Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Ringo Starr, singolo di successo dopo la fine dei Beatles
I Beatles non ci sono più. È finito tutto. Let it be, il loro ultimo disco, è uscito un anno fa, anche se di fatto si sono sciolti da prima. In qualche modo si deve riprendere, ma nella realtà dei fatti si deve ricominciare e partire da una base diversa. È quello che fa anche Ringo Starr.
I Beatles non ci sono più. È finito tutto. Let it be, il loro ultimo disco, è uscito un anno fa, anche se di fatto si sono sciolti da prima. In qualche modo si deve riprendere, ma nella realtà dei fatti si deve ricominciare e partire da una base diversa. È quello che fa anche Ringo Starr.
Oggi infatti, 9 aprile 1971, esce It don’t come easy, suo primo (vero) 45 giri da solista (senza contare cioè l’anno precedente i primi due album e ‘Beaucoups of Blues’, title-track del secondo disco pubblicata come singolo solo negli Stati Uniti). Il brano è stato composto dall’ex batterista dei Beatles. Anzi no. Non proprio. Sebbene compaia solo la sua firma, è stato scritto anche da George Harrison o addirittura interamente da quest’ultimo. ‘It don’t come easy’ infatti somiglia troppo ai pezzi del debutto da solista di Harrison, “All Things Must Pass”. E poi la demo del brano, contenuta in una registrazione bootleg venuta alla luce negli anni ’90 ed eseguita dal medesimo chitarrista con tanto di cori “in stile ‘My Sweet Lord”‘, spazza definitivamente via ogni dubbio.
Tra i musicisti che hanno preso parte alla registrazione, tra l’altro, c’è proprio George Harrison (qui anche in veste di produttore), Stephen Stills al piano e Pete Ham e Tom Evans dei Badfinger (band power pop dell’epoca). E “a discapito dei pronostici”, il singolo si rivelerà un successo sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti… nonostante i Beatles non ci siano più.
Leonardo Follieri
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