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Rinnovabili, sale al 14% il consumo Ue. Italia al 13,5%
È salito al 14% l’apporto delle energie rinnovabili ai consumi in ambito Ue nell’ultimo anno di cui sono disponibili le rilevazioni, il 2012. Anche in Italia la quota è cresciuta fino al 13,5%, che rimane un filino meno della media continentale, ma che è comunque uno tra gli aumenti maggiori del periodo 2004-2012. Un bel passo
È salito al 14% l’apporto delle energie rinnovabili ai consumi in ambito Ue nell’ultimo anno di cui sono disponibili le rilevazioni, il 2012. Anche in Italia la quota è cresciuta fino al 13,5%, che rimane un filino meno della media continentale, ma che è comunque uno tra gli aumenti maggiori del periodo 2004-2012. Un bel passo avanti verso il target italiano del 17%.
Questo vuol dire che, pur lentamente, continua a crescere l’uso delle rinnovabili in Europa, nel 2012 arrivato al 14,1% contro il target del 20% fissato per il 2020. L’Italia è uno dei paesi in cui si è registrata una delle crescite maggiori a partire dal 2004. È quanto emerge dai dati Eurostat, secondo cui solo tre Paesi – Svezia, Bulgaria ed Estonia – hanno già raggiunto gli obiettivi 2020.
I Paesi in cui è aumentato di più il consumo di energie rinnovabili sono stati la Svezia (passata dal 38,7% del 2004 al 51% del 2012), la Danimarca (dal 14,5% al 26%), l’Austria (dal 22,7% al 32,1%), la Grecia (dal 7,2% al 15,1%) e infine l’Italia (dal 5,7% al 13,5%).
La progressione ‘verde’ italiana ha marcato il 6,5% nel 2007, il 10,6% nel 2010, il 12,3% nel 2011, mentre deve ancora crescere del 3,5% per raggiungere il target del 17% fissato per il 2020. I paesi ‘più verdi’ in termini assoluti sono la Svezia (record Ue con il 51%, superando con otto anni di anticipo il target del 49%), la Lettonia (35,8%), la Finlandia (34,3%) e l’Austria (32,1%). L’Estonia è stata la prima a raggiungere in anticipo l’obiettivo 2020 nel 2011 (rinnovabili a 25,2% nel 2012), seguita poi nel 2012 anche dalla Bulgaria (16,3%). Gli stati ‘maglia nera’ per l’uso di energia rinnovabile sono invece Malta (1,4%), Lussemburgo (3,1%), Gran Bretagna (4,2%) e Olanda (4,5%).
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