È Roberta Metsola la nuova presidente del parlamento europeo. Maltese, 43 anni, prende il posto di David Sassoli, scomparso prematuramente martedì 11 gennaio. L’eurodeputata conservatrice, già vice-presidente dell’assemblea legislativa comunitaria, ha ottenuto 458 voti a favore su 690. È la più giovane a ricoprire il ruolo e la terza donna a farlo nella storia.
🔴Roberta Metsola è la nuova presidente del Parlamento Europeo.
Eurodeputata maltese e membra del Partito popolare europeo, a 43 anni è la più giovane presidente dell'Assemblea di Strasburgo e la terza donna al suo vertice nella storia –> pic.twitter.com/YHevxH9wPB
Roberta Metsola era già vice-presidente del parlamento europeo
Si tratta di una scelta “lineare” dal punto di vista istituzionale, tenuto conto del ruolo che Metsola ha ricoperto nel corso della presidenza di Sassoli. Ma si tratta anche di una decisione che farà discutere: la parlamentare maltese ha assunto infatti posizioni particolarmente rigide, in particolare su temi sensibili come quello del diritto all’aborto.
Avvocato, Roberta Metsola ha lavorato dal 2004 al 2012 come rappresentante permanente del proprio paese presso l’Unione europea. Nel corso del tempo si è occupata principalmente di giustizia e affari interni. Nel 2013 è entrata per la prima volta in parlamento, come sostituta di Simon Busuttil, suo collega e membro dello stesso movimento politico: il Partito nazionalista maltese.
Dal 2004 all’intero delle istituzioni europee
Un anno più tardi, nel 2014, è stata eletta nuovamente. Come deputata europea, Roberta Metsola ha fatto parte della commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni. Al contempo, ha coordinato le attività del Partito popolare europeo, al quale aderisce, e ha partecipato alla commissione speciale dedicata alla lotta contro il terrorismo. È stata inoltra uno dei delegati per le relazioni europee con gli Stati Uniti e ha partecipato alla commissione d’inchiesta sui Panama Pampers.
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Ma a far discutere, appunto, sono state soprattutto le sue posizioni sui diritti civili. Metsola si è sempre opposta strenuamente al diritto all’aborto, votando sistematicamente contro tutte le risoluzioni che sostenevano la libertà di scelta da parte delle donne. Ma si è anche espressa, come riferisce la stampa internazionale, in modo restrittivo sulla contraccezione.
La lotta contro aborto e contraccezione. Ma posizioni morbide su Lgbt e migranti
Posizioni che stridono con quelle che, normalmente, l’Unione europea ha assunto su tali temi. Basti ricordare la battaglia condotta a favore del diritto all’interruzione delle gravidanze da parte della prima donna presidente del parlamento europeo, Simone Veil, in carica a partire dal luglio del 1979. Malta, d’altra parte, è uno dei due soli stati europei nei quali è ancora illegale l’aborto (in ogni circostanza).
Nello scorso mese di settembre, inoltre, Metsola ha deciso di astenersi su una risoluzione che conteneva raccomandazioni dirette alla Commissione di Bruxelles “concernenti l’identificazione della violenza di genere come nuova sfera di criminalità”.
Tuttavia, la deputata europea ha anche rifiutato alleanze con la destra estrema. In questo senso, ha votato più volte a favore di normative per la difesa dei diritti delle persone Lgbtq+ e ha anche assunto posizioni, sul tema delle migrazioni, meno dure rispetto a numerosi suoi colleghi conservatori.
Chi erano gli altri candidati alla presidenza assieme a Roberta Metsola
Da notare anche il fatto che nel 2017, fu tra coloro che chiesero le dimissioni del primo ministro maltese Joseph Muscat, dopo l’assassinio della giornalista Daphne Caruana Galizia, che da anni indagava su casi di corruzione nel sistema economico e politico dell’isola.
Metsola, in ogni caso, non era l’unica candidata alla successione di Sassoli. In lizza c’era in particolare l’eurodeputata ecologista svedese Alice Bah Kuhnke, la spagnola Sira Rego (sinistra radicale) e il parlamentare polacco Kosma Zlotowski (euroscettico, membro del gruppo dei Conservatori e riformisti).
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