire ottime qualità canore coverizzando una popstar internazionale: ha interpretato i testi nella sua lingua madre, il quechua, per mantenere vive le proprie origini.
Il dialetto secolare, disceso dagli Inca più di 800 anni fa, è diventato uno stigma sociale in Perù. Pur essendo la seconda lingua più diffusa nel Paese dopo lo spagnolo, chi parla quechua è considerato uncool, sfigato. Non viene insegnato nelle scuole e, ormai, si riesce ad ascoltarlo soltanto tra gli anziani delle Ande rurali i cui figli e nipoti sono cresciuti prendendone le distanze. “La gente pensa che sia sinonimo di povertà e non gli dà valore, ingiustamente”, ha dichiarato la Flores, che da poco ha cominciato a imparare il quechua.
A luglio del 2015 la promettente cantante ha pubblicato una versione personalizzata di “The Way You Make Me Feel” di Michael Jackson; il video, visualizzato oltre un milione di volte su internet, la ritrae davanti ad antiche rovine Inca. Il mese successivo, grazie all’aiuto di amici e familiari, è riuscita a tenere il suo primo concerto nella città natale di Ayacucho. A spiccare sul palco, oltre all’inedito miscuglio anglo-quechua delle canzoni, l’immancabile chullo di Renata, indossato con tutto l’orgoglio della cultura andina e ora, insieme a lei, divenuto simbolo della lotta contro le discriminazioni etniche in Perù.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
I Massive Attack hanno chiuso l’edizione 2024 del Todays festival con uno show unico, dove la musica si è mescolata alla mobilitazione politico-sociale.
Dopo quasi quindici anni, il sogno dei fan si realizza: i fratelli Gallagher hanno fatto pace, gli Oasis tornano a suonare insieme.
Long Story Short è il nuovo Ep dell’artista italopalestinese Laila Al Habash. L’abbiamo incontrata per parlare di musica, attivismo e del genocidio nella Striscia di Gaza.
Hard art è il collettivo interdisciplinare fondato da Brian Eno per combattere i cambiamenti climatici e le crisi globali del nostro tempo.
Il progetto Sounds right consente agli artisti di accreditare la natura come co-autrice quando utilizzano i suoi suoni nelle loro composizioni.
La techno diventa voce di protesta contro i cambiamenti climatici nelle strade di Parigi grazie al collettivo Alternatiba Paris.
“Sulle ali del cavallo bianco” è il nuovo album di Cosmo, a tre anni dall’ultimo. Un periodo in cui il musicista di Ivrea è cambiato molto, tranne su un punto. La voglia di lottare per i diritti civili.
La commissione nazionale tedesca per l’Unesco ha dichiarato la scena techno di Berlino patrimonio culturale della Germania, riconoscendo il ruolo di musica, club e rave nei processi di trasformazione sociale.