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Negli scorsi giorni si è parlato di un possibile ritiro del ddl sul cibo sintetico da parte del governo, ma il ministro Lollobrigida ha smentito.
Il governo italiano sta facendo dietrofront sul disegno di legge sul cosiddetto cibo sintetico? Secondo alcune indiscrezioni, il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida sarebbe pronto a ritirare il progetto legislativo che impone il divieto di produrre e commercializzare cibi prodotti in laboratorio, in primis la carne coltivata, nel nostro Paese. Questa scelta sarebbe motivata dal timore di una bocciatura del ddl da parte dell’Unione europea.
La notizia è scaturita dal ritiro da parte dell’Italia della notifica Tris per questo disegno di legge: si tratta di una procedura attraverso cui gli Stati membri devono notificare alla Commissione europea i progetti legislativi relativi a prodotti, che vengono poi analizzati alla luce della legislazione dell’Unione europea. La legge comunitaria potrebbe bocciare il ddl per un motivo principale: nel momento in cui l’Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, desse il via libera al cibo sintetico – al momento non autorizzato all’interno dell’Ue – il provvedimento italiano non potrebbe vietarne la commercializzazione secondo il principio della libera circolazione delle merci tra gli Stati membri.
Dal canto suo, sui social, il ministro Lollobrigida ha smentito di voler ritirare il ddl su cui a breve sarà chiamata a discutere la Camera. Lollobrigida ha dichiarato, inoltre, che il ritiro della notifica Tris è solo una questione formale che è stata effettuata altre volte. “Non solo non ritiro il ddl – ha concluso il ministro – ma sono più convinto che mai di dover dar corso alle indicazioni dei Comuni, delle Regioni (tutte) e dei milioni di cittadini Italiani che ci hanno chiesto esplicitamente di proteggere la nostra salute e la nostra economia. Su questa battaglia di civiltà, come su tutti gli impegni assunti dal Governo, andiamo avanti. Senza alcun passo indietro”.
Il ddl sul cibo sintetico era stato presentato nel Consiglio dei ministri lo scorso 28 marzo dallo stesso Lollobrigida come “il primo provvedimento di questa natura a livello internazionale volto a tutelare la salute, la nostra produzione, il nostro ambiente e un modo di vivere che connette la produzione del cibo nel rapporto tra uomo, lavoro, territorio e allevamento”. La notizia aveva fatto il giro del mondo e riacceso il dibattito sulla carne coltivata, tra chi la considera “parte della soluzione” e chi una “falsa soluzione”. A luglio il ddl aveva ricevuto una prima approvazione dal Senato; ora, l’indiscrezione su una possibile marcia indietro, anche se smentita, fa sperare le associazioni animaliste e i sostenitori della causa.
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