L’Italia produce metà del riso europeo, soprattutto in pianura Padana. La salinizzazione dovuta alla siccità sta facendo danni, ma oggi c’è una soluzione.
Il Colosseo torna a brillare: completato il restauro firmato dalla Tod’s
Ha qualcosa meno di duemila anni, ma da oggi brilla come fosse nuovo: dopo tre anni e mezzo di lavori, interamente finanziati dalla Tod’s di Diego Della Valle, gestiti di concerto con il ministero dei Beni culturali e conclusi in anticipo di qualche mese sui tempi previsti, il Colosseo è tornato pulito, in sicurezza e
Ha qualcosa meno di duemila anni, ma da oggi brilla come fosse nuovo: dopo tre anni e mezzo di lavori, interamente finanziati dalla Tod’s di Diego Della Valle, gestiti di concerto con il ministero dei Beni culturali e conclusi in anticipo di qualche mese sui tempi previsti, il Colosseo è tornato pulito, in sicurezza e completamente liberto da ponteggi e impalcature: giusto in tempo per la stagione estiva, in cui Roma si riempirà come al solito di turisti da ogni parte del mondo.
L’intervento voluto da Della Valle
E’ costato 25 milioni di euro, il restauro dell’Anfiteatro Flavio (è questo il suo nome originale, perché costruito nell’epoca imperiale della dinastia Flavia, da Vespasiano a Domiziano passando per Tito, nel I secolo dopo Cristo): si è provveduto alla pulitura e stuccatura delle pareti esterne, alla costruzione di un centro servizi, al restauro degli ambienti interni, degli ambulacri (i corridoi intorno all’arena), di buona parte dei sotterranei e alla messa a norma degli impianti tecnologici. Tutto con fondi privati immessi dall’azienda di calzature marchigiana (in cambio i Della Valle potranno sfruttare i diritti di immagine del Colosseo per 15 anni), una soluzione che guarda al futuro e che potrebbe essere utilizzata sempre di più, se lo stesso Diego Della Valle, da imprenditore, auspica che “che il mio mondo si metta a disposizione del paese” proprio in termini di valorizzazione del territorio: “Le grandi aziende possono permettersi lavori di questo tipo: finiamo di restaurare Pompei, mettiamo a posto i templi siciliani, la Reggia di Caserta e le tante altre piccole cose che ci permettano di creare una rete per il turismo, che sostiene un mondo che da noi è fatto di tante piccole e medie e imprese”. Il restauro, ha aggiunto il presidente di Tod’s, “è stato un esempio importante di come privato e pubblico possano fare delle cose insieme; abbiamo lavorato in maniera eccellente con il ministero”.
Pubblico-privato per la cultura, un modello da seguire
Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini ha confermato che il restauro del Colosseo “è di una grandissima qualità scientifica e proseguirà con altre risorse private e pubbliche (è in programma lo stanziamento di 18 milioni per la ricostruzione dell’arena, per permettere poi lo svolgimento di eventi culturali all’interno dell’Anfiteatro, sull’idea di quanto già succede all’Arena di Verona, ndr). All’inaugurazione del Colosseo era presente anche il premier Matteo Renzi, secondo cui “è finito il tempo in cui sulla cultura ci si lamentava solo per i tagli i soldi li ha messi il pubblico, 1 miliardo di euro già stanziati, e li mette il privato con gli incentivi fiscali, o come ha fatto Della Valle anche senza sfruttare gli incentivi”. Per il presidente del Consiglio, il restauro del Colosseo “è anche un regalo all’Europa”: dopo la Brexit, dice Renzi, “l’Europa deve ripartire dall’identità e il Colosseo è un segno dell’identità, che deve essere l’elemento che l’Italia porta nella discussione europea. Da oggi in poi le parole d’ordine devono essere orgoglio e cura”.
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