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A Roma Ridaje combatte l’emarginazione formando i senzatetto come giardinieri e reinserendoli nel mondo del lavoro. Intanto abbellisce la città.
Trasformare le persone senza fissa dimora in giardinieri che si prendano cura delle aree verdi pubbliche abbandonate: questo è l’approccio win win di Ridaje, startup di innovazione sociale orgogliosamente romana. L’approccio porta vantaggi a entrambe le parti in causa, perché i senzatetto hanno un’opportunità concreta per reinserirsi nella società e, al tempo stesso, offrono un servizio ai residenti: il verde urbano è infatti fondamentale per una città vivibile, sia in termini di decoro sia perché regola la temperatura ed è presidio di biodiversità.
La startup è nata nel 2019 da un’idea di Lorenzo Di Ciaccio e Luca Mongelli, insieme a Eugenio La Mesa e Sara Del Vecchio, con un gruppo fondatore di 19 soci coordinati da un team di professionisti con una forte esperienza dell’imprenditorialità sociale. Ora Ridaje è entrata a far parte dell’ecosistema di LifeGate Way, la partecipata del gruppo che si occupa di startup naturalmente sostenibili.
Ridaje è la parola, tipicamente romana, che indica il riprovarci. Le persone che vivono un disagio socio-abitativo infatti si rimettono in gioco, costruendosi una nuova professionalità. Per loro la cura del verde è un’opportunità di riabilitazione sociale perché le fa diventare parti attive della riqualificazione della città in cui vivono. Risollevandosi, così, da uno stato di emarginazione.
Il modello prevede in primis il trasferimento ai soggetti coinvolti di competenze lavorative essenziali di tipo organizzativo, esecutivo e creativo, quindi la formazione nelle attività di giardinaggio. Il lavoro svolto per la pulizia, la progettazione e la manutenzione del verde urbano viene ovviamente remunerato, con la possibilità di assunzione presso la startup stessa o collocamento in aziende esterne. Ridaje offre anche supporto psicologico e motivazionale e momenti di riflessione sull’etica lavorativa e personale.
Tenendosi ben lontana dall’assistenzialismo, la startup è incentrata sulla visione di un mercato equo che porti all’empowerment delle persone. L’intenzione è quella di creare una società per azioni sociali, in cui ogni cittadino potrà investire e misurare l’impatto del suo contributo.
I cittadini, oltre a godere di aree verdi più curate, sono coinvolti nel business model. Attraverso una piattaforma di crowdfunding, chiunque può proporre un’area da recuperare e fare una donazione al progetto che preferisce, permettendo a Ridaje di organizzare e finanziare i lavori. Il format si presta bene anche alle iniziative dei comitati di quartiere, delle istituzioni o delle aziende che possono adottare uno spazio verde, sapendo che il denaro investito servirà anche per aiutare persone in difficoltà.
Per offrire ai senzatetto anche un sostegno abitativo, nel febbraio 2020 è nata Casa Ridaje. Grazie a questo alloggio messo a loro disposizione, i partecipanti possono riappropriarsi della propria identità, avere un cognome e un nome affissi a un citofono, dire “io abito lì”. In questo modo hanno un domicilio stabile per le questioni burocratiche e non devono più indicare l’indirizzo fittizio “via Modesta Valenti” che li identifica come senza fissa dimora e li discrimina nel momento in cui cercano un lavoro o presentano i propri documenti.
A gennaio 2021 Ridaje è diventata partner per la città di Roma del progetto Custodi del Bello, una realtà che si occupa non solo di giardinaggio ma anche di micro-pulizia, tinteggiatura, raccolta di rifiuti, restauro e messa in sicurezza di piazze, monumenti, parchi e strade. Nel suo complesso la rete sta portando avanti un modello di reinserimento sociale e riqualificazione urbana non solo su Roma ma in altre città tra cui Milano, Firenze, Brescia, Savona e presto anche Torino.
In quattro anni di attività Ridaje ha formato 30 giardinieri, riqualificato 40mila metri quadri di verde, raccolto 25mila euro, erogato 100 ore di formazione e collocato tre persone in aziende esterne. L’obiettivo è quello di formare ogni anno dai 20 ai 30 giardinieri assumendone almeno il 10 per cento nei primi 3 mesi.
Un po’ di numeri possono tornare utili per mettere in prospettiva questi risultati. Secondo le stime della Caritas, in Italia ci sono 70mila persone senza fissa dimora, di cui 14mila solo a Roma. In aggiunta alla loro situazione di sofferenza e disagio, il fenomeno è un costo per l’amministrazione pubblica in termini di spese sanitarie e socio-assistenziali. Al tempo stesso, la capitale ha un’estensione di verde pubblico enorme, pari a più di 6mila campi di calcio; un patrimonio che in parte è lasciato all’incuria anche a causa della limitata disponibilità di giardinieri.
Ridaje porta avanti svariati progetti, dalla cura dei giardinetti alla realizzazione di orti urbani che accrescono la sensibilità ambientale dei cittadini, oltre a essere un luogo di aggregazione. Insieme a Wwf Roma ha intrapreso anche un progetto di bonifica dell’oasi urbana del Tevere, preservando la biodiversità.
I ragazzi di Ridaje ci hanno raccontato la storia di G., un uomo di 51 anni arrivato in Italia nel 2005 dalla Romania. Per tre anni G. ha svolto diversi lavori irregolari per mantenere sua moglie e i figli rimasti in Romania, dormendo principalmente nei campi rom. Nel 2008 ha scoperto il tradimento di sua moglie e, dopo la dolorosa separazione, è entrato nel tunnel dell’alcool vivendo soltanto di elemosina. Nel 2015 gli è stata diagnosticata una cirrosi epatica, ma è stato capace di reagire e ha iniziato un lungo percorso di guarigione in ospedale.
Una volta ristabilitosi, G. ha iniziato un nuovo percorso. Grazie alla comunità di Sant’Egidio, ha ricevuto in donazione un camper dove vive da cinque anni con il suo cane ed è entrato nella squadra di Ridaje. Dopo aver superato brillantemente il corso di formazione e aver svolto il suo periodo di affiancamento, è stato assunto. Oggi è il punto di riferimento del team: puntuale, preciso, determinato e con tanta voglia di riscattarsi, è uno dei principali candidati per la posizione di capo squadra.
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