La puntata di Mercoledì 29 luglio dei Rock Files Live! di LifeGate Radio è Black lives matter, interamente dedicata alla musica nera.
Rock Files Today – 29 Dicembre – Tim Hardin
Oggi, 29 Dicembre 1980 Hollywood, California Il corpo senza vita del cantautore Tim Hardin, 39 anni viene rinvenuto dalla polizia nel suo appartamento. Il verdetto del coroner è lapidario: “decesso dovuto a intossicazione acuta di eroina e morfina”. Da pochi mesi, Hardin era tornato a vivere negli Stati Uniti, a Seattle, dopo un lungo soggiorno
Oggi, 29 Dicembre 1980
Hollywood, California
Il corpo senza vita del cantautore Tim Hardin, 39 anni viene
rinvenuto dalla polizia nel suo appartamento. Il verdetto del
coroner è lapidario: “decesso dovuto a intossicazione acuta
di eroina e morfina”.
Da pochi mesi, Hardin era tornato a vivere negli Stati Uniti, a
Seattle, dopo un lungo soggiorno in Inghilterra, per poter stare
vicino al figlio Damion avuto dal matrimonio con Susan Moher, suo
più grande amore nonché musa ispiratrice, che Tim
aveva sposato nel 1966.
Alla donna e al figlio Tim aveva dedicato ad esempio l’intero album
Suite For Susan Moore and Damion – We Are-One, One, All In One.
Nella città americana Hardin era riuscito a vincere
l’ennesima battaglia contro una tossicodipendenza che durava da
oltre dieci anni, ma la droga aveva ormai minato in modo
irreparabile il suo fragile sistema psicologico: era impossibile
stargli vicino, si comportava in modo violento e insostenibile.
Fisicamente, poi, era irriconoscibile persino per i suoi amici di
vecchia data: del magro e fragile ragazzo di un tempo non c’era
più traccia. Adesso Tim Hardin era sciupatissimo, calvo e
sovrappeso. Era però riuscito a tornare in studio di
registrazione con il suo vecchio produttore Don Rubin e aveva
inciso due brani per un possibile nuovo disco.
Per questo si era trasferito a Los Angeles.
In Inghilterra c’era andato perché il servizio sanitario
locale permetteva ai tossicodipendenti una dose di eroina gratuita.
Qui si era anche riconciliato brevemente con la moglie Susan, ma
poi era giunto al punto di vendere tutti i diritti sulle sue
canzoni per poter acquistare sempre più droga.
Il suo songbook comprendeva brani epocali come If I Were A
Carpenter e Reason to Believe, portate al successo da Johnny Cash,
Bobby Darin o dagli Small Faces.
Successi straordinari ma soprattutto canzoni bellissime, senza
tempo.
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