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Carlo Montalbetti. Ogni mese a Milano vengono consegnati un milione di pacchi che si trasformano in rifiuti di carta e cartone
L’e-commerce ha importanti ricadute sulla raccolta e il riciclo di questi rifiuti. Ne abbiamo parlato con Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco.
I rifiuti di carta e cartone crescono di pari passo con l’esplosione del commercio online. Buona parte delle merci che i negozianti ci consegnavamo in sacchetti di plastica, ora arriva a casa nostra dentro imballaggi di carta e cartone. Un nuovo modo di concepire gli acquisti che ha inevitabili ricadute sui quantitativi e sulla tipologia dei rifiuti urbani prodotti. “Ogni mese, in una città come Milano vengono consegnati un milione di pacchi che poi si trasformano in rifiuti da gestire”, ci spiega Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, il Consorzio nazionale recupero e riciclo degli imballaggi a base cellulosica.
Il 2020 sarà ricordato anche come l’anno della definitiva affermazione del commercio online. Quanto ha impattato sul quantitativo di rifiuti di carta e cartone?
Il processo era in atto già da un paio di anni, ma nel 2020 per motivi collegati alla pandemia il commercio online ha registrato una vera e propria esplosione: basti pensare che nel periodo natalizio il 30 per cento degli acquisti è stato effettuato elettronicamente. A Milano, ormai, in media vengono consegnati un milione di pacchi al mese. Di conseguenza, la presenza del cartone è notevolmente cresciuta nella raccolta differenziata delle famiglie: dieci anni fa si assestava intorno al 25 per cento, mentre ora viaggia intorno al 40 per cento. Al contempo sono scesi i quantitativi di carta utilizzata per la lettura, per effetto del sorpasso di Internet sui quotidiani. Sono tutti elementi che indicano profondi cambiamenti in atto nelle nostre abitudini.
Come si sta organizzando la filiera rispetto a questa mole di “nuovi” rifiuti?
Lo scorso anno l’Italia è stato l’unico Paese europeo ad aver aumentato – dell’uno per cento – l’utilizzo di macero per la produzione industriale, parte della quale destinata all’e-commerce. Ciò è stato possibile grazie alla riconversione di tre impianti industriali, che dalla carta da giornale ora trattano carta per imballaggi. A differenza degli altri Paesi europei la domanda è crescente, grazie anche a livelli di raccolta differenziata ormai consolidati e sempre più omogenei sul territorio.
Quindi, nonostante le difficoltà legate alla pandemia e alla crescita del commercio elettronico, nel 2020 raccolta differenziata ha tenuto?
Non solo ha tenuto, ma in alcune zone del Sud è persino aumentata. Abbiamo registrato una flessione nei settori della ristorazione e del turismo, ma ci assesteremo intorno ai 3,4 milioni di tonnellate, in linea con l’anno precedente. Più in generale, il Mezzogiorno ha compiuto passi in avanti importanti e in pochi anni si arriverà a una sostanziale omogeneità con il Nord: per fare un esempio, già oggi la raccolta differenziata di Bari è competitiva rispetto a quella di Milano.
Ci siamo concentrati sugli aspetti quantitativi, ma sulla qualità della raccolta differenziata c’è ancora da lavorare. Perché una raccolta di qualità è importante per tutto il processo di riciclo?
È importante perché i costi connessi alla selezione e alla separazione dei materiali estranei incidono sull’efficienza complessiva del sistema. Senza dimenticare che i rifiuti non riciclabili che finiscono in discarica si trasformano in un costo ambientale ed economico.
Quali sono gli errori che i cittadini compiono ancora con maggiore frequenza?
Il più frequente è conferire gli scontrini insieme alla carta e al cartone: gli scontrini sono realizzati in carta termica che non è riciclabile, quindi vanno gettati nell’indifferenziato. Lo stesso discorso vale per la carta da forno. Resta inoltre la cattiva abitudine, soprattutto al Centro-Sud, di conferire la carta dentro sacchetti di plastica, che poi devono essere separati nel processo di riciclo.
Rispetto alle risorse messe in campo attraverso il Next generation Eu (recovery plan), ha detto recentemente che per l’industria del riciclo di carta e cartone occorre intervenire su design, logistica e impianti. Ci può spiegare questi tre elementi?
Per quanto riguarda l’ecodesign, pensiamo che la progettazione degli imballaggi debba essere stimolata verso l’individuazione di nuovi materiali: è necessario lavorare su soluzioni che accorpino la carta con le bioplastiche compostabili, o con le bioplastiche che si possono riciclare insieme alla carta stessa. A livello logistico, abbiamo circa 700mila tonnellate di rifiuti che viaggiano dal Sud verso le cartiere del Nord: i viaggi avvengono su gomma e invece si potrebbero spostare su rotaia, creando degli hub ferroviari nel meridione. C’è infine la questione degli impianti di ultima generazione, perché le nuove tecnologie permettono alle cartiere di utilizzare tutta la fibra cellulosica dei rifiuti, riducendo il peso degli scarti del riciclo che poi vanno smaltiti.
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