Se sfruttassimo il potenziale delle fonti rinnovabili come solare ed eolico, potremmo coprire il 100 per cento della domanda globale di energia. Ad affermarlo un nuovo rapporto realizzato dal think tank Carbon Tracker e che sottolinea come il solare e l’eolico agli attuali tassi di crescita spingeranno i combustibili fossili fuori dal settore elettrico entro la metà degli anni ’30, mentre entro il 2050 potrebbero alimentare il mondo, sostituendo completamente i combustibili fossili e producendo energia pulita a basso costo per supportare nuove tecnologie come i veicoli elettrici e l’idrogeno verde.
La terza transizione energetica
La definiscono così gli autori del rapporto, una rivoluzione al pari di quella che l’umanità affrontò col passaggio all’agricoltura e successivamente con la prima rivoluzione industriale. Ora le rinnovabili sarebbero in grado di spingere la società verso una nuova transizione.
Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori del gruppo hanno valutato il consumo globale di energia raffrontandola con quella potenziale prodotta da solare ed eolico. Il consumo energetico globale nel 2019 è stato di 65 petawattora (1 PWh = 1000 TWh). Tuttavia, con la tecnologia attuale, il mondo ha il potenziale per catturare più di 5.800 PWh all’anno solo dal fotovoltaico, o la quantità di energia che si potrebbe generare in un solo anno bruciando tutte le riserve di combustibili fossili conosciute. Inoltre, l’eolico onshore e offshore potrebbe catturare quasi 900 PWh all’anno. Una quantità di energia 100 volte superiore alla domanda attuale.
“Stiamo entrando in una nuova epoca, paragonabile alla rivoluzione industriale. Il costo dell’energia crollerà e diventerà disponibile per altri milioni di persone, in particolare nei paesi a basso reddito”, ha detto Kingsmill Bond esperto di energia di Carbon Tracker in una nota. “La geopolitica verrà trasformata man mano che le nazioni saranno liberate dalle costose importazioni di carbone, petrolio e gas. Le energie rinnovabili pulite contrasteranno il cambiamento climatico e libereranno il pianeta dall’inquinamento”.
Non serve ricoprire il pianeta di pannelli
Certo le stime si basano sul potenziale di tecnologie come solare ed eolico, ma per stare con i piedi ancorati a terra, da Carbon Tracker spiegano che “solo l’1 per cento [del totale potenziale] è sufficiente per sostituire tutto l’utilizzo di combustibili fossili”, dice Harry Benham, tra gli autori del rapporto e presidente di Ember. “Ogni anno alimentiamo la crisi climatica bruciando tre milioni di anni di luce solare fossilizzata in carbone, petrolio e gas mentre usiamo solo lo 0,01 per cento della luce solare giornaliera”.
Secondo lo studio basterebbe solo lo 0,3 per cento di superficie fotovoltaica disponibile a livello mondiale per soddisfare la domanda globale di energia, meno dell’area occupata dai combustibili fossili. Per fare un raffronto, il più grande giacimento petrolifero del mondo, Ghawar in Arabia Saudita, occupa 8.400 chilometri quadrati e produce l’equivalente di 0,9 PWh ogni anno. La costruzione di pannelli solari sulla stessa area genererebbe 1,2 PWh all’anno in media a livello globale e 1,6 PWh in Arabia Saudita, più soleggiata della media.
🗣 “In 2025, renewables are set to become the largest source of electricity generation worldwide… by that time, renewables are expected to supply one-third of the world's electricity.”@fbirol during the Renewables 2020 launch. Explore the report 👉 https://t.co/47BFLJbFXjpic.twitter.com/xMSJngt93s
Non è il primo studio a svelare il potenziale delle rinnovabili
Ad una prima lettura quella di Carbon Tracker sembra una visione un po’ naif, che non tiene conto delle dinamiche economiche e sopratutto politiche a livello globale. E certo non è la prima volta che si contrappone il potenziale totale delle rinnovabili e la realtà, estremamente più complessa. Sta di fatto che già una revisione delle letteratura scientifica oggi disponibile, che consta di 56 studi peer-reviewed e realizzati da 109 autori diversi, ha esaminato una serie di situazioni e aree geografiche diverse, inclusi piccoli stati insulari, grandi potenze e paesi dell’Africa sub-sahariana, scoprendo che l’energia per l’elettricità, i trasporti, il riscaldamento o il raffreddamento degli edifici e l’industria può essere fornita in modo affidabile con il 100 per cento di energia rinnovabile, in diverse località del mondo.
Nel 2020 più energia da rinnovabili che da fossili
Che la tendenza sia quella disegnata dallo studio viene confermata anche dai fatti: secondo un rapporto pubblicato lo scorso anno, l’eolico, il solare, l’energia idroelettrica e la biomassa hanno soddisfatto il 38 per cento della domanda di elettricità europea nel 2020, rispetto al 37 per cento dei combustibili fossili. Mentre a livello globale, sempre per quanto riguarda lo scorso anno, il 90 per cento della nuova capacità installata complessiva è stato coperto dalle rinnovabili, guidato da eolico, idroelettrico e fotovoltaico. In totale si parla di un livello record di 200 gigawatt. E l’ulteriore conferma arriva anche da Fatih Birol, direttore esecutivo dell’Agenzia internazionale dell’energia (Iea): “Nel 2025, le energie rinnovabili diventeranno la più grande fonte di generazione di elettricità in tutto il mondo”.
È la rivoluzione di cui si parla da tempo: la democratizzazione dell’energia. Ovvero poter acquistare direttamente piccole porzioni di un impianto solare e usufruire dell’energia rinnovabile da questo prodotta, senza intermediari. E diventare un prosumer – produttore e consumatore – senza dover necessariamente comprare ed installare un impianto fotovoltaico. Per ora il servizio esiste solo
Continuano a diminuire i costi di produzione dell’elettricità generata dalle rinnovabili, al punto che ora sono pari o inferiori al costo marginale della generazione legata alle fonti tradizionali.
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L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
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