Questa notte Harris e Trump si sfidano alle elezioni presidenziali Usa più incerte degli ultimi anni. Nella piccola Dixville Notch, dove si è già votato, è già pareggio. LifeGate seguirà i risultati dalla tarda serata.
Ci si aspettava un’onda blu, invece è rosa. I risultati delle elezioni di metà mandato negli Stati Uniti
La Camera passa ai democratici, il Senato resta ai repubblicani. Ma i risultati premiano le donne. Come sono andate le elezioni di metà mandato – midterm 2018 – negli Stati Uniti.
Ci si aspettava un’onda blu, invece è rosa. I democratici non hanno sfondato, conquistando la maggioranza alla Camera dei rappresentanti ma non al Senato, rimasto nelle mani dei repubblicani. La novità di queste elezioni di metà mandato (midterm), dunque, è da ricercare altrove: tra le oltre cento donne elette che hanno conquistato un seggio a Capitol Hill. La prima menzione, ovviamente, va a uno dei tanti “astri nascenti” della vigilia: Alexandria Ocasio-Cortez che a soli 29 anni è la donna più giovane ad essere stata eletta al Congresso degli Stati Uniti d’America. E poi ci sono le prime due donne musulmane, Rashida Tlaib e Ilhan Omar, e altrettante native americane, Sharice Davids e Deb Haaland. Insieme a loro un’onda rosa la cui cresta è controllata da Nancy Pelosi che, conquistando ad occhi chiusi un distretto della California, dovrebbe tornare a guidare la Camera dei rappresentanti.
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La vittoria delle donne e della diversità sociale
Al Congresso sono anche entrate le prime due donne di origine latinoamericana elette in Texas, Veronica Escobar e Sylvia Garcia, mentre è stata eletta la prima donna afroamericana dal Massachussetts, Ayanna Pressley. Stesso primato per Jahana Hayes, prima donna afroamericana eletta in un distretto del Connecticut. Infine, incredibile ma vero, l’Iowa ha eletto le prime due deputate alla Camera dei rappresentati di Washington – Cindy Axne e Abby Finkenauer – e il Tennessee ha eletto la sua prima senatrice, Marsha Blackburn.
Il resto – questa volta – era stato ampiamente previsto dai sondaggi della vigilia. A differenza del dramma del 2016, quando i risultati sovvertirono qualsiasi previsione, questa volta poco o nulla è sfuggito ai sondaggisti. Come previsto, nemmeno Beto O’Rourke è riuscito nell’impresa straordinaria di strappare a Ted Cruz il seggio da senatore in Texas (tradizionalmente repubblicano). Anche se questa è sfumata per un soffio.
We just want to say thank you to everyone who made this possible. Everyone who made us feel hopeful, everyone who inspired us. Everyone who became the most amazing campaign we could have ever hoped to belong to. Grateful that we got to do this with you. We love you. Goodnight! pic.twitter.com/1j6JnhtP0f
— Beto O’Rourke (@BetoORourke) 7 novembre 2018
L’onda rosa non è passata solo dalle deputate, ma anche dagli elettori. Anzi dalle elettrici, che hanno votato numerose, circa il 52 per cento del totale, trainando il Partito democratico verso la conquista della Camera. E al Senato? Lì la storia è stata diversa. Anzitutto si eleggeva solo un terzo dei senatori e la maggior parte di questi provenivano da stati tradizionalmente conservatori, quindi repubblicani. Il che ha consentito al partito del presidente Donald Trump di consolidare la maggioranza.
Dunque, il Congresso dei prossimi due anni sarà diviso a metà, ma le leggi, un po’ come in Italia dove vige una forma di bicameralismo perfetto, devono essere approvate senza modifiche da entrambe le camere. Questo significa che Trump dovrà iniziare – almeno sulla carta – a scendere a compromessi con i democratici per continuare a rispettare il suo programma. Potrebbe essere una buona notizia per l’ambiente americano e il clima globale che hanno l’occasione di tornare a “respirare” dopo due anni di “apnea” totale dovuti alla stretta dell’amministrazione americana.
Si è votato anche in 36 stati per il governatore
Oltre che per il Congresso, una parte della popolazione statunitense ha votato anche per eleggere il governatore del proprio stato. Per l’esattezza si è votato per 36 governatori. Anche in questo caso ci sono state parecchie novità che hanno visto premiato l’impegno delle minoranze e la diversità sociale.
Se in Florida, Georgia e Ohio, i repubblicani hanno mantenuto la poltrona, Illinois, Kansas, Maine, New Mexico e Michigan – quel Michigan narrato dal regista Michael Moore per la questione dell’acqua contaminata di Flint – sono ora passati nelle mani dei democratici.Il Maine ha espresso la prima governatrice, Janet Mills. In Colorado, Jared Polis è diventato il primo governatore omosessuale dichiarato. Va segnalato anche che in Florida si è votato per un referendum che restituisce il diritto di voto alle persone tornate in libertà dopo aver scontato regolarmente la loro pena in carcere. Sì, finora in Florida una persona che aveva pagato il conto con la giustizia non poteva partecipare alla vita politica.
Come cambieranno – se cambieranno – gli Stati Uniti è difficile dirlo, di certo c’è solo che il ruolo avuto dalle donne nelle istituzioni nel corso della storia non è mai passato inosservato e questo potrebbe contribuire a rendere meno teso il clima, questa volta politico, che si respira a Capitol Hill.
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