In Europa la transizione energetica è vicina, grazie a un mix di eolico e solare, ma infrastrutture e burocrazia rischiano di rallentarla
La famiglia Rockefeller rinuncia al petrolio e investe nelle rinnovabili
Nel 1987 al Bellagio center della Fondazione Rockefeller si è tenuto uno dei primi incontri sul cambiamento climatico al quale parteciparono esperti e capi di stato e di governo interessati a iniziare un percorso per rispondere a una delle sfide più importanti del nostro tempo. Per questo la notizia che il Rockefeller brothers fund,
Nel 1987 al Bellagio center della Fondazione Rockefeller si è tenuto uno dei primi incontri sul cambiamento climatico al quale parteciparono esperti e capi di stato e di governo interessati a iniziare un percorso per rispondere a una delle sfide più importanti del nostro tempo.
Per questo la notizia che il Rockefeller brothers fund, l’organizzazione filantropica fondata nel 1940, abbia deciso di smettere di investire nei combustibili fossili per puntare sulle energie pulite, non deve sorprendere. Anche se John D. Rockefeller creò la sua fortuna grazie al petrolio, il regno da lui fondato, che ha come punta di diamante la compagnia petrolifera Standard Oil, ha sempre cercato vie alternative per usare il patrimonio economico in modo utile, per alleviare alcune delle pene che affliggono l’umanità. Oltre al fondo, va segnalata la più famosa e indipendente Fondazione Rockefeller impegnata dal 1913 proprio nella promozione del “benessere del genere umano in tutto il mondo”.
L’annuncio è stato fatto alla vigilia del Climate Summit 2014 che si è tenuto a New York il 23 settembre. Gli 860 milioni di dollari (675 milioni di euro) in questo momento investiti anche in compagnie legate ai combustibili fossili verranno gradualmente spostati in società che si occupano di trovare soluzioni alternative e pulite per coprire il fabbisogno energetico mondiale.
Stephen Heintz (sinistra), Valerie Rockefeller Wayne (centro), Steven Rockefeller (destra)
“Siamo quasi certi che se John fosse qui oggi, da uomo d’affari lungimirante quale era, avrebbe smesso di credere nei combustibili fossili per investire in energie pulite e rinnovabili” ha detto il presidente del fondo Stephen Heintz. Mentre Valerie Rockefeller Wayne, pronipote del magnate americano, ha affermato che “lasciare il pianeta in salute è un imperativo morale”.
Una decisione che segue un trend cominciato dalle università e che potrebbe avere grande influenza nel mondo economico e politico. Secondo il New York Times, oggi sono già 180 le fondazioni, i fondi pensionistici, le istituzioni locali americane insieme a centinaia di investitori privati che hanno deciso di far fruttare i loro “risparmi” in modo sostenibile. In totale sono circa 51 i miliardi di dollari sottratti alle casse delle società “sporche”, secondo quanto calcolato da Arabella advisors.
La decisione della famiglia Rockefeller è solo l’ultima di una serie di iniziative volte proteggere l’ambiente e contrastare il cambiamento climatico. Tra i progetti più ambiziosi c’è 100 resilient cities, il cui scopo è sostenere cento città in tutto il mondo nella loro trasformazione e adattamento ai mutamenti sociali, climatici ed economici che si stanno verificando in questo secolo. Per essere pronti a sostenere una civilità sempre più urbanizzata. La scelta delle 100 città che faranno parte di questo progetto verrà resa nota il 3 dicembre 2014.
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