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Ridurre il consumo di carne è essenziale per fermare il cambiamento climatico
Un nuovo studio condotto dalla Chatham House conferma il grande impatto inquinante dell’industria del bestiame. Eppure i governi stanno a guardare.
Il grosso delle emissioni inquinanti deriva dai trasporti. Sbagliato, questo è ciò che pensa la maggior parte delle persone in tutto il mondo, secondo un sondaggio condotto a livello mondiale da Ipsos Mori. La principale fonte di inquinamento è invece rappresentata dall’industria del bestiame che produce più emissioni di gas serra di tutte le auto, gli aerei, i treni e le navi messi insieme.
Per ridurre gli effetti del riscaldamento globale è necessario ridurre il consumo di carne. Il monito – l’ennesimo – arriva da una ricerca della Chatham House, associazione indipendente che ha sede nel Regno Unito, secondo la quale gli allevamenti disseminati in tutto il mondo producono il 14,5 per cento delle emissioni climalteranti complessive. Proprio la scarsa consapevolezza dell’opinione pubblica costituisce il principale ostacolo per contrastare il fenomeno.
“I risultati hanno dimostrato una chiara mancanza di consapevolezza – ha dichiarato Rob Bailey, autore principale dello studio – il riconoscimento del ruolo del settore zootecnico nel contribuire al cambiamento climatico è stato nettamente inferiore a quello di tutti gli altri settori esaminati”. Per arginare la deforestazione e ridurre l’impatto dei trasporti i governi hanno preso importanti provvedimenti, mentre c’è un divario enorme per quanto riguarda il settore zootecnico.
Secondo l’ultimo rapporto stilato dall’Ipcc (il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico) un cambiamento della dieta può portare ad emissioni sostanzialmente inferiori. Nonostante non ci siano più dubbi sul catastrofico impatto che ha sul pianeta la produzione di carne e latticini né i governi né le Nazioni Unite si impegnano apertamente per ridurne il consumo. La causa, secondo Chatham House, è da ricercarsi nel timore di una reazione dei consumatori e nella convinzione che non sia giusto dire ai cittadini cosa mangiare.
Il rapporto della Chatham House sostiene inoltre che la domanda mondiale di carne aumenterà in maniera preoccupante, del 60-70 per cento, entro il 2050. “È possibile tagliare un quarto delle emissioni inquinanti causate dalla filiera alimentare mangiando più legumi, frutta e verdura e riducendo il consumo di carne – ha affermato Brigitte Alarcon, responsabile della campagna per l’alimentazione sostenibile del Wwf. – I governi nazionali dovrebbero migliorare l’educazione alimentare, incoraggiare sane abitudini a tavola e promuovere la sostenibilità ambientale”.
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