Ricariche elettriche nei distributori, il piano di riconversione del governo

In arrivo un disegno di legge per la riconversione green dei trasporti: ricariche elettriche da 90kW accanto o al posto dei distributori tradizionali.

  • Ricariche elettriche nei distributori di benzina e diesel, o al posto dei vecchi impianti.
  • Ecco la proposta dei ministri Pichetto Fratin e Urso.
  • Le colonnine dovranno avere una potenza di almeno 90 kW.

Creare una vera e propria rete infrastrutturale di ricariche elettriche veloci, al posto o accanto ai distributori tradizionali, così da favorire la transizione elettrica del settore dei trasporti stradali su tutto il territorio italiano. Nel pieno della polemica per il nuovo aumento record dei carburanti, che hanno coinciso con l’introduzione dell’obbligo di esporre il cartello con il prezzo medio di benzina e diesel in tutti i distributori, il governo italiano prova ad accelerare la riconversione green nel settore, attraverso un decreto pensato congiuntamente dal ministero dell’Ambiente e sicurezza energetica e da quello delle Imprese e del made in Italy per aumentare la disponibilità di ricariche elettriche sulle strade italiane.

Mettere in rete le ricariche elettriche 

Nella bozza circolata nelle ultime ore, i due ministri Gilberto Pichetto Fratin e Adolfo Urso provano per la prima volta a mettere a terra un piano volto a ridurre l’impatto ambientale del trasporto su gomma, e promuovere l’efficienza energetica nel Paese, attraverso l’adozione di fonti energetiche rinnovabili e sostenibili, in grado non solo ridurre le emissioni dannose per l’ambiente, ma anche creare nuove opportunità lavorative e promuovere l’innovazione tecnologica.

Il  decreto introduce misure specifiche volte a incentivare la transizione verso carburanti più puliti. Nello specifico, per favorire la transizione elettrica del settore dei trasporti stradali, viene promossa la diffusione di infrastrutture di ricariche elettriche con potenza di almeno 90 kW per singola infrastruttura negli spazi degli impianti di distribuzione di carburanti a benzina e gasolio. Si tratterebbe di impianti di potenza notevole, che garantirebbe ricariche fast, come poche ce ne sono al momento in Italia: secondo Motus-E, infatti, a giugno 2023 solamente il 6,7 per cento dei circa 45mila punti di ricarica presenti in Italia superano i 99 kW.

Al posto dei distributori, o accanto

L’intervento governativo passa per la concessione di un contributo dello Stato per le spese necessarie per implementare le infrastrutture di ricarica elettrica, il potenziamento del collegamento alla rete di distribuzione elettrica, l’acquisto delle attrezzature per la ricarica elettrica. Di fatto, per installare nuove colonnine di ricarica elettriche dove ora sorgono i tradizionali distributori di benzina non saranno più necessari particolari iter autorizzativi, ma basterà una semplice comunicazione al comune competente. Lo Stato contribuirà anche alla costruzione di pensiline fotovoltaiche per la produzione di energia elettrica, nel caso di impianti ubicati al di fuori dei centri urbani.

Auto Elettrica
In Italia, la situazione delle colonnine di ricarica è migliore di quanto si possa pensare © IngImage

Ma è previsto anche un intervento di risanamento ambientale negli spazi da adibire all’installazione delle infrastrutture di ricarica elettrica, nei casi di quelle stazioni di servizio di diesel e benzina che verranno completamente riconvertite all’elettrico: le bonifiche, che interesseranno anche le aree vicine ai distributori fino a 50 metri, dovranno essere effettuate entro il 2026.

Obiettivi europei troppo ambiziosi? Per il governo sì

La proposta sarebbe un primo importante passo verso la progressiva decarbonizzazione del settore trasporti, e consentirebbe all’Italia anche di ridurre la dipendenza dall’importazione di petrolio, aumentare l’indipendenza energetica e ridurre le conseguenti emissioni di CO2.

Il ministro Pichetto, però, nelle stesse ore in cui lavorava a queste proposte, spiegava in Parlamento che la proposta orientativa di regolamento sulle emissioni di CO2 dei veicoli pesanti formulata dall’Unione Europea, e discussa preliminarmente un mese fa al Consiglio europeo dei ministeri dell’Ambiente, e che prevede un incremento dal 30 al 45 per cento dell’obiettivo di riduzione di emissioni al 2030, è considerata dall’Italia troppo ambiziosa.

“Per assicurare una decarbonizzazione efficace, occorre che sia anche attuata in modo economicamente sostenibile e socialmente equo, tenendo conto delle ricadute occupazionali e produttive e delle circostanze nazionali, nonché secondo tempistiche compatibili con la sviluppo del settore – ha detto Pichetto – Abbiamo inoltre rilevato che il regolamento dovrebbe prevedere un ruolo dei carburanti a basse emissioni di carbonio, quale tecnologia complementare a quella dell’elettrificazione e a celle a combustibile”. In effetti, la bozza di disegno di legge al momento non sembra contenere tempistiche precise sulla realizzazione dei nuovi impianti di ricarica, se non quella di fine 2026 per le bonifiche.

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