Energie rinnovabili, crescita record nel 2024. Ma si può, si deve fare di più

Il rapporto annuale dell’agenzia Irena indica che il 92,5 per cento dei nuovi impianti installati nel 2024 è legato alle fonti rinnovabili.

Il 92,5 per cento dei nuovi impianti di produzione di energia elettrica, costruiti nel corso del 2024, è legato a fonti rinnovabili. A spiegarlo è un nuovo rapporto dell’Irena, l’Agenzia internazionale per le energie rinnovabili, che è stato pubblicato alla fine dello scorso mese di marzo. Secondo il quale nella stragrande maggioranza dei casi (il 97 per cento di quel 92,5 per cento) si tratta di parchi solari o eolici, con una prevalenza dei primi sui secondi.

Per triplicare la potenza installata serve una crescita ancor più importante

Il documento precisa che la capacità complessiva delle fonti pulite ha raggiunto nel 2024 i 4.448 gigawatt a livello mondiale, rispetto ai 3.968 gigawatt 2023, grazie a un incremento pari a 585 gigawatt (circa il doppio rispetto all’aumento di 292 gigawatt che si era registrato tra il 2022 e il 2023). Il tasso di crescita annuale è dunque stato del 15,1 per cento. Ciò nonostante, precisa l’Irena, “i passi avanti sono ancora insufficienti se ci si vorrà allineare all’obiettivo di triplicare la capacità installata entro il 2030”. Per farlo, occorre infatti raggiungere il 11,3 terawatt: di conseguenza, la crescita annua dovrebbe essere del 16,6 per cento.

A perdurare, inoltre, sono forti differenze a livello geografico. A trainare la crescita delle rinnovabili è stata infatti in gran parte l’Asia, e in particolare la Cina, che ha contribuito per ben il 64 per cento del totale. Mentre fanalini di coda risultano l’America Centrale e i Caraibi, che hanno raggiunto soltanto il 3,2 per cento. La restante quota si riferisce a America del Nord e Europa. L’Irena precisa poi che i paesi del G7 e del G20 hanno coperto rispettivamente il 14,3 e il 90,3 per cento della crescita complessiva.

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Un parco solare ai piedi della Alpi, in Francia © Gerard Julien/Afp/Getty Images

Troppe differenze geografiche: in Asia il 64 per cento della crescita

I dati, in ogni caso, almeno in termini generali appaiono positivi: “La continua crescita delle rinnovabili – ha commentato il direttore generale dell’agenzia, Francesco La Camera – è la dimostrazione che queste fonti sono economicamente sostenibili e prontamente utilizzabili. Ogni anno, si raggiungono nuovi record di capacità, nonostante grandi disparità regionali e l’imminente scadenza del 2030. Oggi, la competitività economica e la sicurezza energetica sono sempre più tra le principali preoccupazioni a livello mondiale. Pertanto, espandere rapidamente la capacità di energia rinnovabile significa cogliere le opportunità commerciali e garantire sicurezza in modo rapido e sostenibile”.

Secondo il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres, le rinnovabili “stanno chiudendo l’era dei combustibili fossili. Questa crescita da record crea posti di lavoro, abbassa le bollette e purifica la nostra aria. Le fonti rinnovabili giovano alle economie. Ma il passaggio all’energia pulita deve essere più rapido e più equo: tutti i paesi devono avere la possibilità di beneficiare pienamente di queste tecnologie a basso costo”.

L’Irena chiede una strategia sulle rinnovabili nelle promesse di riduzione delle emissioni

È in questo senso che l’Irena ha lanciato un appello ai governi di tutto il mondo, affinché una strategia complessiva di aumento della potenza installata delle rinnovabili venga inserita nelle nuove nuove promesse di riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra richieste dalla Nazioni Unite (le cosiddette Nationally determined contributions https://www.climatewatchdata.org/ndc-tracker, note anche con la sigla Ndc).

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