Dal mischiglio della Basilicata alla zucca malon del Friuli al cappero di Selargius, in Sardegna: i presìdi Slow Food che valorizzano prodotti dimenticati, ma di fondamentale valore per la biodiversità, il territorio e le comunità.
Riso “amaro”
VENDEVANO RISO NORMALE COME BIOLOGICO.
Prende il nome dal celebre film di Giuseppe De Santis “Riso amaro”
l’operazione dei Nas, coordinata dalla procura di Vigevano, che ha
portato alla scoperta di una frode per circa 6,4 milioni di euro
(piu’ di 12 miliardi di vecchie lire), all’arresto di otto persone
(sette uomini e una donna) e al sequestro di un ingente
quantitativo di riso trattato con antiparassitari che veniva
spacciato per riso biologico. I carabinieri dei Nas di Cremona,
insieme con la Guardia di finanza di Vigevano, hanno scoperto che
due societa’ con sede in provincia di Pavia comperavano riso e
granaglie, coltivati normalmente (in Argentina, Ucraina, Italia)
per rivenderle come prodotti biologici ad aziende specializzate,
soprattutto in Austria e Francia. Oltre agli otto arrestati, sono
indagate 12 persone nell’ambito della stessa inchiesta. (ANSA)
CIBI BIOLOGICI FINTI: GEN. NIGLIO (NAS), NIENTE
ALLARMISMI
Prodotti “biologici” falsi? “Ne abbiamo trovati, e su altri abbiamo
dei dubbi: saranno i nostri laboratori a chiarirli. Ma la
stragrande maggioranza dei produttori sono onesti: i consumatori
possono stare sostanzialmente tranquilli”.
Il generale Gennaro Niglio, comandante del Nucleo
antisofisticazione dei carabinieri, prova a smorzare gli allarmismi
suscitati dai risultati dei controlli effettuati proprio dai Nas su
540 tra fattorie e imprese commerciali del nord Italia. Controlli
che hanno portato al sequestro di decine di campioni sospetti e di
tonnellate di alimenti con etichette irregolari, oltre che
all’arresto di 8 persone e alla denuncia di altre 116 per frode
alimentare.
“Gli arresti ? spiega il generale ? si riferiscono all’operazione
ribattezzata ‘Riso amaro’, condotta nella zona di Pavia: il riso
venduto come ‘biologico’. ovvero come non trattato con additivi
chimici, proveniva in realta’ da normali risaie italiane ed estere.
In questo, come nel caso del prezzemolo acquistato in un normale
supermercato e poi rivenduto come ‘biologico’, il danno non e’ per
la salute ma per il portafogli del consumatore. Visto che il
‘biologico’ costa in genere di più dei prodotti normali”.
(AGI)
VIZIOLI (AIAB): BEN VENGANO I CONTROLLI DEI NAS
“Stupisce la flebile e incerta risposta o addirittura il silenzio,
delle associazioni di categoria che hanno strenuamente difeso
l’agricoltura italiana senza se e ma, in occasioni ben più
inquietanti quali la BSE, la diossina nei polli o i pesticidi negli
alimenti e nell’ambiente. Eppure gli oltre 60.000 operatori che
hanno scelto l’agricoltura biologica e fanno dell’Italia il primo
Paese europeo per superficie investita e aziende interessate, sono
ugualmente loro associati ma evidentemente figli di un Dio minore”.
E’quanto ha dichiarato il Presidente dell’AIAB (Associazione
Italiana per l’Agricoltura Biologica), Vincenzo Vizioli commentando
i fatti degli ultimi giorni. “Stupisce anche il silenzio delle
Regioni, autorità di controllo e vigilanza
sull’attività degli Organismi di Controllo e Certificazione
che operano nel biologico, ? continua Vizioli ? per dichiarare al
consumatore se questi sono onesti competenti e capaci a garantire
le produzioni biologiche. Il fatto che da parte loro non ci siano
mai state denunce, conferma che così è; allora
perché non dirlo? Forse si ha paura che parlare bene del
sistema biologico possa dare troppa importanza al settore? Se
così è perché nei Piani di Sviluppo Rurale
l’agricoltura biologica è, almeno nelle parole, intervento
centrale?” AIAB sta osservando con attenzione gli sviluppi della
situazione per valutare l’opportunità di presentare denuncia
contro i truffatori, come parte lesa a difesa
dell’onorabilità del sistema e di tanti produttori seri ed
onesti mal tutelati da chi li dovrebbe rappresentare. Ben vengano i
controlli dei NAS a supportare la già efficace azione di
vigilanza degli organismi di controllo, ? conclude il Presidente
dell’AIAB ? ben venga l’impegno degli stessi O.d.C. ad aggiornare e
migliorare continuamente l’operatività del sistema a
garanzia dei consumatori e della stragrande maggioranza dei
produttori onesti. Oggi il mondo del biologico ringrazia
sentitamente il Ministro Alemanno per la sua onestà e
coerenza verso il settore, restando in attesa di chi vuole
rappresentare tutto il mondo agricolo ma usa il biologico solo come
fiore all’occhiello quando gli serve, dimenticandosi
sistematicamente di lui nell’agire quotidiano”.(Comunicato
Stampa)
I CONSUMATORI SI POSSONO FIDARE DEL BIOLOGICO ITALIANO
Chi mangia ha il diritto di essere tutelato fino in fondo,
così come chi produce o vende biologico con onestà.
“E rispettando tutte le regole europee”, aggiungono al CCPB
(Consorzio per il Controllo dei Prodotti Biologici di Bologna) a
commento della notizia che i Carabinieri dei Nas hanno scoperto
partite di falso biologico (da etichettature irregolari a prodotti
di cui si sta analizzando il contenuto). Al CCPB si condividono
anche le affermazioni del Ministro Alemanno perchè, se
c’è chi falsifica Bio, il danno è forse più
rilevante in chi produce e certifica i prodotti. In quanto ha
investito risorse ed energie, non solo umane, nel settore.
Più controlli ci sono e più garanzie può avere
chi lavora bene rispettando tutte le regole, è il leit
motive del CCPB. E se si scoprono dei falsi, vuol dire che i
controlli funzionano. Anzi, “siamo noi stessi ? sostiene Lino Nori,
Presidente del CCPB ? i primi ad essere interessati che i controlli
avvengano, magari, come è già capitato, aiutando i
Nas nelle loro indagini e ricerche”.
E se si sono scoperti dei falsificatori, è anche vero che
quantità e volumi sono limitatissimi rispetto all’intero
settore Bio, segno che non è facile mettere in piedi una
truffa ai danni del consumatore, del produttore, del trasformatore
e di chi vende. (Ufficio Stampa Dolp’s Studio)
ASS. NAZ. BIO (CIA): AUMENTARE LE ANALISI
In merito alle notizie di stampa circa le indagini dei Nas sui
prodotti biologici, premesso che concordiamo sulla necessità
di accertamenti approfonditi su tutto quello che arriva sulle
tavole dei consumatori, Anabio, l’Associazione Nazionale
Agricoltura Biologica della CIA è anche da sempre
assertrice, tra l’altro, della necessità di aumentare,
nell’ambito stesso del sistema di controllo e certificazione, la
percentuale di campionamenti ed analisi fino ad arrivare al 100%
nei casi dubbi. Ci sono 280 campioni prelevati per le analisi, i
risultati però, ancora non si conoscono. Ci sono 8 persone
arrestate e 118 denunciate: non risultano essere produttori
agricoli ma una vera e propria organizzazione a delinquere. Per
contribuire a fare chiarezza dobbiamo ricordare che il sistema di
controllo e certificazione non è costituito tra produttori e
trasformatori anzi, in virtù delle norme EN 45011 e per dare
maggiore garanzia ai consumatori, detti organismi devono assicurare
la terzietà del sistema. Le stesse norme prevedono
altresì che le categorie interessate (sia produttori che
consumatori) siano presenti negli organismi direttivi degli O.d.C
per vigilare e redimere eventuali controversie. Ad oggi non tutti
gli O.d.C assolvono a questi compiti. Noi continuiamo a chiedere
che tutti rispettino anche questa norma e che, con la prossima
revisione del Decreto Legislativo 220/95 (che definisce in Italia
il sistema di controllo e la vigilanza pubblica sugli O.d.C.),
tutte le regole siano rese più stringenti e tutto il sistema
più trasparente. (Comunicato Stampa)
BIOLOGICO: CONFAGRICOLTURA, “OCCORRONO NORME CERTE E
CHIARE”
Per l’agricoltura biologica occorrono norme ”certe e chiare a
difesa del consumatore e degli imprenditori onesti sulla
tracciabilita’, tali da consentire un’immediata individuazione
della provenienza del prodotto che giunge sulle nostre tavole”. E’
quanto afferma Confagricoltura che, in seguito alla recente
scoperta dei carabinieri di un falso riso biologico messo in
vendita a Pavia da ditte di trasformazione, sottolinea tutto il
proprio appoggio e la condivisione per l’importante opera di
controllo sugli alimenti svolta dalle forze dell’Ordine. Secondo
l’associazione e’ necessario ”continuare sulla strada della
massima garanzia di genuinita’ dei nostri prodotti”. L’agricoltura
biologica, che per legge prevede un sistema di certificazione
obbligatorio, a carico delle aziende richiedenti, ”e’ un metodo
colturale ?spiega il presidente della Confagricoltura, Augusto
Bocchini? che non prevede l’utilizzo di prodotti chimici di
sintesi. Di questo deve essere data certezza a chi intende
acquistare un prodotto che ritiene coltivato in maniera piu’
naturale”.(Adnkronos)
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