Le enormi riserve di combustibili naturali formatisi nel corso dell’evoluzione del nostro pianeta, sedimentate nelle profondità della crosta terrestre e lì conservate per milioni di anni, le stiamo bruciando tutte in un secolo. Petrolio, carbone e gas metano coprono oggi l’80% del fabbisogno energetico mondiale; un altro 6% circa è coperto da materiale fissile (essenzialmente
Il Risiko delle rinnovabili. Come il loro sviluppo sta trasformando gli equilibri geopolitici
Lo sviluppo delle rinnovabili sta trasformando radicalmente il modo di produrre e di utilizzare l’energia ma i cambiamenti saranno più radicali e profondi e coinvolgeranno gli equilibri geopolitici globali.
Fino a oggi, produrre energia ha significato l’impiego di carbone, gas naturale, petrolio e, nel caso del nucleare, uranio. Negli ultimi dieci anni, il mercato dell’energia sia è trasformato e le rinnovabili sono entrate in competizione con le fonti tradizionali, in primis l’eolico e il solare. Queste ultime devono essere utilizzate in loco, a differenza dei combustibili fossili che possono essere estratti in un posto e trasportati per essere utilizzati altrove, con spostamenti spesso su scala globale. In quest’ottica le rinnovabili oggi stanno riducendo il ruolo di potere dei Paesi che detengono le risorse fossili e dei soggetti che le trasformano e le distribuiscono.
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Decentralizzazione della produzione e distribuzione dell’energia
L’elettricità prodotta da fonti rinnovabili ridistribuisce il potere politico ed economico. L’energia rinnovabile offre opportunità di partecipazione, investimento e controllo fino a oggi sconosciute sia a nuovi attori centralizzati come i giganti di Internet, i cosiddetti FANGS – Facebook, Amazon, Netflix e Google – sia ad attori più decentralizzati: potenzialmente perfino una città, un quartiere e addirittura una casa singola possono entrare nel mercato dell’energia come produttori e distributori, evidenziando le potenzialità di crescita delle micro-reti locali. La tendenza al decentramento si diffonderà e accelererà, impattando in modo sempre più significativo sulle relazioni geopolitiche in tutto il mondo. Da un lato, coloro che detenevano il potere legato ai combustibili fossili si opporranno per fermare la contrazione dei loro mercati, il calo dei prezzi e la conseguente perdita di influenza economica e politica a livello globale; dall’altro, alcuni Paesi potranno ridurre la loro dipendenza da paesi esteri, aumentare la sicurezza energetica, allentando le tensioni.
Le rinnovabili ridisegnano il futuro dei paesi in via di sviluppo
Le risorse eoliche e solari sono distribuite in modo non uniforme in tutto il mondo. Il solare è una fonte di energia pulita disponibile soprattutto in aree a bassa latitudine, non solo in paesi molto ricchi come l’Arabia Saudita che sta già investendo in impianti ad energia pulita, ma anche in realtà molto povere, nell’Africa sub-sahariana. Ed è proprio in questi contesti, che spesso sono anche quelli su cui il cambiamento climatico influisce in maniera più pesante, che la generazione locale decentralizzata è l’opzione più pratica e fattibile per creare accesso all’energia e sviluppare economicamente e socialmente queste comunità. Lo sviluppo delle rinnovabili in queste aree richiederà un supporto internazionale e costituirà senza dubbio un ulteriore tassello del panorama geopolitico del prossimo futuro.
Un equilibrio geopolitico in divenire con diversi interrogativi
Affidarsi al vento o al sole per produrre energia è il primo passo per ogni Paese per diventare indipendente a livello energetico, a patto che gli impianti di energia pulita non siano posseduti e gestiti da entità straniere. Negli ultimi anni stiamo invece assistendo alla stipula di contratti per la produzione di energia eolica o solare che coinvolgono diversi soggetti internazionali. Si tratta in effetti di una categoria completamente nuova di commercio di risorse che avrà, in termini che ancora non sono pienamente evidenti, influenza sugli equilibri geopolitici globali.
Molto ancora rimane da capire su come si organizzeranno le catene di approvvigionamento dei materiali impiegati nella costruzione delle infrastrutture per l’energia pulita, ad esempio rame, cobalto, cadmio, tellurio etc. A questo riguardo è tutto da capire quale sarà in futuro il ruolo della Cina nello scacchiere internazionale vista la sua posizione dominante nelle attività di estrazione, produzione e lavorazione dei minerali essenziali a molte tecnologie pulite. Ma un altro interrogativo si apre guardando alla perdita di potere economico dell’industria dei combustibili fossili, in particolare negli Stati Uniti dove la lobby fossile esercita un enorme potere sulla politica, e sarà interessante capire come verrà gestito – o colmato – questo vuoto.
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