Perché è bene sapere cosa sono le società di gestione del risparmio e i fondi comuni di investimento
Per essere investitori consapevoli è bene sapere come operano le società di gestione del risparmio e cosa sono i fondi comuni d’investimento.
Come gestire il proprio patrimonio in modo consapevole? Con una consulenza sugli strumenti di risparmio gestito e la piena coscienza di rischi e obiettivi.
In questo periodo storico segnato da tensioni geopolitiche ed energetiche, inflazione e rallentamento della crescita, continua a crescere il senso di incertezza esploso con la pandemia di Covid-19. Del resto, quanti hanno sentito più tangibile il rischio di non riuscire ad arrivare a fine mese e di veder sfumare i propri risparmi e le proprie risorse economiche? Sembrerà controintuitivo, ma è proprio in momenti come questi che diventa ancora più importante conoscere le varie possibilità con cui provare a far fruttare il denaro (tanto o poco che sia) che si è riusciti a mettere da parte, a partire dagli strumenti di risparmio gestito.
L’incertezza sul domani ha fatto sì che molti italiani custodissero i propri risparmi sotto il materasso, come emerso dalla quarta edizione dell’indagine straordinaria sulle famiglie italiane condotta dalla Banca d’Italia. Tra le famiglie la propensione al risparmio è aumentata notevolmente, confermano i dati Istat riferiti al 2020, complice appunto con lo scoppio della pandemia e le precauzioni assunte di conseguenza, unitamente al freno allo shopping e alla maggior sedentarietà.
Bisogna però evitare di restare imprigionati di questo stato (mentale) di emergenza, come lo potremmo definire. Tenere fermi i propri risparmi, ad esempio tra conti e depositi, non è vantaggioso: il rischio è che siano spesi o erosi dall’inflazione, termine che indica l’aumento generalizzato dei prezzi e la contestuale perdita di potere d’acquisto della moneta unica di riferimento.
L’andamento dei mercati nel corso degli anni ha dimostrato che la tendenza è quella di recuperare: investire e reinvestire può evitare di perdere denaro e raggiungere, anche con tempi più lunghi rispetto a quelli preventivati, i propri obiettivi. Per orientarsi nel sistema articolato e complesso dei mercati finanziari non bastano numeri e informazioni che si riescono a reperire e digerire: serve una conoscenza approfondita, pratica e continuativa dei mercati stessi e delle possibili soluzioni a disposizione.
Seppure l’alfabetizzazione finanziaria degli italiani sia migliore di quanto supposto, come rivelato dal terzo rapporto Assogestioni-Censis, chi non è un professionista o un investitore di lungo corso rischia di sbagliare e non azzeccare i tempi giusti, entrando sui mercati quando sono ai massimi per uscirne quando sono ai minimi, ossia comprando a prezzi alti e vendendo al ribasso.
Alle singole conoscenze in materia d’investimenti può essere complementare la consulenza finanziaria evoluta, che suggerisce al risparmiatore come pianificare gli investimenti indirizzandolo sulla scelta meno emotiva (che lo condurrebbe all’insuccesso) e più razionale. In un’ottica di ottimizzazione fiscale, in vita e anche dopo, tiene conto del mosaico patrimoniale nel suo complesso – finanziario, assicurativo, fiscale, successorio e previdenziale – anche presso molteplici istituti bancari.
La consulenza può essere un valido alleato per orientarsi nella varietà degli strumenti di risparmio gestito, progressivamente messi a disposizione dall’innovazione finanziaria e apprezzati dal 46,2 per cento degli intervistati nel rapporto Assogestioni-Censis. Il risparmio gestito consiste in un portafoglio di strumenti finanziari amministrato da un intermediario su specifico mandato. L’incaricato, che può occuparsi di un patrimonio individuale o collettivo, penserà a tutte le operazioni di acquisto e di vendita delle attività finanziarie.
Fanno parte delle soluzioni di risparmio gestito le gestioni patrimoniali, cioè forme di affidamento individuale dei risparmi a un intermediario finanziario (che può essere anche una banca), e le polizze vita, contratti stipulati con le compagnie assicurative.
In questa grande famiglia ci sono poi i fondi comuni, che sono strumenti di investimento gestiti da una società di gestione del risparmio (Sgr) e riuniscono le somme di più risparmiatori. Come se fossero un unico patrimonio, un grande salvadanaio, sono investiti sui mercati finanziari con lo scopo primario di battere l’indice benchmark di riferimento per ottenere un migliore rendimento.
Se qui siamo nel campo della gestione attiva, all’opposto c’è la gestione passiva degli Etf, gli Exchange traded funds: fondi indicizzati quotati e quindi scambiati in Borsa come fossero azioni che replicano l’andamento di un indice benchmark. Infine, nella grande famiglia del risparmio gestito figurano le Sicav, Società di investimento a capitale variabile.
Le opzioni a disposizione sono svariate, quindi è normale sentirsi inizialmente un po’ disorientati, soprattutto se si è alle prieme armi. Proprio per questo, il confronto con un consulente diventa indispensabile. Non esiste una soluzione che sia la migliore per tutti: solo con le giuste domande si può imboccare la strada più sicura. Innanzitutto, occorre interpretare le proprie esigenze finanziarie mettendo a fuoco i progetti di vita, magari l’acquisto di una moto o la vendita di una casa. Per poter scegliere lo strumento più adeguato al proprio profilo finanziario è bene, poi, definire l’orizzonte temporale, cioè per quanto tempo si è disposti a rinunciare alle proprie disponibilità finanziarie. Senza dimenticarsi di chiedersi “quanto sono dispost* a perdere?”, per quantificare la propensione al rischio ed essere pienamente consapevoli del percorso che si intende intraprendere.
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