La puntata di Mercoledì 29 luglio dei Rock Files Live! di LifeGate Radio è Black lives matter, interamente dedicata alla musica nera.
Rock Files Today – 15 Settembre – Little Richard
Oggi, 15 Settembre 1955 New Orleans, Louisiana Nei famosi studi di Cosimo Matassa si completa la registrazione, iniziata ieri, di un brano destinato ad entrare nella storia del rock. Lo ha scritto e interpretato Little Richard Penniman, formidabile pianista e cantante di colore che da alcuni anni cerca di farsi notare ma che non ha
Oggi, 15 Settembre 1955
New Orleans, Louisiana
Nei famosi studi di Cosimo Matassa si completa la registrazione,
iniziata ieri, di un brano destinato ad entrare nella storia del
rock.
Lo ha scritto e interpretato Little Richard Penniman,
formidabile pianista e cantante di colore che da alcuni anni cerca
di farsi notare ma che non ha ancora trovato il brano giusto con
cui sfondare.
In lui, crede ciecamente Robert “Bumps” Blackwell, producer
della Specialty Records, che gli prenota gli studios e ingaggia per
quelle session la back up band di Fats Domino.
Dopo aver ascoltato un paio di canzoni (che a suo parere non
funzionano) Blackwell chiede a Little Richard di suonargli quel
brano frizzante che c’era nel demo che gli aveva spedito qualche
mese addietro. Un pezzo che inizia con una specie di scioglilingua
(uam-bamp-a-luma / bu-am-bam-bum) che sembra imitare una rullata di
batteria e che poi si trasforma in un trascinante rock ‘n’
roll.
In realtà, quel brano ha origini lontane. Little Richard
lo ha ascoltato da un vecchio 78 giri di Slim e Slam del 1938, ne
ha mantenuto il titolo (Tutti Frutti) ma ne ha profondamente
modificato testo e struttura musicale.
Lo ha sperimentato in alcuni locali gay (che lui frequenta
abitualmente) tanto che le parole della canzone contengono
ammiccamenti e modi di dire in uso tra gli omosessuali. Per questo,
Blackwell contatta al volo la cantautrice di New Orleans Dorothy
LaBostrie, una che non ha grande senso melodico, ma che sa scrivere
testi brillanti. E’ lei a sostituire alcune parole incriminate con
altre di slang “pulito” più confacenti all’America puritana
di quegli anni.
Nonostante il brano (nell’interpretazione originale di Little
Richard) raggiunga un buon posto in classifica, diventa una hit
epocale nella versione assai più edulcorata di Pat Boone
(bianco, giovane, belloccio e rassicurante) e in quella ancor
più celebre di Elvis Presley.
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