Le enormi riserve di combustibili naturali formatisi nel corso dell’evoluzione del nostro pianeta, sedimentate nelle profondità della crosta terrestre e lì conservate per milioni di anni, le stiamo bruciando tutte in un secolo. Petrolio, carbone e gas metano coprono oggi l’80% del fabbisogno energetico mondiale; un altro 6% circa è coperto da materiale fissile (essenzialmente
Rinnovabili, in Italia altri 3,7 GW e 50mila nuovi occupati
Seppur timidi, i segnali di ripresa nel settore delle fonti rinnovabili ci sono e continueranno a crescere nei prossimi anni. È quanto afferma l’ultimo rapporto rilasciato dal Gse (Gestore dei servizi elettrici) “Energie rinnovabili al 2020 – Scenari tendenziali”, che mostra quali siano le potenzialità di un settore che sta tentando di maturare anche senza
Seppur timidi, i segnali di ripresa nel settore delle fonti rinnovabili ci sono e continueranno a crescere nei prossimi anni. È quanto afferma l’ultimo rapporto rilasciato dal Gse (Gestore dei servizi elettrici) “Energie rinnovabili al 2020 – Scenari tendenziali”, che mostra quali siano le potenzialità di un settore che sta tentando di maturare anche senza incentivi.
Un settore vivace, determinato anche dagli scenari internazionali e che promette di crescere di altri 3,7 GW di potenza installata entro il 2020, grazie a circa 7 miliardi di euro di investimenti in 4 anni. “Investire nel settore della sostenibilità ambientale – sottolinea il presidente del Gse Francesco Sperandini – è strategico nell’attualità per la crescita economica del nostro Paese”.
La rivincita dell’eolico sul fotovoltaico
Da quando è stato eliminato il Conto Energia, il sistema di incentivazione che ha dato una spinta enorme al settore del fotovoltaico, le nuove installazioni seppur ridotte, si sono assestate sui 300 MW di nuova potenza l’anno. Per i prossimi anni è previsto un incremento di 1,5 GW.
Ciò che forse stupisce è che dei nuovi 3,7 GW, che consentiranno di produrre 7,9 TWh di energia elettrica, il 40 per cento proverrà dall’eolico: esattamente 3,2 TWh. “L’Italia – scrive il Gse – potrà contare su 6,9 TWh di energia verde in più, passando così dai 109,5 TWh del 2015, ai 116,4 del 2020”.
Più rinnovabili, più posti di lavoro
La visione positiva non si ferma alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. Secondo lo scenario ipotizzato dal Gse, “le spese per l’esercizio e la manutenzione dell’intero parco di generazione elettrica da Fer (Fonti energia rinnovabile) si attesteranno intorno ai 4,5 miliardi di euro annui”. Tradotto in posti di lavoro, significa 50mila occupati a tempo pieno, considerando il ciclo di vita degli impianti.
Lo studio inoltre stima che la bolletta dei consumatori diventerà più leggera, nonostante l’aumento degli impianti: una riduzione di 600 milioni in 4 anni, ovvero dai 12,7 miliardi di euro del 2015 ai 12,1 miliardi del 2020. Non solo, ma “nel 2030 si stima che gli oneri in bolletta si attesteranno a 7,2 miliardi di euro”, grazie a quegli impianti incentivati che cesseranno la produzione.
Lo scenario internazionale
D’altronde lo affermava già l’International Renewable Energy Agency (Irena) descrivendo il 2015 come uno degli anni record per quanto riguarda le nuove installazioni: 152 GW di nuova potenza, con un incremento dell’8,3 per cento. Numeri mai registrati finora. E se da un lato continua a crescere la nuova potenza installata, in particolare in Paesi come la Cina, dall’altro abbiamo sempre più fondi di investimento che credono e scommettono sulle fonti rinnovabili. Dalle università ai fondi pensionistici del Nord Europa, fino al neonato Breakthrough energy ventures fund, il fondo di investimento voluto da Bill Gates e altri milionari per lo sviluppo di nuove tecnologie per la produzione di energia da rinnovabili.
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