Il 28 agosto il ministero dell’Istruzione ha inviato alle scuole il vademecum sulle misure anti-covid per il rientro a scuola.
L’uso delle mascherine sarà molto limitato e non è prevista la didattica a distanza.
Studenti ed esperti esprimono un cauto entusiasmo: finalmente si torna alla normalità ma restano le preoccupazioni per il futuro.
Dal 12 settembre più di 8 milioni di studenti italiani torneranno a frequentare le scuole in condizioni molto simili a quelle che c’erano prima della pandemia. Senza mascherine né lezioni online, per esempio, salvo poche eccezioni.
Il rientro a scuola avrà nuove regole da seguire per limitare i contagi da coronavirus e si trovano nel documento che il ministero dell’Istruzione ha inviato nei giorni scorsi agli istituti scolastici primari e secondari. Nella nota, basata sulle linee guida dell’Istituto superiore di sanità (Iss), si tiene conto anche di ulteriori misure che potrebbero emergere di fronte a un eventuale aumento del rischio in autunno.
Dopo due anni di restrizioni e didattica a distanza, cosa si prova a tornare alla normalità? Lo abbiamo chiesto ai diretti interessati.
Sorridi responsabilmente, anche a scuola
C’è chi si sente sollevato, come Vera, 17 anni, iscritta alla quarta liceo nella città di Seriate: “Poter rientrare a scuola senza delle mascherine che ci coprono quasi tutto il viso per me significa molto. Ne sono davvero felice e mi sento confortata. Finalmente potremo tornare tutti a guardarci di nuovo in faccia e scambiarci i sorrisi che questa situazione pandemica ci ha spesso tolto”.
Anche Dario, 14 anni, di Milano, racconta di aver vissuto qualche momento di difficoltà indossando i dispositivi di protezione in classe e negli spazi previsti dai protocolli che si sono avvicendati fino al 31 agosto 2022: “Capisco l’utilità della mascherina, ma sono contento che non si debba più tenerla. È stato davvero faticoso. A volte a me e ai miei compagni sembrava di non riuscire a respirare, soprattutto con il caldo”.
Molti hanno trovato nella mascherina una barriera fisica, per altri, invece, è stata il simbolo di una barriera relazionale. “Ho iniziato la prima superiore con le mascherine e questo ha un po’ attutito gli aspetti negativi dell’esperienza”, spiega Luca di Monza. “All’inizio interagire e farsi nuovi amici è stato un po’ complicato perché non vedevi in faccia le persone con cui parlavi. Ma siamo riusciti a superare questa situazione”.
Diversa l’esperienza di Lorenzo, quarta liceo, Monza: “Mascherina in classe? Per me è indifferente. Non la trovavo fastidiosa, l’ho sempre tenuta al di sopra del naso in maniera corretta e non ho mai avuto problemi, tranne forse d’estate. L’unica cosa che spero davvero è che si torni a poter girare per la scuola durante l’intervallo. Incontrare gli amici e conoscerne di nuovi è la cosa che più mi è mancata”.
I ragazzi intervistati ammettono di non sentirsi ancora del tutto al sicuro per il rientro a scuola: più dei contagi, oggi temono di tornare isolati o in dad. Oltre alle testimonianze degli studenti, diverse ricerche mostrano che anche gli scienziati e i ricercatori si sono impegnati nell’indagine dei possibili effetti psico-fisici derivanti dall’uso delle mascherine.
Quello che le ricerche non dicono sugli studenti
Generalmente, non sembrano emergere veri e propri disturbi psico-fisici. Per esempio, uno dei rari studi internazionali condotto da un’università italiana sostiene che l’uso prolungato delle mascherine non incida negativamente sulla curva dell’attenzione. Ma la questione è più complessa.
“Per gli adolescenti è fondamentale lo sguardo extrafamiliare nella conoscenza di sé e nella costruzione della propria identità. In questo senso, l’uso costante della mascherina ha avuto risvolti più difficili”, spiega la dottoressa Stefania Daniele. Psicologa e psicoterapeuta, da oltre vent’anni collabora con gli sportelli di ascolto degli studenti delle scuole primarie e secondarie di Milano. “Per alcuni ragazzi indossare la mascherina ha significato sia una protezione dal giudizio altrui, dalle possibili critiche che potevano riguardare il viso, le imperfezioni della pelle ma anche uno scudo con cui proteggere le proprie reazioni emotive. Per loro, il rientro a scuola senza mascherina sarà probabilmente accompagnato da una certa quantità di ansia, ma sarà una sfida importante da affrontare e superare per riprendere il proprio percorso di crescita in relazioni tornate quasi alla normalità”.
Diversa la situazione per i più piccoli, dove a fare la differenza è anche il modo in cui i genitori hanno motivato la richiesta di indossare i dispositivi di protezione: “Nei colloqui di questi due anni, in particolare con i bambini del primo ciclo, è emerso spesso il rammarico di non aver mai potuto vedere interamente il viso dei compagni e delle maestre, oltre alla difficoltà a comprendere le emozioni o le intenzioni degli altri, o a farsi comprendere, difficoltà quest’ultima che è stata patita maggiormente dai bambini un po’ timidi e/o stranieri. L’espressione del viso è un mezzo di comunicazione emotiva potentissima, anche perché poco controllabile. Quindi tornare a scuola senza mascherina sicuramente è molto importante per la qualità della comunicazione interpersonale di tutti, piccoli e grandi”.
Il vademecum per il rientro a scuola
“Prepararsi ed essere pronti” è il motto del nuovo protocollo scolastico anti-covid, che archivia l’approccio d’emergenza per contrastare la diffusione dell’infezione e punta sulle strategie di mitigazione. Gli obiettivi consistono nel garantire la continuità delle lezioni in presenza e nel minimizzare l’impatto delle misure sulle attività didattiche.
Le indicazioni ad interim per i servizi educativi per l’#infanzia contengono: 📌standard di prevenzione in base al quadro attuale 📌interventi da modulare in base a valutazione del rischio 🔎Leggi 👇https://t.co/wKfAhovf2spic.twitter.com/QmFfw278EJ
In sintesi, l’ingresso a scuola è sempre consentito, anche alle persone con il raffreddore (rinorrea). Non possono accedere all’edificio solo le persone positive alla Covid-19 o con sintomi compatibili con il virus, come febbre superiore a 37.5 gradi, forte cefalea, tosse e raffreddore con difficoltà respiratoria, vomito, diarrea, perdita di gusto e olfatto.
Possono frequentare in presenza gli studenti con sintomi respiratori lievi, purché non presentino febbre: in questi casi, l’Iss prevede l’utilizzo di mascherine chirurgiche/ffp2 per chi ha più di sei anni fino alla scomparsa dei sintomi, insieme all’igiene delle mani e alla cosiddetta ‘etichetta respiratoria’ (proteggere la bocca e il naso durante starnuti o colpi di tosse utilizzando fazzoletti di carta, ecc.). Solo per il personale e per gli alunni fragili, che rischiano di sviluppare forme severe di coronavirus, si raccomanda l’uso delle mascherine. Per tutti gli altri non è esplicitamente richiesta.
Niente più didattica a distanza néquarantena: se si dovesse riscontrare un caso di positività alla covid-19, la persona contagiata verrà ospitata in una stanza dedicata o in un’area di isolamento. I contatti stretti seguiranno le indicazioni valide in tutti gli altri ambiti, cioè autosorveglianza di dieci giorni con l’obbligo di indossare una mascherina Ffp2.
Inoltre, il ministero menziona una “sanificazione ordinaria (periodica) e straordinaria in presenza di uno o più casi confermati” e “ricambi d’aria frequenti”, aprendo le finestre.
La didattica a distanza non è più prevista, nemmeno per gli alunni positivi.
Non è consentito restare a scuola in caso di positività alla Covid-19 o con sintomiriconducibili al virus, come febbre superiore a 37.5 gradi, forte cefalea, tosse e raffreddore con difficoltà respiratoria, vomito, diarrea, perdita di gusto e olfatto.
Gli studenti con sintomi respiratori lievi (raffreddore) e senza febbre, frequentano in presenza indossando le mascherine chirurgiche/Ffp2 fino a risoluzione dei sintomi, facendo attenzione all’igiene delle mani e rispettando l’etichetta respiratoria.
Ai soggetti fragili, cioè al personale scolastico e agli alunni a rischio di sviluppare forme severe di Covid-19, si raccomanda l’utilizzo di mascherine Ffp2.
Nei casi di sospetta Covid-19 a scuola, la persona che presenti i sintomi viene ospitata nella stanza dedicata o area di isolamento. . Dovrà lasciare al più presto l’edificio per raggiungere la propria abitazione, quindi seguirà le indicazioni del medico/pediatra. Per i minorenni, devono essere avvisati i genitori
Il rientro a scuola dopo un’infezione da Covid-19 è consentito presentando l’esito negativo del test (molecolare o antigenico) al termine dell’isolamento.
I contatti stretti di un positivo a scuola non dovranno restare in quarantena: si seguiranno le indicazioni valide in tutti gli altri ambiti, cioè autosorveglianza di dieci giorni con l’obbligo di indossare una mascherina Ffp2.
Una questione dibattuta
In vista dell’inverno, gli esperti ribadiscono la necessità di attrezzare gli istituti con sistemi di aerazione di supporto alle “regole di buon comportamento”. Tuttavia, come ha fatto notare l’ordinario di Igiene alla Cattolica e consulente del ministro alla Salute Walter Ricciardi, “risulta che le scuole non siano attrezzate”.
La corretta ventilazione degli aule è solo uno dei nodi attorno ai quali si dipana la querelle politica e scientifica. In particolare, si continua a discutere sull’obbligatorietà delle mascherine. Nei mesi scorsi, con la fine dello stato di emergenza, non sono mancate le proteste di genitori, psicologi, medici e personale scolastico che chiedevano alle istituzioni di lasciar cadere l’obbligo.
“Alla riapertura delle scuole non sarà previsto l’obbligo di mascherine. Poi vedremo in base all’evoluzione della situazione epidemiologica”, ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza. Archiviate, per il momento, le mascherine, resta quindi l’incertezza sul futuro.
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