La riserva di Yasuní è salva. L’Ecuador ha detto “no” al petrolio

In Ecuador si è votato per bloccare lo sfruttamento petrolifero nell’Amazzonia e per il primo turno delle elezioni presidenziali.

Si tratta di una vittoria storica “per l’Ecuador e per il mondo intero”. Le associazioni ecologiste, i partiti ambientalisti e le popolazioni indigene hanno accolto con grande soddisfazione l’esito del referendum che, unitamente alle elezioni presidenziali, è stato sopposto al voto degli elettori nella giornata di domenica 20 agosto. I “sì” allo stop a tempo indeterminato alle trivellazioni alla ricerca di petrolio nella riserva di Yasuní, in piena foresta Amazzonica, hanno vinto con il 58,9 per cento dei voti.

I “sì” allo stop al petrolio sfiorano il 59 per cento

La consultazione referendaria era stata indetta il 9 maggio scorso dalla Corte costituzionale della nazione sudamericana. Al centro della contesa un giacimento presente in un’area ricca di zone umide che rappresentano un ecosistema fondamentale per numerosissime specie vegetali e animali. In gioco c’erano quindi, da un lato, la difesa della biodiversità e dell’ambiente in loco. Dall’altro, la questione globale del clima: la scienza ha spiegato infatti che se vorremo limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 1,5 gradi centigradi, di qui alla fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali, dovremo rinunciare ad estrarre ogni nuovo tipo di combustibile fossile. E l’uso di quelli già disponibili dovrà essere rimpiazzato il prima possibile da fonti di energia pulite come eolico e solare.

Un oleodotto nella riserva di Yasuní
Un oleodotto nella riserva di Yasuní © Bloomberg/Getty Images

Per queste ragioni numerose organizzazioni non governative si sono schierate a favore di una messa al bando del petrolio nella riserva di Yasuní, a cominciare dall’associazione Yasunidos, che prima del voto aveva lanciato numerosi appelli alla popolazione affinché si schierasse per lo stop allo sfruttamento delle fonti fossili.

“Lo stato avrà adesso un anno per smantellare le installazioni petrolifere. Speriamo che questo risultato crei un precedente: per la sopravvivenza e prosperità dei popoli incontattati è cruciale proteggere i loro territori”, ha commentato l’associazione Survival International.

Presidenziali in Ecuador, al ballottaggio Luisa Gonzales e Daniel Naboa

Per quanto riguarda le elezioni, nessun candidato ha raccolto i voti necessari per vincere al primo turno. Si andrà dunque al ballottaggio, previsto il 15 ottobre, che vedrà protagonisti la candidata del Movimento rivoluzione cittadina, Luisa Gonzales, erede ideale dell’ex presidente socialista Rafael Correa, che ha ottenuto il 33,3 per cento delle preferenze, e la sorpresa Daniel Naboa. Figlio di un miliardario magnate delle banane, Alvaro, che è stato più volte candidato alle elezioni presidenziali, il 35enne ha ottenuto il 23,7 per cento. Sarà uno dei due a succedere all’attuale presidente dimissionario Guillermo Lasso.

Le operazioni di voto si sono svolte nella tranquillità in tutto il territorio nazionale, nonostante i timori suscitato dal brutale assassinio di Fernando Villavicencio, giornalista e attivista politico, ucciso mentre usciva da una scuola della capitale Quito, nella quale si era recato per partecipare ad un comizio.

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