La finanza ha la fondamentale responsabilità di traghettare i capitali verso la transizione energetica. Se ne è discusso al Salone del Risparmio 2022.
Clima, Federer si schiera con gli attivisti. E promette di parlare con Credit Suisse
Lo sponsor di Roger Federer è una banca che finanzia i combustibili fossili. Finito nel mirino degli ambientalisti, il campione promette di intervenire.
#RogerWakeUpNow: “Roger, adesso svegliati”. Con questo hashtag, il movimento ambientalista internazionale 350.org fa appello a Roger Federer, il tennista più famoso e titolato al mondo, invitandolo a prendere posizione netta in materia di clima. Anche a costo di schierarsi apertamente contro un suo storico sponsor, la banca Credit Suisse, che dal 2016 ha foraggiato con 57 miliardi di dollari svariate aziende attive nell’estrazione di combustibili fossili.
Since 2016 @CreditSuisse has provided $57 BILLION to companies looking for new fossil fuel deposits – something that is utterly incompatible with #ClimateAction @RogerFederer do you endorse this? #RogerWakeUpNow pic.twitter.com/ED1fIvb4Cr
— 350.org Europe (@350Europe) January 8, 2020
Greta Thunberg chiama, Roger Federer risponde
La provocazione, diventata virale, è stata ripresa anche della giovane attivista svedese Greta Thunberg, “Persona dell’anno 2019” per la rivista Time. A quel punto, il grande sportivo ha affidato la sua replica all’agenzia Reuters.
“Prendo molto sul serio gli impatti e le minacce dovuti ai cambiamenti climatici, in modo particolare ora che sono arrivato con la mia famiglia nell’Australia devastata dagli incendi. Da padre di quattro ragazzi e fervente sostenitore del diritto universale all’educazione, nutro grande rispetto e ammirazione nei confronti del movimento studentesco per il clima, e sono grato a questi giovani attivisti per averci spinti a prendere in esame i nostri comportamenti e mettere in atto soluzioni innovative. Staremo in ascolto, lo dobbiamo a loro e a noi stessi. Apprezzo che mi venga ricordata la mia responsabilità, in qualità di privato cittadino, di atleta e di imprenditore, e mi impegno a usare la mia posizione privilegiata per dialogare con i miei sponsor su questioni così importanti”.
Credit Suisse manda alla sbarra un gruppo di attivisti
Il tema è di stretta attualità. Proprio in questi giorni infatti è in corso il processo che vede imputati dodici attivisti che a novembre 2018 hanno messo in scena una partita di tennis dentro una filiale di Credit Suisse, mostrando cartelli con la scritta: “Credit Suisse sta distruggendo il Pianeta. Roger, tu la sostieni?”.
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Una prima sentenza, risalente alla primavera del 2019, li ha condannati a pagare una multa pari a circa 20mila euro per aver fatto irruzione nell’edificio senza autorizzazione e aver opposto resistenza alle forze dell’ordine. Ma gli ambientalisti – quasi tutti studenti – hanno sporto appello. E lunedì 13 gennaio il giudice ha ribaltato il verdetto a loro favore, dando ragione alle loro argomentazioni: visto che bruciare combustibili fossili è una minaccia “concreta e attuale” per il Pianeta, le proteste sono giustificate.
#RogerWakeUpNow Climate Alliance Switzerland and 100’000 climate marchers ask @CreditSuisse and @RogerFederer to use all their energy and money to preserve our living world. Thank-you! pic.twitter.com/ggC1c7KLpQ
— Climate Alliance Switzerland (@climalliancech) January 8, 2020
Quanti soldi vengono investiti (ancora) in carbone e petrolio
Di recente Credit Suisse ha promesso di voltare pagina, allineando il proprio portafoglio di investimenti agli obiettivi sanciti dall’Accordo di Parigi. Dopo aver escluso le nuove miniere di carbone dalla lista delle realtà finanziabili, a dicembre ha depennato anche le centrali a carbone di nuova costruzione.
Il cammino, però, è ancora lungo. Il rapporto Banking on climate change 2019 ha svelato che, dopo la firma dell’Accordo di Parigi, le banche hanno continuato a erogare denaro a pioggia all’industria dei combustibili fossili, principale responsabile delle emissioni di gas serra che stanno soffocando il Pianeta. Anzi, hanno addirittura aumentato gli importi. Per la precisione, in appena due anni 33 gruppi finanziari hanno investito oltre 1.700 miliardi di dollari in petrolio, carbone, sabbie bituminose, trivelle nell’Artico. Cifre enormi, sulle quali non è più possibile tacere. La speranza degli attivisti sta proprio nel fatto che i riflettori dei media, uniti all’intercessione di volti noti come Federer, siano in grado di sbloccare la situazione.
Foto in apertura © Elsa/Getty Images
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