Per la presidente di Federbio Mammuccini, alcuni disagi degli agricoltori sono oggettivi e comprensibili, ma le proteste contro il Green deal sono inammissibili.
In Italia i vigneti bio sono cresciuti del 109% nell’ultimo decennio
Un report ha fotografato i numeri del vino biologico nel nostro Paese che è il primo per incidenza della superficie vitata biologica sul totale coltivato.
Nel 2020, in Italia, 4 bottiglie di vino su 100 sono state prodotte con metodo biologico. E il fenomeno è in crescita sia in termini di estensioni delle superfici vitate che di interesse del consumatore, sempre più attento alla sostenibilità. Lo racconta il report La filiera vitivinicola biologica, parte di un progetto divulgativo sul biologico promosso dal ministero delle Politiche agricole e realizzato dall’Ismea.
Vino: i numeri del biologico
A livello mondiale, dei 7 milioni di ettari di superficie viticola censita, il 6,7 per cento è coltivato secondo i metodi di produzione dell’agricoltura biologica, per un’estensione complessiva vicina ai 500 mila ettari (+600 per cento negli ultimi 20 anni e +114 per cento negli ultimi dieci).
In Italia, nel 2019 si sono registrati 107.143 ettari di vigneto biologico (+109 per cento nel decennio): il nostro Paese è il terzo per superficie vitata biologica, dopo Spagna e Francia, ma risulta al primo posto considerando l’incidenza complessiva delle viti bio (quasi il 19 per cento) sulla superficie totale. E i vigneti biologici sono così distribuiti sulla Penisola: a nord il 22,8 per cento del totale, al centro il 22,5 per per cento, al sud il 25,5 per cento e nelle isole il 29,2 per cento. La Sicilia da sola, con poco meno di 30mila ettari rappresenta circa il 28 per cento del totale della superficie viticola biologica, seguita dalla Puglia (14 per cento) e dalla Toscana (14 per cento).
Nel nostro Paese sono oltre 18mila i viticoltori bio, mentre sono 25mila gli operatori dell’intero settore. I maggiori consumatori di vino bio sono Germania, Francia, Regno Unito e Usa. In termini di quantità, di tutto il vino consumato a livello mondiale, è biologico il 3,5 per cento, (2 per cento in Italia), un dato destinato a crescere.
Una buona annata (nonostante i cambiamenti climatici)
Intanto è di nuovo tempo di vendemmia: come fa sapere Coldiretti, quest’anno la raccolta nel sud Italia è iniziata con una settimana di anticipo rispetto al 2020 a causa delle alte temperature che hanno accelerato la maturazione dell’uva, mentre al nord si stima un ritardo medio di dieci giorni. La produzione italiana quest’anno – riferisce ancora Coldiretti – si stima in calo del 5-10 per cento a livello nazionale per un quantitativo compreso tra i 44 ed i 47 milioni di ettolitri, ma molto dipenderà, nelle prossime settimane, dal livello delle temperature e dalla frequenza dei fenomeni meteorologici estremi come nubifragi e grandinate che hanno un impatto devastante sui vigneti e sulle quantità prodotte. “In Italia si attende comunque una annata di buona/ottima qualità anche se l’andamento della raccolta sarà influenzato molto dal resto del mese di agosto e da quello di settembre per confermare le previsioni anche sul piano quantitativo”, spiega Coldiretti. Nonostante il calo produttivo, l’Italia risulta il primo produttore mondiale di vino, seguita da Francia e Spagna.
Vino più sostenibile e smart
Secondo l’analisi di Coldiretti, infine, l’elemento che caratterizza maggiormente la nuova stagione del vino italiano è l’attenzione verso la sostenibilità ambientale, le politiche di marketing e il rapporto con i consumatori (anche attraverso i social), con i giovani vignaioli che stanno imprimendo una svolta nel settore con aziende sempre più multifunzionali, più grandi, più remunerative e che creano più occupazione.
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