Un documentario che racconta la vita attorno ad una grande quercia attraverso gli occhi dei suoi abitanti. Un film per tutti dal 25 gennaio al cinema.
Riviera international film festival 2019, i documentari e gli eventi green in programma dal 7 al 12 maggio
Un festival giovane per i giovani e con un’anima green. È il Riviera International Film Festival 2019, che torna a Sestri Levante dal 7 al 12 maggio, con un’edizione ricca di film, focus, mostre e incontri a tema ambientale gratuiti e di grande attualità.
Dieci film diretti da giovani registi, una sezione di documentari a tema ambientale e sociale, una giornata green ricca di incontri gratuti aperti a tutti e dedicati alla salvaguardia del nostro Pianeta, e tanti altri eventi collaterali e masterclass con al centro il cinema, i professionisti del settore e l’ecologia. È il programma del Riviera international film festival 2019 (Riff), nato nel 2017 come rassegna cinematografica dedicata ai registi under 35 e diventato anche un appuntamento amico dell’ambiente. Fondato da Stefano Gallini-Durante a Sestri Levante, in provincia di Genova, con l’intento di dare spazio ai giovani, offrire occasioni d’incontro con i protagonisti dell’arte cinematografica e valorizzare la Liguria e in particolare il territorio dell Tigullio. Il Riff è partito grazie alla folle scommessa di “pazzi visionari” (nella definizione di Vito D’Onghia, direttore esecutivo e co-fondatore del festival) e si è trasformato in un evento di portata internazionale, sostenuto dalle autorità locali, patrocinato dalla Regione e seguito da un numero crescente di appassionati d cinema.
Proprio qui, lo scorso anno avevamo avuto l’occasione di intervistare il climatologo Nigel Tapper, premio Nobel per la Pace nel 2007, invitato al festival per tenere una conferenza intitolata, “Costruire città più fresche e salubri in risposta ai cambiamenti climatici”. A lui era toccato anche il compito di presiedere la giuria della sezione documentari, vinta dal film Blue, sull’inquinamento degli oceani. Quest’anno a giudicare i sei documentari in gara ci saranno l’attrice Yalitza Aparicio (protagonista e candidata all’Oscar per Roma di Alfonso Cuarón) e la scrittrice e regista Elisa Fuksas.
Riviera international film festival 2019, il programma della terza edizione
L’edizione del Riff si tiene dal 7 al 12 maggio, e ha come suo quartier generale per le proiezioni il cinema Ariston e come location per le masterclass e i panel l’ex convento dell’Annunziata, situato in una suggestiva posizione affacciata sul mare. Qui si alterneranno ospiti di provenienza internazionale, come J. Miles Dale, produttore cinematografico premio Oscar nel 2018 con La forma dell’acqua, presente al festival anche in qualità di presidente della giuria, che valuterà i dieci film (ancora inediti in Italia) dei giovani registi esordienti provenienti da tutto il mondo, selezionati per la competizione.
Introdotta lo scorso anno, la sezione dedicata ai documentari a tema ambientale e sociale, le cui proiezioni sono gratuite, è diventata un appuntamento fisso e particolarmente sentito del cartellone del festival, come spiegato durante la conferenza di presentazione dal direttore D’Onghia: “In un Tigullio ancora ferito dal nubifragio di inizio novembre, la sezione dedicata ai documentari sull’ambiente assume un ruolo ancora più centrale per noi”.
#RaceToSurvive, gli eventi green
A rimarcare l’impegno per la sostenibilità del festival sono i tanti appuntamenti gratuiti dedicati a tematiche green, che avranno luogo soprattutto nella giornata di venerdì 10 maggio intitolata #Racetosurvive. Tra questi il focus sugli oceani Blue life (10 maggio alle 15:00) e quello sulle foreste Biosphere survival (10 maggio ore 11:00). Per tutta la durata del festival sarà possibile anche visitare, sempre gratuitamente, la mostra Caeli – Climate change, con cui Jacopo Pagin e Marta Ceccon affrontano l’emergenza ambientale globale, e la mostra I replastic, che esporrà presso l’ex convento dell’Annunziata le opere di Maby Navone, realizzate negli anni Ottanta e Novanta con la plastica raccolta sulla costa.
Su il sipario con il vento di Portofino
Quest’anno il festival apre in modo fortemente evocativo e simbolico: “Sarà il vento di Portofino ad alzare il sipario sul Riff 2019”, ha annunciato D’Onghia a Milano lo scorso 3 aprile, “grazie a generatori posti sopra il borgo, stiamo raccogliendo l’energia eolica necessaria per alimentare il film d’apertura del festival”. Un’iniziativa che viene raccontata anche attraverso un documentario e che è stata applaudita anche da Ilaria Cavo, assessore alla Cultura della Regione Liguria, intervenuta alla conferenza stampa: “Il fatto che Portofino, grazie all’energia del suo vento, riesca a inaugurare il festival è un segnale di attenzione fondamentale per il territorio, così come è importante che si affronti, durante il festival, il tema dell’ambiente. Eventi come la mareggiata che ci ha flagellato lo scorso anno sono da considerarsi come degli utlimatum che la natura ci lancia. Per questo diventa ancora più importante tenere accesi i riflettori.”
Riff 2019, tutti i documentari a tema ambientale e sociale
Sono sei i documentari in gara a tema ambientale e sociale. Tutti “sconvolgenti” nelle parole di Massimo Santimone, programmer del cartellone. Non solo: ci sono infatti altri film di grande interesse sociale, anche fuori concorso. Tra i più discussi, Active measures, primo ad indagare le accuse di collusione tra la campagna per le elezioni presidenziali del 2016 di Donald Trump e la Russia. Tra gli altri c’è Haiti, racconto emozionale di una missione nel paese caraibico, tra le attività benefiche della Fondazione Francesca Rava – Nph Italia, con protagonista Martina Colombari, da anni impegnata sul posto; Paani. Of women and water, che esplora il rapporto tra donne e acqua in un villaggio desertico senza acqua corrente in Rajasthan, India, al confine con il Pakistan; Inventing tomorrow, sull’impegno di un gruppo di giovani decisi a ridare un futuro a comunità colpite dalle devastazioni del degrado ambientale; I’am the revolution, un ritratto di tre donne divise tra Afghanistan, Siria e Iraq, a capo di un vero e proprio movimento e di una lotta per conquistare i diritti fondamentali delle donne e l’uguaglianza di genere.
Trame e trailer dei documentari in gara
Chasing the thunder (Usa, 2018), di Mark Benjamin e Marc Levin
Il film segue l’impresa di due capitani della marina di Sea Shepherd e del loro equipaggio di volontari, impegnato in una vera e propria lotta ambientalista contro la pesca illegale. Un’avventura in alto mare, che attraversa tre oceani e diecimila miglia, documentando l’inseguimento dei bracconieri e dei pirati della nave Thunder dall’Antartide all’Africa.
Ground War (Canada, 2018), di Andrew Nisker
Indagando sulla morte del padre, il regista entra in contatto con il mondo del golf e della lobby chimica, dove scopre che l’uso sfrenato dei pesticidi può essere molto più dannoso di quanto si pensi. Il film dà la parola agli esperti e agli attivisti, mostrando le conseguenze sulla vita umana e le malattie causate da questi agenti chimici, usati per mantenere intatti i manti erbosi dei campi da gioco. Parallelamente al film è stata creata una piattaforma online dove trovare informazioni e connettersi per combattere e ottenere le necessarie restrizioni sull’uso dei pesticidi nelle proprie aree.
Sharkwater Extinction (Canada, 2018), di Rob Stewart
Un’indagine durata quattro anni e costata la vita al suo regista, il 37enne fotografo e produttore canedese Rob Stewart, morto durante un’immersione a Islamorada in Florida, proprio durante le riprese del film. Già nel 2006 l’uomo aveva diretto un documentario intitolato Sharkwater, in cui sfatava i miti sugli squali e portava a galla il rischio della loro loro estinzione. Con questo secondo film Stewart voleva scoprire le connessioni tra la mattanza di queste specie e le organizzazioni criminali all’origine della pesca illegale. Ad emergere è un quadro drammatico che parla di 150 milioni di squali uccisi all’anno e che finiscono nelle maglie dell’industria, da quella alimentare a quella cosmetica. Il film, completato dai collaboratori di Stewart, è dedicato al suo autore e definito “l’eredità di un eroe”.
Stroop (Sudafrica, 2018), di Susan Scott
Il titolo Stroop si riferisce alla parola africana che significa “bracconaggio”. Il sottotitolo “Viaggio nella guerra del corno di rinoceronte”, spiega il contenuto del film. A produrlo e realizzarlo sono state due donne, Bonné de Bod e Susan Scott. Intenzionate a dedicare sei mesi all’indagine sul brutale bracconaggio che coinvolge questi animali a rischio di estinzione (alcune specie sono già estinte), le due cineaste si sono trovate al centro di in una vera e propria guerra, riuscendo a uscirne solo dopo quattro anni. Ad affrontare con coraggio questo delicato argomento era stata anche la fotoreporter Kate Brooks con il documentario The last animals.
The Human Element (Usa, 2018), di Matthew Testa
Attraverso l’obiettivo del fotografo James Balog, il regista racconta la collisione in atto sul pianeta tra gli elementi naturali (terra, acqua, aria e fuoco) e l’elemento umano. L’urgenza data dalle grandi catastrofi naturali non concede più tempo e questo documentario ci trascina letteralmente in mezzo a incendi e alluvioni, per mostrare da vicino e spronare tutti a muoversi per ristabilire il necessario equilibrio tra l’uomo e la natura.
Youth Unstoppable (Usa-Canada, 2018), di Slater Jewell-Kemker
Greta Thunberg non è stata la prima adolescente a mobilitarsi per il bene del pianeta. Già nel 2007, all’età di 15 anni, la giovane americana Slater Jewell-Kemker iniziò a partecipare ai summit ambientali, per intervistare i politici locali, armata della sua macchina fotografica. Fu solo l’inizio del lungo viaggio con il quale Slater iniziò a creare una rete di giovani attivisti di tutto il mondo, determinati a scendere in campo per salvare il pianeta. Questo documentario ripercorre proprio questo viaggio, attraverso il materiale originale e portando a galla le voci di una generazione appassionata e “inarrestabile” (unstoppable).
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