Roberta Redaelli, nel suo saggio Italy & Moda, raccoglie le voci del tessile. E invita il consumatore a fare scelte che lo spingano alla sostenibilità.
Nasce RepAir, l’esclusiva maglietta che purifica l’aria dalle sostanze inquinanti
È cento per cento italiana la maglietta che ripulisce l’aria. In grado di assorbire lo smog di due automobili, RepAir è la risposta di un brand italiano di moda al problema dell’inquinamento in città.
Dopo la vernice che riqualifica l’aria e la sciarpa antismog che filtra e rileva l’inquinamento, arriva una nuova soluzione che può contribuire positivamente alla riduzione dello smog in città. Stiamo parlando di RepAir, la maglietta che purifica l’aria catturando sostanze inquinanti, batteri e cattivi odori grazie a un particolare tessuto chiamato The Breath.
Come funziona RepAir, la maglietta rivoluzionaria per l’ambiente
Creata in collaborazione con l’azienda italiana Anemotech, ideatrice della tecnologia The Breath, la maglietta rivoluzionaria RepAir è caratterizzata dalla presenza di una tasca contenente il tessuto speciale capace di assorbire le sostanze inquinanti che contribuiscono all’insorgere di problemi respiratori, irritazioni nasali e oculari, fino a malattie quali tumori e leucemia.
Leggi anche: The Breath. È italiano il primo tessuto che riduce l’inquinamento
Grazie alla sua particolare composizione, il tessuto The Breathe non necessita di essere attivato o alimentato da fonti energetiche esterne, ma lavora in totale autonomia. È composto da tre strati di cui lo strato intermedio viene attivato da nanomolecole e filtra le micro particelle inquinanti, mentre i due strati esterni sono idrorepellenti, antiodore, antibatterici e rendono Repair in grado di intrappolare e neutralizzare le molecole organiche responsabili dei cattivi odori.
Comoda, elegante e sostenibile
RepAir è frutto della creatività del brand italiano di moda maschile Kloters che opera nel bene dei propri clienti con proposte in grado di coniugare tre aspetti fondamentali: comodità, stile e sostenibilità. “La prova più complessa del progetto – ha dichiarato Silvio Perucca, mente creativa del brand, – è stata riuscire a realizzare un prodotto valido esteticamente, in grado di competere nel complesso mondo fashion, e che riuscisse a integrare una tecnologia innovativa in modo più che perfetto, senza incidere sull’eleganza, sulla vestibilità e sul comfort del capo”.
Leggi anche: Wair, la prima sciarpa antismog che filtra e rileva l’inquinamento
È da qui che nasce la maglietta RepAir, una soluzione studiata per essere sostenibile in ogni sua parte: partendo dallo stile senza tempo che la rende adattabile a ogni stagione, la t-shirt rappresenta un prodotto di qualità cento per cento made in Italy con un basso impatto sia sull’ambiente che sulla società, in quanto viene realizzata con l’ausilio di materie prime pregiate e di manodopera retribuita equamente. I suoi stessi ideatori hanno definito RepAir come un vero e proprio esempio di “sharing ecology”, perché ogni modello di questa t-shirt può assorbire l’equivalente di sostanze inquinanti (ossidi di azoto, NOx, e i composti organici volatili, Voc) prodotte da due automobili.
La nuova t-shirt è stata lanciata su Kickstarter attraverso una campagna di crowdfunding che ha riscosso un’enorme successo superando di gran lunga il target iniziale di lancio. “Siamo davvero molto orgogliosi del risultato dei nostri sforzi. RepAir è espressione della filosofia del nostro brand che si ritrova nel concetto di star bene”, ha raccontato Marco Lo Greco, responsabile marketing del brand Kloters. Il nostro obiettivo era creare un prodotto di moda non solo bello ma in grado di agire direttamente sull’ambiente in modo attivo. Abbiamo quindi iniziato a studiare il mercato e trovato The Breath che rispondeva in pieno alle nostre esigenze. L’azienda produttrice, Anemotech, si è mostrata da subito entusiasta del progetto e da lì abbiamo iniziato la collaborazione e il nostro sogno è diventato realtà”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Nel mezzo di una grave crisi, il distretto tessile e dell’abbigliamento lancia l’allarme sui diritti dei lavoratori nella filiera della moda italiana.
Le studentesse del college femminile di Melbourne, in Australia, dichiarano guerra ai rifiuti e decidono di rimuovere tutti i cestini dal campus.
La nostra selezione periodica di marchi responsabili nei confronti dell’ambiente e dei lavoratori.
Il magazine Öko-test ha condotto ricerche su capi di abbigliamento e accessori Shein trovando residui di sostanze pericolose. La nostra intervista ai ricercatori.
L’industria tessile si sta attrezzando per innovare se stessa e trovare soluzioni meno impattanti: la fermentazione rappresenta l’ultima frontiera moda.
Casi di appropriazione creativa e di rapporti sbilanciati nella fornitura di materie prime rendono sempre più urgente parlare di “sostenibilità culturale”.
Il Parlamento europeo ha aggiornato il report sull’impatto della produzione tessile mentre cresce l’attesa nei confronti delle prossime scelte politiche.
Sono tante e afferenti a diversi aspetti della produzione tessile: perché conoscere le certificazioni è il primo passo per fare una scelta responsabile