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Report, batteri sempre più resistenti a causa degli allevamenti intensivi minacciano la nostra salute
Il massiccio e ingiustificato ricorso agli antibiotici negli allevamenti sta generando batteri sempre più forti contro i quali i farmaci sono inefficaci.
Gli allevamenti intensivi non si limitano a torturare creature senzienti e ad esercitare un enorme impatto ambientale in termini di emissioni e di consumo di risorse, sono anche una minaccia per la salute dell’umanità. È quanto affermato dalla puntata di Report andata in onda lo scorso 29 maggio. La trasmissione condotta da Milena Gabanelli era incentrata sul collegamento tra la crescente resistenza agli antibiotici e gli allevamenti intensivi.
Cos’è l’antibiotico-resistenza
Come suggerisce la parola stessa questo termine indica la resistenza agli antibiotici, sempre più inefficaci contro i batteri. L’eccessivo ricorso a questi farmaci ha prodotto batteri estremamente resistenti su cui nessun antibiotico ha effetto. Sarebbero addirittura cinquemila in Italia le morti causate ogni anno da questo fenomeno.
Allevamenti e antibiotici
Gli antibiotici, si potrebbe pensare, sono utilizzati in prevalenza dagli umani per curarsi, sbagliato, il 70 per cento degli antibiotici prodotti nel mondo viene infatti utilizzato negli allevamenti intensivi. Di conseguenza gli umani che consumano poi la carne degli animali cresciuti in questi allevamenti assumono a loro volta gli antibiotici. Gli animali vengono imbottiti di farmaci affinché sopravvivano alle raccapriccianti condizioni di vita degli allevamenti e possano arrivare in vita al macello (talvolta invece semplicemente per ingrassare gli animali e avere più carne da vendere).
I rischi per la salute
All’interno degli animali di cui siamo soliti cibarci si stanno sviluppando batteri resistenti che rimangono spesso nei tessuti degli animali e arrivano poi nel nostro piatto. Il consumo di questa carne può provocare disturbi cronici e rendere inefficaci i medicinali quando se ne abbia effettiva necessità, rendendoci vulnerabili anche alle patologie più comuni. Report ha mostrato l’inchiesta di una giornalista britannica che ha acquistato numerosi prodotti di origine animale in diversi supermercati, i test hanno rivelato che nel 10 per cento delle confezioni di carne acquistate erano presenti batteri estremamente pericolosi.
Pericolo pandemia
Secondo uno studio inglese questi batteri, resistenti anche ai medicinali di ultima generazione, potrebbero causare una pandemia su scala globale e provocare nel 2050 dieci milioni di vittime all’anno, più del cancro. “I batteri colonizzano l’uomo e l’uomo si sposta trasportandoli ovunque, non c’è alcuna barriera”, ha dichiarato a Report Stefania Stefani, ordinario di microbiologia all’Università di Catania.
Il nord Europa ha imparato a difendersi, l’Italia no
I batteri resistenti rappresentano una minaccia per l’intero pianeta, secondo la trasmissione andata in onda su Rai3, in Europa l’Italia sarebbe uno dei paesi più a rischio. In seguito ad un’analisi commissionata dall’Unione europea in tutti i paesi membri è emerso che batteri resistenti agli antibiotici sono la maggioranza negli allevamenti italiani. I paesi del nord Europa, come Danimarca e Paesi Bassi, hanno invece compiuto grandi passi avanti, soprattutto grazie al minore ricorso agli antibiotici (maggiormente regolamentati) e alla scarsa influenza degli informatori farmaceutici.
Una minaccia invisibile
Così come invisibili sono le sofferenze degli animali, la cui vita è così distante da quella che ci viene mostrata dalle pubblicità (Report trasmette le immagini girate dall’associazione Essere Animali all’interno di uno stabilimento Amadori, mostrando polli presi a calci e un dipendente che urina nell’allevamento), invisibile sembra essere questa minaccia batterica, fatta passare sotto silenzio dalla Commissione Europea e dai singoli stati.
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