Il 20 giugno è la Giornata mondiale del rifugiato. Quest’anno forse la vivremo diversamente: l’editoriale della direttrice della comunicazione Avsi.
Migranti, l’Europa cambia: tutti i paesi dovranno accogliere i rifugiati
I richiedenti asilo non saranno obbligati a rimanere nel primo paese d’arrivo in Europa, ma potranno raggiungere i famigliari nello Stato prescelto. Una vittoria per l’Italia?
Anche in seguito alla lunga insistenza dell’Italia, l’Unione europea ha deciso di modificare il cosiddetto regolamento di Dublino, l’insieme di regole che determina quale Stato membro è responsabile del trattamento di una domanda di protezione internazionale. Nella bozza di riforma che è stata approvata dalla Commissione per le libertà civili della Unione europea si prevede che il primo paese di arrivo non sarà più automaticamente responsabile per i richiedenti asilo e si introduce il trasferimento automatico dei richiedenti asilo secondo un metodo di ripartizione fisso. La bozza sottolinea che tutti i richiedenti asilo devono essere registrati all’arrivo, e prevede un rafforzamento dei controlli di sicurezza.
Come ha funzionato finora per i richiedenti asilo
Allo stato attuale, le norme di Dublino prevedono che a farsi carico di un richiedente asilo sia, in maniera automatica, il primo paese europeo su cui il migrante mette piede. Questo paese negli ultimi anni, visto il traffico crescente sulla rotta del mar Mediterraneo con gli sbarchi a Lampedusa, è stato nella maggior parte dei casi proprio l’Italia, con evidenti problemi di gestione: il nostro paese ha dovuto farsi carico di un numero sempre crescente di richiedenti asilo, con le conseguenze di un forte sovraffollamento nel sistema di accoglienza e di un ingolfamento degli iter burocratici volti a concedere (o meno) lo status di rifugiato. Non solo, perché molti dei migranti sbarcati in Italia mirano in realtà a lasciare l’Italia per ricongiungersi con familiari già emigrati negli anni passati in altri paesi europei (spesso Germania, Svizzera, o il Nord Europa) e per non essere costretti dalle regole di Dublino a rimanere in Italia rifiutano il riconoscimento, entrando di fatto in regime di clandestinità.
I dati del rapporto Istat sui #migranti. pic.twitter.com/i8lV40vYhD
— S_Galimberti (@S_Galimberti) 15 ottobre 2017
Leggi anche: Il 18 dicembre è la Giornata mondiale dei migranti
Liberi di andare nel paese europeo scelto dal richiedente asilo
Se la nuova bozza entrasse effettivamente in vigore, certe storture potrebbero essere risolte, in favore degli stessi richiedenti asilo oltre che dei paesi più soggetti ai flussi, come l’Italia: il primo paese di arrivo non sarà più automaticamente responsabile per i richiedenti asilo.
L’attribuzione della responsabilità sarebbe invece basata sui “reali legami” con uno stato membro, quali la famiglia, l’avervi già vissuto in precedenza o gli studi effettuati. In assenza di questi legami, i richiedenti asilo verrebbero automaticamente assegnati ad uno Stato membro dell’Ue in base ad un metodo di ripartizione fisso, non appena registrati e dopo un controllo di sicurezza e una rapida valutazione dell’ammissibilità della loro domanda di protezione. Ciò proprio per evitare che gli stati “in prima linea”, come l’Italia, la Grecia e tutti quelli sulla frontiera orientale si assumano tutti gli obblighi internazionali a cui l’Ue è soggetta nei confronti delle persone bisognose e per accelerare le procedure di asilo. I paesi che non rispettano le norme rischiano di veder ridotto il loro accesso ai fondi europei.
Siamo anche su WhatsApp. Segui il canale ufficiale LifeGate per restare aggiornata, aggiornato sulle ultime notizie e sulle nostre attività.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
Il coronavirus potrebbe accelerare la rivoluzione digitale in Africa. Scopriamo come grazie alla testimonianza della direttrice della comunicazione di Avsi.
Gli Stati Uniti accoglieranno soltanto 18mila rifugiati nel 2020, contro gli 85mila del 2016: “Il nostro sistema migratorio è sotto pressione”.
L’Ungheria è stata deferita alla più alta corte europea dopo che il governo guidato dal primo ministro Viktor Orbàn ha ristretto i requisiti di ammissibilità per i richiedenti asilo e ha trasformato l’aiuto ai rifugiati in reato penale. Vietato chiedere asilo politico La legge in questione è stata emanata nel 2018 ed è conosciuta come Stop
Weaving a home è una tenda in tessuto pensata per i rifugiati, in grado di sfruttare la pioggia e il sole, e resistere a condizioni atmosferiche difficili. Per dare una casa sostenibile e dignitosa a chi non ce l’ha più.
La cantante e pianista statunitense Fiona Apple donerà le royalties guadagnate nel 2019 e nel 2020 dal brano Criminal a un fondo per pagare le spese legali dei richiedenti asilo negli Stati Uniti.
Il documentario Climate limbo racconta la situazione dei migranti climatici, il cui numero è in crescita esponenziale e che, tuttavia, vivono ancora oggi in una sorta di indefinita zona grigia.
Vecchie e nuove discriminazioni. La politica migratoria dell’Australia, con uno sguardo alla Nuova Zelanda. Intervista allo storico attivista Ian Rintoul.
Il Global compact sulle migrazioni è stato siglato a Marrakech da 164 paesi; assente l’Italia, che l’ha bocciato in Parlamento. Ecco cosa prevede l’accordo.