Profilazione razziale, xenofobia nel dibattito politico e omofobia nel report dell’Ecri. Tra le sue richieste c’è quella di rendere indipendente l’Unar.
Rifiuti nucleari. Nasce l’Osservatorio per il corretto smaltimento
Con il recepimento della Direttiva europea 2011/70 Euratom, che impone ad ogni Stato membro la realizzazione di un deposito in grado di ospitare in sicurezza il combustibile nucleare esaurito e i rifiuti radioattivi derivanti dagli impieghi medicali, di ricerca e industriali, il nostro Paese si è impegnato a realizzare un Parco tecnologico in grado di
Con il recepimento della Direttiva europea 2011/70 Euratom, che impone ad ogni Stato membro la realizzazione di un deposito in grado di ospitare in sicurezza il combustibile nucleare esaurito e i rifiuti radioattivi derivanti dagli impieghi medicali, di ricerca e industriali, il nostro Paese si è impegnato a realizzare un Parco tecnologico in grado di smaltire i rifiuti nucleari.
Per questo motivo la Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile ha istituito un Osservatorio per la Chiusura del Ciclo Nucleare, ovvero un organismo indipendente che si propone di contribuire a una corretta informazione e ponendosi l’obiettivo di approfondire gli aspetti tecnici e tecnologici sociali e ambientali delle attività legate alla bonifica dei siti nucleari e alla gestione e messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi.
Si tratta in primis dello smantellamento delle vecchie centrali nucleari, degli impianti di produzione del combustibile nucleare di Trino (VC), Caorso (PC), Latina (LT), Garigliano (CE), Bosco Marengo (AL), Saluggia (VC), Casaccia (RM) e Rotondella (MT). Attività che generano circa 55.000 metri cubi di rifiuti radioattivi di cui circa 10.500 ad alta attività e altri 44.500 a media e bassa attività.
A questi si aggiungono i rifiuti radioattivi a bassa, media ed alta radioattività generati da attività diagnostiche e terapeutiche di medicina nucleare ma anche di macchinari contaminati e dispositivi utilizzati per la ricerca in campo medico e farmacologico. Si tratta di 15.000 metri cubi, di cui più di 3.000 ad alta attività, a cui se ne aggiungeranno nei prossimi anni circa altri 20.500, di cui oltre 1.500 ad alta attività, con un trend di crescita di 500 metri cubi l’anno.
“Trovare una soluzione ad una situazione precaria e insicura, come quella in cui si trova la gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, è un atto dovuto”, ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente dell’Osservatorio. “È una responsabilità di tutti noi, anche di chi, come me, ha combattuto per la chiusura delle centrali nucleari”.
Stand-by. Ad oggi i rifiuti radioattivi prodotti quotidianamente sono raccolti presso i siti di produzione, mentre quelli derivanti dal settore sanitario, della ricerca e dall’industria sono detenuti in aree di stoccaggio provvisorio. Una situazione complessiva che richiede una soluzione allineata ai migliori standard internazionali di sicurezza. “L’attività dell’Osservatorio – continua Leoni – vuole non solo garantire la sicurezza per i prossimi anni, ma anche per le generazioni future. Solo una scelta condivisa e responsabile potrà permettere al nostro Paese di chiudere il ciclo nucleare. Non bisogna inoltre dimenticare che secondo i criteri assunti dall’ONU il decommissioning del nucleare è considerato green economy e per il nostro paese significherebbe un investimento di circa 2,5 miliardi di euro”.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Più di cento calciatrici hanno inviato una lettera alla Fifa per chiedere di interrompere la sponsorizzazione con la Saudi Aramco
Da questo autunno 7.000 nuovi studenti di San Diego sosterranno corsi che includono una quota di tematiche riservate al clima.
Dopo la non convalida dei trattenimenti dei 12 migranti di Egitto e Bangladesh, l’elenco dei Paesi sicuri viene definito per legge.
La “liana delle anime” è un decotto della medicina indigena dell’Amazzonia che può alterare lo stato psichico di chi la assume, e per questo affascina milioni di persone nel mondo.
Tra le 1.757 barche iscritte alla Barcolana di Trieste, la regata più partecipata del mondo, ce n’era una che gareggiava per Emergency.
Presente al corteo l’attivista svedese ha detto: “Non puoi dire di lottare per la giustizia climatica se si ignora la sofferenza dei popoli emarginati”.
Tutti i premi che sono stati assegnati, giorno per giorno, nel campo della medicina, fisica, chimica, letteratura, pace ed economia.
Da dieci anni, l’Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile tiene traccia delle conoscenze, degli atteggiamenti e dei comportamenti degli italiani in materia di sostenibilità. Intercettando una consapevolezza sempre più diffusa.