Al mare ne trovava talmente tanta da decidere di farne un museo, degli orrori. L’idea di una guida naturalistica. Lo scopo? Riflettere sulle nostre colpe.
Riciclo, in Italia ritorna il vuoto a rendere sulle bottiglie di vetro
Quando finiamo la bottiglia di vetro, di acqua o di birra, comprata in un bar o in un negozio di alimentari, possiamo restituirla e avere indietro “la cauzione”. Il decreto del ministero dell’Ambiente entrato in vigore il 10 ottobre rappresenta allo stesso tempo un passo avanti verso l’economia del riciclo e del riuso, e un passo indietro nel
Quando finiamo la bottiglia di vetro, di acqua o di birra, comprata in un bar o in un negozio di alimentari, possiamo restituirla e avere indietro “la cauzione”. Il decreto del ministero dell’Ambiente entrato in vigore il 10 ottobre rappresenta allo stesso tempo un passo avanti verso l’economia del riciclo e del riuso, e un passo indietro nel tempo, a quegli anni Ottanta in cui in Italia ancora si usava la pratica del vuoto a rendere.
A distinguere un bar, un ristorante, un albergo o altri punti di consumo che hanno scelto di aderire alla fase sperimentale del sistema è un logo visibile all’ingresso. La misura è quella del “collegato ambientale” rivolta alla prevenzione dei rifiuti di imballaggio monouso attraverso l’introduzione, su base volontaria per un anno, di un sistema di restituzione di bottiglie riutilizzabili.
Bottiglie riciclabili almeno 10 volte
L’obiettivo del vuoto a rendere è sensibilizzare i consumatori sull’importanza del riutilizzo riciclo e diminuire la produzione dei rifiuti: infatti, gli stessi contenitori – bottiglie più resistenti in vetro, plastica o altri materiali – potranno essere riutilizzati oltre dieci volte prima di divenire scarto. Le norme sono previste per contenitori di volume compreso tra gli 0,20 e gli 1,5 litri. Le cauzioni andranno dai 5 ai 30 centesimi di euro. Altro scopo del decreto, attraverso il sistema di monitoraggio previsto, è quello di valutare la fattibilità tecnico-economica e ambientale del sistema del vuoto a rendere, al fine di stabilire se la pratica sia da confermare, ed eventualmente, estendere ad altri tipi di prodotto e ad altre tipologie di consumo al termine del periodo di sperimentazione.
Secondo il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti “un Paese proiettato nell’economia circolare come l’Italia non può che guardare con interesse a una pratica come il vuoto a rendere, già diffusa con successo in altri Paesi. Questo decreto – aggiunge Galletti – dà una possibilità a consumatori e imprese di scoprire una buona pratica che aiuta l’ambiente, produce meno rifiuti e fa risparmiare soldi”. Soddisfatto anche Stefano Vignaroli, esponente del Movimento 5 Stelle, che era stato promotore dell’iniziativa, e che ha sottolineato che “gli utenti non dovranno fare nulla, se non assicurarsi che il negozio che scelgono aderisca all’iniziativa”. Tra un anno vedremo quali effetti avrà dato la sperimentazione.
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