Quattro i pilastri del piano industriale europeo per la neutralità climatica, presentato dalla Commissione europea, che punta a stimolare uno sviluppo sostenibile. Scopriamoli insieme.
Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato. Il superbonus contro la crisi economica e climatica
È tra i promotori del superbonus al 110%, abbiamo intervistato Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, per capire meglio come funziona.
È stato il principale promotore del superbonus al 110%, la misura del governo che punta, attraverso l’edilizia, a rilanciare l’economia italiana in chiave sostenibile. Riccardo Fraccaro, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, spiega a LifeGate quanto sia importante la riqualificazione delle nostre abitazioni per la transizione energetica del Paese; a patto, però, che avvenga senza ulteriore consumo di suolo e generando ricadute positive sull’economia nazionale, gravemente colpita dall’emergenza coronavirus. Descrive, poi, i principali contenuti del provvedimento, nonché le novità recentemente introdotte dal parlamento italiano.
Fronteggiare la crisi climatica, tamponare quella economica e mettere in sicurezza le abitazioni riqualificandole, senza ulteriore consumo di suolo. Sono questi i tre principali obiettivi del superbonus al 110 per cento?
Con il superbonus consentiamo ai cittadini di rendere le proprie abitazioni più efficienti e sicure a costo zero riconoscendo una detrazione fiscale pari al 110 per cento della somma spesa o in alternativa, cedendo il bonus alla ditta che effettua i lavori, lo sconto totale in fattura. È stato definito un vero e proprio bazooka, ma è indispensabile per affrontare le due emergenze che abbiamo di fronte: quella ambientale e quella economica. I cambiamenti climatici e il dissesto idrogeologico sono spie di una gravissima crisi che il nostro pianeta sta attraversando a causa di modelli produttivi insostenibili.
È evidente che dobbiamo cambiare la rotta adottando politiche innovative che siano compatibili con l’ambiente. Abbiamo anche la necessità di ridare slancio all’economia: il coronavirus ha innescato la crisi peggiore dal dopoguerra rendendo necessarie misure inedite e straordinarie per far ripartire il Paese. Il superbonus coniuga la tutela ambientale e la crescita favorendo il passaggio ad un’economia green. L’Italia in questo è all’avanguardia.
Le misure intervengono su un settore cruciale e dovrebbero avere un positivo effetto moltiplicatore. Che tipo di ricadute sull’economia avete stimato?
Storicamente l’edilizia è sempre stata trainante per l’economia, è uno dei settori più integrati e ad elevato effetto moltiplicatore. Naturalmente però vogliamo evitare nuovo consumo di suolo, per questo abbiamo incentivato in maniera così forte la riqualificazione degli immobili esistenti. Puntare sull’efficientamento energetico delle abitazioni e sulla loro messa in sicurezza, a fronte di un patrimonio edile che per il 75 per cento risale al 1970, significa rinnovare il Paese. Mi limito a sottolineare che l’Associazione nazionale costruttori edili ha stimato che il superbonus può generare 6 miliardi di euro di fatturato e 100mila nuovi posti di lavoro in più nel settore, con ricadute per l’economia nazionale pari a 21 miliardi di euro. Cioè un aumento del prodotto interno lordo dell’1,3 per cento. Ottenere anche solo una parte di queste stime sarebbe un risultato eccezionale.
Con gli ecobonus precedenti, molte imprese edili avevano difficoltà a restare competitive sul mercato, perché costrette ad accumulare credito di imposta a fronte di spese ingenti da sostenere nell’immediato. Come avete pensato di ovviare a questo problema?
Oltre all’innalzamento della detrazione al 110 per cento, con il superbonus abbiamo introdotto un’altra importante novità: i crediti d’imposta possono essere acquistati anche dagli istituti bancari o da qualsiasi altro soggetto anche al di fuori della filiera. Questo non era possibile con la vecchia normativa ecobonus. Oggi invece l’impresa che ha applicato lo sconto in fattura può subito cedere il credito ad una banca ottenendo così liquidità immediata. Molte banche hanno già offerto sul mercato prodotti e proposte per acquistare il credito d’imposta, ad un prezzo superiore o pari al 100 per cento. Anche le piccole imprese potranno quindi cedere il credito d’imposta alle banche a un prezzo per loro sostenibile, recuperando tutto l’ammontare dello sconto in fattura praticato.
La realizzazione del cappotto termico o la sostituzione delle caldaie sono le condizioni essenziali per accedere alle agevolazioni. In queste prime settimane alcune imprese hanno lamentato un eccesso di burocrazia. Qual è la sua impressione?
Vorrei partire da un punto: la maggior parte degli adempimenti già esistevano nella normativa sull’ecobonus e sul sismabonus precedente. Penso alle conformità urbanistiche, alle asseverazioni o all’attestazione di prestazione energetica. Gli adempimenti ulteriori che abbiamo introdotto si limitano alla necessità di avere il visto di conformità in caso di cessione del credito e a verificare la congruità delle spese.
Posso però assicurare che continueremo a lavorare per rendere ancora più efficace questa normativa. Ad esempio il Parlamento ha introdotto di recente importanti modifiche per semplificare alcuni aspetti fondamentali del superbonus, ampliando la definizione di accesso autonomo, diminuendo i quorum assembleari necessari per esercitare l’opzione dello sconto in fattura, e limitando la verifica dello stato di legittimità dell’immobile per i lavori condominiali sulle sole parti comuni dell’edificio.
La misura interviene sulla principale fonte di inquinamento delle nostre città: il riscaldamento domestico. Quali sono gli obiettivi da perseguire sul fronte del trasporto, anche alla luce degli sconvolgimenti causati dal coronavirus?
Oggi il 70 per cento dell’inquinamento viene prodotto dagli edifici ed è per questo che abbiamo voluto favorire la transizione energetica con il superbonus. Ma occorre ripensare il modello stesso di città. Come governo abbiamo dato un forte impulso alla mobilità sostenibile con un piano nazionale da 3,7 miliardi di euro per rinnovare il parco dei mezzi di trasporto pubblici.
Abbiamo inoltre previsto l’ecobonus per incentivare la transizione verso l’elettrico e i veicoli a ridotte emissioni e il bonus mobilità per l’acquisto di bici, monopattini e altri mezzi elettrici. Il trasporto pubblico e privato dev’essere riprogettato in chiave sostenibile e come governo stiamo lavorando per questo.
Fra le priorità del governo rispetto all’utilizzo delle prime risorse del recovery fund c’è proprio la proroga al 2024 del superbonus. Conferma?
Il nostro obiettivo è sicuramente quello di prorogare il superbonus al 110 per cento, anche grazie ai fondi europei e in sede di approvazione del recovery plan decideremo fino a quale anno. Ma dirò di più: personalmente ritengo che sarebbe opportuno rendere strutturale un forte incentivo alla riqualificazione degli edifici, magari con una percentuale inferiore ma con un orizzonte temporale più ampio e stabile.
A proposito di transizione energetica, recentemente il governo ha dato il via libera al decreto che incentiva la promozione dell’autoconsumo collettivo e delle comunità energetiche da fonti rinnovabili. Quanto e come si lega questa potenziale rivoluzione al superbonus?
Le comunità energetiche sono il futuro dello sviluppo sostenibile e in particolare delle energie rinnovabili. Il recente decreto del ministero dello Sviluppo economico rende operativa una norma che decidemmo di introdurre nel dicembre del 2019. Finalmente incentiviamo la costituzione di un sistema di autoconsumo collettivo, che può includere anche imprese ed enti locali in un perimetro più ampio dei condomini.
Anche grazie al lavoro del Parlamento, abbiamo reso compatibile l’incentivo al 110 per cento con la costituzione delle comunità energetiche. In questo modo, incentiviamo l’autoconsumo e allo stesso promuoviamo un efficientamento energetico degli edifici. Il nostro obiettivo è di promuovere un sistema energetico decentralizzato, efficiente e sempre più alimentato da energie pulite e rinnovabili.
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