L’anno che sta per concludersi fa ben sperare per il futuro dell’energia solare. I dati globali sul fotovoltaico crescono, gli esempi positivi si moltiplicano. Sebbene resti molto lavoro da fare, seguire il sole ci manterrà sulla strada giusta.
A che punto siamo con le rinnovabili in Italia, alla vigilia della grande corsa verso gli obiettivi al 2030
Si torna a parlare di una prospettiva di crescita sostenuta per il comparto delle rinnovabili in Italia, soprattutto per il fotovoltaico e l’eolico. Ma non è tutto oro quello che luccica.
L’Italia deve installare 40 gigawatt (GW) di nuovi impianti a fonti rinnovabili entro il 2030, secondo quanto prevede il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec). Ci aspetta una “maratona” decennale, per colmare anche i ritardi degli ultimi anni che hanno registrato una crescita irrisoria delle fonti rinnovabili. Riusciremo a centrare gli obiettivi? Difficile a dirlo, ma quello che è certo è che ci sono non pochi ostacoli sul percorso che ci separa al 2030.
Lo sviluppo delle rinnovabili in Italia
La nuova potenza installata di rinnovabili nel 2018 è stata di 1.162 megawatt (MW), con una crescita del 28 per cento (oltre 250 MW) rispetto al 2017, secondo i dati del Renewable energy report 2019 dell’Energy&Strategy group della School of management del Politecnico di Milano. Sul podio l’eolico con 511 MW che dopo anni è riuscito a superare il fotovoltaico. La generazione elettrica dal sole lo scorso anno ha registrato 437 nuovi megawatt di impianti installati, a seguire l’idroelettrico con 140 MW e le biomasse con soli 74 MW.
A fine 2018 la potenza installata da rinnovabili ha superato i 54 GW, più precisamente 37 GW se si esclude l’idroelettrico “storico” già installato nel nostro Paese prima degli anni duemila, ossia circa il 45 per cento del parco di generazione italiano che ammonta a circa 118 GW e che non ha visto nel corso dell’ultimo anno nessun incremento di potenza connesso a produzione da fonte tradizionale.
Che cosa prevede il Piano integrato energia e clima
Il nuovo Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), ancora in fase di approvazione, determina le strategie dell’Italia per il periodo 2021-2030 in merito a decarbonizzazione, efficienza energetica, autoconsumo e generazione distribuita, sicurezza energetica ed elettrificazione dei consumi. Il testo è sostanzialmente un aggiornamento rispetto alla Strategia energetica nazionale, pubblicata a fine 2017, ma una volta approvato sarà vincolante.
Il documento, definito dal governo italiano sulla scorta degli obiettivi europei, intende pianificare lo sviluppo del mercato dell’energia da qui al 2030 e le installazioni annuali di rinnovabili dovranno essere nell’ordine dei GW, un’unità di misura che non si vedeva da tempo, e con un andamento di crescita nel periodo 2025-2030 decisamente superiore al passato.
Gli obiettivi di potenza installata per le diverse fonti rinnovabili al 2025 e al 2030 sono decisamente sfidanti: si punta fortemente su eolico e soprattutto fotovoltaico (2,5 volte l’installato attuale). Questo determinerà un aumento complessivo della potenza da fonti rinnovabili installata del 75 per cento.
Gli ostacoli verso l’obiettivo del 2030
Ma non è tutto oro quello che luccica, secondo il Renewable energy report 2019 le criticità sono molte e riguardano la reale fattibilità del piano. “Sarà necessario gestire la volatilità dei prezzi attesi, mentre lo storage è ancora lontano dall’essere economicamente competitivo e vi sono difficoltà concrete nell’intervenire sul patrimonio installato con azioni efficaci di revamping e repowering, vale a dire di ‘ammodernamento’ e potenziamento dei vecchi impianti”, spiega Vittorio Chiesa, Direttore dell’Energy&Strategy group. Gli obiettivi del Piano sono ambiziosi ma vanno raggiunti se si vuole ottenere il taglio delle emissioni di gas serra stabilito a livello internazionale.
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