Idrogeno verde, elettrificazione. Ma anche carburanti alternativi e l’annosa questione del diesel e delle emissioni. Il punto sulla mobilità nell’intervista con Fabio Giuliani, General manager di Bosch Italia.
Ri-generation, a Torino il primo negozio di elettrodomestici ricondizionati in Italia
È a Torino il primo negozio in Italia che dà nuova vita agli elettrodomestici destinati alla rottamazione, nato dalla collaborazione tra Astelav, azienda con esperienza pluriennale nei ricambi per elettrodomestici, e il Sermig, il Servizio missionario giovani fondato da Ernesto Olivero nel 1964. Il processo di rigenerazione, ampiamente diffuso in altri paesi europei, soprattutto quelli nordici, rientra nel modello di
È a Torino il primo negozio in Italia che dà nuova vita agli elettrodomestici destinati alla rottamazione, nato dalla collaborazione tra Astelav, azienda con esperienza pluriennale nei ricambi per elettrodomestici, e il Sermig, il Servizio missionario giovani fondato da Ernesto Olivero nel 1964. Il processo di rigenerazione, ampiamente diffuso in altri paesi europei, soprattutto quelli nordici, rientra nel modello di economia circolare che il progetto Ri-generation vuole promuovere a partire dal capoluogo piemontese.
Ri-generation, un progetto sostenibile
Tutti gli apparecchi definiti comunemente elettrodomestici diventano Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) una volta che cessano di funzionare e secondo precise normative devono essere smaltiti in modo da limitare il loro impatto ambientale, permettendo inoltre di recuperare alcune materie prime.
Il progetto Ri-generation di Astelav ha come obiettivo quello di ricondizionare lavatrici, frigoriferi, forni e lavastoviglie dismessi dai proprietari e quindi diventati Raee. Questi apparecchi, definiti elettrodomestici bianchi, vengono selezionati e comprati direttamente dai conferitori, le aziende che si occupano di logistica consegnando prodotti nuovi e ritirando quelli usati prima che essi siano portati nelle discariche o nel laboratorio, aperto nel gennaio 2017, dove operano gli addetti Ri-generation. Qui vengono testati e i pezzi non funzionanti vengono sostituiti con dei ricambi. Così gli elettrodomestici possono rientrare sul mercato a metà prezzo e a volte anche con uno sconto maggiore, acquistabili in uno dei due punti vendita aperti a Torino.
Il lato sociale di Ri-generation
Ri-generation è anche progetto di responsabilità sociale grazie alla collaborazione col Sermig che fornisce la rete per impiegare persone con esperienza nel settore degli elettrodomestici ma che si trovano in difficoltà lavorative. Dei cinque nuovi assunti, tre si sono ritrovati disoccupati in età matura dopo che le aziende presso cui lavoravano sono fallite e gli altri due sono giovani ragazzi che sono stati inseriti in uno processo di formazione. Il problema della mancanza di lavoro è particolarmente sentito a Torino, così come in altre grandi città italiane, ed è proprio per questo che il Sermig è intervenuto nel progetto.
Obiettivi e risultati
Ri-generation è nato ispirandosi ad altre realtà già presenti all’estero che si occupano di rigenerare elettrodomestici bianchi e quelli bruni come televisori e videoregistratori. Ernesto Bertolino, amministratore delegato di Astelav, ha preso contatti col punto vendita di Lione di Envie, attiva sin dagli anni Ottanta nel settore della rigenerazione, per dar vita al progetto torinese – che sta già dando i suoi frutti. “Il pubblico sta reagendo bene e la risonanza è stata superiore alle nostre aspettative. C’è chi sposa l’idea in quanto parte di un progetto sostenibile ed etico e c’è chi, sia tra le fasce meno abbienti sia tra i residenti temporanei per motivi di lavoro o di studio, presta maggiore attenzione al prezzo”, racconta Bertolino.
La posizione di uno dei punto vendita in via Mameli 14 nei pressi del mercato di Porta Palazzo, il mercato più popolare della città, permette di attrarre una vasta fetta di pubblico interessata a prodotti del genere. La speranza è che il progetto Ri-generation si espanda non solo in altri quartieri ma anche in altre città italiane in modo da dar vita a una coscienza ambientale già sviluppata in altre parti d’Europa.
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