Il documentario Us+Them arriva nelle sale cinematografiche italiane. Il mondo immaginifico di Roger Waters è quanto mai concreto. Il nostro commento.
Roger Waters e il Muro (Rock) di Berlino
Prima un doppio album, poi un film con la regia di Alan Parker e poi uno spettacolo rappresentato solo 29 volte tra il 1980 e il 1981. È The Wall e siamo ancora in “epoca Pink Floyd”. Il 9 novembre 1989 cade il Muro di Berlino e il 21 luglio dell’anno successivo Roger Waters, ex bassista degli
Prima un doppio album, poi un film con la regia di Alan Parker e poi uno spettacolo rappresentato solo 29 volte tra il 1980 e il 1981. È The Wall e siamo ancora in “epoca Pink Floyd”.
Il 9 novembre 1989 cade il Muro di Berlino e il 21 luglio dell’anno successivo Roger Waters, ex bassista degli stessi Floyd, decide di ricostruirne un altro di “proporzioni rock”, portando “The Wall” nella capitale della Germania unita. L’enorme muro in polistirolo eretto nel corso del concerto è alto 25 metri e lungo 165 e, prima di ciò, sono stati tanti i lavori per bonificare e ripulire Potsdamer Platz, luogo altamente simbolico, che ospiterà circa 250mila spettatori.
http://www.youtube.com/watch?v=hRA2eJUhwqU
La serata ha anche uno scopo benefico: aiutare il Memorial Fund For Disaster Relief, organizzazione che si prefigge l’obiettivo di raccogliere 5 sterline per ogni vita stroncata nella Seconda Guerra Mondiale per creare un fondo da utilizzare in caso di catastrofi naturali.
Oltre a Roger Waters e alla sua Bleeding Hearts Band ci sono tanti ospiti internazionali: Scorpions, Ute Lemper, Cyndi Lauper, Thomas Dolby, Sinéad O’Connor, The Band, Bryan Adams, Van Morrison e Marianne Faithfull. E poi ci sono orchestra, coro militare dell’Armata Rossa, autoarticolati, mezzi militari, motociclette, limousine, un elicottero… Lo show insomma è curato anche dal punto di vista produttivo e scenografico e successivamente diventerà un film in videocassetta e un doppio album. All’associazione arriveranno circa 100mila sterline.
Leonardo Follieri
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