Nel 2022 la crescita dell’Italia sarà condizionata “dal protrarsi della pandemia, dalle tensioni internazionali e, soprattutto, dal costo dell’energia”. Come spiega il ministro dell’Economia Daniele Franco, intervenuto lo scorso 27 gennaio a Telefisco del Sole 24 Ore, i rincari rischiano di bloccare la ripresa italiana dalla pandemia di Covid-19, oltre che pesare in maniera insostenibile sulle famiglie.
La situazione di emergenza è lampante. Per due italiani su dieci il costo delle bollette energetiche è il più difficile da sostenere, come riportato nell’indagine sulla povertà energetica condotta a fine 2021 dall’Istituto di ricerca Piepoli su un campione rappresentativo della popolazione italiana. Ancora, per due nuclei su tre queste voci di spesa rappresentano quelle più incisive nel bilancio familiare.
I motivi che hanno portato a questa situazione, già descritta su LifeGate, in Italia come nel resto dell’Unione europea sono molteplici. Si può dire che sono legati alle dinamiche di domanda e offerta sul mercato: a fronte di un’impennata della richiesta c’è stata una scarsa risposta, legata anche a dinamiche geopolitiche che hanno influito sugli stoccaggi di energia. In secondo luogo, e in misura decisamente minore, al rincaro dei prezzi dei permessi per emettere CO2.
NEW | The surge in European power prices is predominantly being driven by soaring fossil gas costs – not carbon prices pic.twitter.com/ECKqgOcmvf
Nel 2021 il prezzo del gas naturale nel mercato di riferimento europeo è cresciuto di quasi il 500 per cento: è passato da valori medi mensili di 21 euro a 120 euro al megavattora (MWh) con un picco il 21 dicembre di 180 euro/MWh. Di riflesso, il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso (Pun) ha subito un rialzo del 400 per cento, arrivando a 288 euro per megavattora (MWh) dai 61 iniziali.
Se si spera in qualche decremento si è destinati a rimanere delusi. Come scritto dall’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera), che si occupa in particolare di mercati dell’energia e del gas, nel primo trimestre si aspetta un prezzo di 118 euro al MWh per il gas e di 300 euro al MWh per l’elettricità. Il Governo è intervenuto a più riprese per attutire il colpo. Da ultimo, il Consiglio dei ministri del 21 gennaio ha aggiunto 1,7 miliardi di euro, mirati a sostenere le imprese, ai già 3,8 miliardi previsti, più rivolti alle famiglie. In totale 5,5 miliardi di euro per contrastare l’impennata dei prezzi e al contempo favorire la produzione da fonti rinnovabili.
L’aumento di prezzi dell’energia impatterà tutte le tipologie di clienti del mercato libero e tutelato. Dunque è lecito chiedersi chi pagherà di più e quanto.
A quanto ammonta il caro bollette?
Il 30 dicembre 2021 l’Arera ha annunciato aumenti a due cifre: +55 per cento per l’elettricità e +41,8 per cento per il gas.
Chi è interessato? Il riferimento è alla famiglia che ha scelto il regime tutelato, ossia dove le condizioni economiche dei servizi di fornitura sono definite dall’Arera, e consuma in media l’anno 2.700 kWh per l’elettricità, con un contatore di 3 chilowatt (kW) di potenza, e di 1.400 metri cubi di gas. L’Autorità spiega che il rialzo è, in entrambi i casi, determinato da un incremento della spesa per la materia prima.
L’aumento del costo dell’energia pesa su tutti, indistintamente?
Chi ha sottoscritto un’offerta nel mercato libero dove il costo della materia prima non è variabile ma concordato tra azienda e cliente e bloccato da aumenti e variazioni non registrerà, per l’arco di tempo stabilito, aumenti per questa voce di prezzo. I rialzi, però, possono riguardare altri elementi, come il trasporto e la gestione del contatore. Al pari della voce sul costo della materia, questa incide notevolmente sulla bolletta nel suo complesso. È la spesa dei distributori, le società che gestiscono le reti e sono proprietari dei contatori, per portare la corrente dalla centrale di produzione – tradizionale, a gas o a idrocarburi, o rinnovabile, idroelettrica o fotovoltaica – ai contatori attraverso i tralicci dell’alta tensione e le cabine di smistamento. Questa voce è stabilita dall’Arera in misura uguale per tutti i fornitori, le imprese che vendono l’energia.
Se scelgo le rinnovabili pagherò meno in bolletta?
Non ancora, perché il mix energetico del Paese è fortemente legato all’uso del gas naturale e, come detto, le voci che compongono la bolletta sono molteplici. Il rialzo dipende da tanti fattori: ad esempio, si spende di più se l’energia consumata cresce e bisogna trasportarne in quantità maggiori. O ancora si spende di più se la potenza del contatore è di 10 kW piuttosto che 3. C’è da dire che puntare sulla diversificazione del mix energetico, dunque accrescere la percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili, potrà garantire una maggiore autonomia energetica del Paese, ridurre la dipendenza dagli altri Paesi, garantire più sicurezza nei nella fornitura ed economia nei costi.
Occorre ricordare che, seppure in secondo luogo, il prezzo della materia energia è influenzato dall’aumento dei prezzi per l’acquisto di permessi per l’emissione di anidride carbonica, sistema con il quale si vuole disincentivare a livello europeo l’uso di energia prodotta da fonti non rinnovabili – carbone, petrolio e gas – attraverso il sistema di Emission trading system (Ets).
Nel medio termine, ha spiegato il presidente Arera Stefano Besseghini intervenendo a LeoniFiles, il podcast dell’Istituto Bruno Leoni, “vedremo probabilmente una razionalizzazione dei costi. Probabilmente nessuno oggi può dire realisticamente che ci sarà un abbassamento significativo”.
Il processo di transizione energetica che l’Italia sta vivendo impone di guardare al cambiamento strutturale del sistema energetico. Dunque, di non focalizzarsi solo sulla produzione di energia da fonti alternative quanto di guardare a “quello che emergerà in termini di capacità di estrarre efficacia ed efficienza dal mondo dei servizi, che stanno già diventando sempre più rilevanti nel sistema”.
Ci sono aiuti economici per le famiglie in difficoltà?
È chiaro che questi rialzi interesseranno tutti, chi più chi meno. Per le persone che hanno difficoltà economica ci sono i bonus sociali, riconosciuti automaticamente dallo scorso anno. Le famiglie che versano in condizioni difficili ricevono un aiuto, per la bolletta del gas o dell’elettricità o dell’acqua, se rispettano almeno uno questi criteri:
l’Isee del nucleo familiare non deve superare gli 8.265 euro;
la famiglia ha almeno quattro figli a carico e Isee non superiore a 20.000 euro;
il nucleo familiare riceve il reddito o la pensione di cittadinanza.
In questa situazione assolutamente eccezionale, rimarca Besseghini in una nota stampa, l’Arera “cerca di dare il proprio contributo sfruttando le limitate leve disponibili delle bollette e lo strumento dei bonus sociali elettricità e gas. Come già avvenuto nella fase del lockdown, sarà determinante l’azione responsabile dei consumatori. Il risparmio energetico è uno strumento cui guardare con attenzione, ma serve anche la solidarietà tra consumatori, che si esprime anche nella puntualità dei pagamenti per chi ne ha la possibilità!”.
Anche perché sta crescendo quella fetta di popolazione che ha difficoltà economiche ma non rientra nelle fasce più povere. E la Covid-19 ci ha messo lo zampino.
Posso pagare le bollette a rate?
Sì. La legge di Bilancio 2022prevede per tutti i clienti domestici il diritto di rateizzaresenza interessi le fatture emesse dal 1° gennaio 2022 al 30 aprile del medesimo anno. L’Autorità ha già emanato il provvedimento attuativo, la deliberadello scorso 30 dicembre che prevede:
il venditore di energia dovrà indicare al cliente la possibilità di rateizzare le fatture nelle sue diffide o solleciti di pagamento inviati ai clienti che non hanno pagato le fatture dal 1 gennaio al 30 aprile 2022;
le rate avranno la stessa periodicità della fatturazione (es., se la fattura è bimestrale, anche la rateizzazione prevederà rate bimestrali);
il numero delle rate sarà pari al numero di bollette che vengono emesse ordinariamente in 10 mesi (es., se la fatturazione è mensile, il piano di rientro dovrà includere dieci rate mensili);
la prima rata dovrà avere un valore pari ad almeno il 50% delle fatture insolute, mentre il resto sarà dovuto con le rate successive di importo costante;
se le rate risultano essere di importo non inferiore a 50 Euro, il venditore potrà diminuire il numero delle rate;
in caso di cambio di fornitore di energia, il fornitore uscente dovrà continuare ad dare esecuzione alla rateizzazione (in breve, non potrà far decadere la rateizzazione per il solo fatto che il cliente ha scelto una diversa compagnia);
se il cliente non rispetta la rateizzazione, il venditore potrà sospendere le utenze.
Per la rateizzazione il Governo ha previsto un fondo di 1 miliardo di euro.
Risparmiare si può?
Per provare a risparmiare e a non sprecare energia ci sono, poi, degli accorgimenti che è bene adottare. Tra questi, scegliere elettrodomestici di ultima generazione in classe energetica alta, fare attenzione allo stand-by dei dispositivi elettrici, spegnere il riscaldamento nelle stanze che non si frequentano ed evitare di aprire le finestre quando si scalda casa – anche se è buona regola, per la propria salute e per risparmiare in bolletta, favorire il ricambio dell’aria. Ancora, coprire le pentole con un coperchio per evitare la dispersione di calore e abbassare la fiamma del gas una volta che l’acqua raggiunge la temperatura di bollore. Senza dimenticare che la domotica può aiutare a tenere sotto controllo e monitorare i consumi in tempo reale tramite smartphone.
L’Europa potrebbe risparmiare 60 miliardi di euro l’anno se riuscisse a raddoppiare l’installazione delle pompe di calore elettriche, come previsto dal piano RePowerEU. Ed eviterebbe un consumo e trasporto enorme di gas.
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