Il concerto milanese per Gaza, un successo di pubblico e raccolta fondi, è stata la presa di posizione più forte contro il genocidio della scena musicale italiana.
Roger Waters chiede ai Chemical Brothers di non suonare in Israele
Una petizione promossa dal collettivo Artists for Palestine UK chiede al duo elettronico dei Chemical Brothers di non suonare il live previsto a Tel Aviv per il prossimo 12 novembre.
Il 12 novembre i Chemical Brothers hanno in programma un concerto presso il Tel Aviv Convention Center. Ma il collettivo Artist for Palestine UK – composto da registi, musicisti e drammaturghi inglesi – ha lanciato una petizione online per convincere il duo elettronico a rinunciare alla propria performance live in Israele.
Lettera aperta ai Chemical Brothers
La campagna ha l’obiettivo di supportare la strategia non violenta di boicottaggio adottata da un grande numero di organizzazioni della società civile palestinese a partire dal 2005 – e ispirata dal movimento contro l’apartheid in Sudafrica – per opporsi a quello che viene definito dalla Palestina il “regime israeliano di occupazione, colonialismo e apartheid”.
“La vostra casa discografica, la EMI Virgin, può anche convincervi del fatto che suonare a Tel Aviv il 12 novembre sia una cosa figa. Ma la scena hipster di Tel Aviv è una bolla sulla superficie di uno stato di sicurezza molto profondo che ha cacciato la metà della popolazione indigena palestinese nel 1948 e non ha alcuna intenzione di lasciare che i suoi discendenti tornino indietro” si legge nella lettera aperta e pubblicata sul sito artistsforpalestine.org.uk. “Se andate a Tel Aviv, la vostra presenza sarà utilizzata dalle autorità israeliane per rassicurare i propri cittadini che nel mondo tutto va bene e che nessuno si preoccupa veramente che i palestinesi stiano soffrendo… Per favore non andate”.
Roger Waters in prima linea
Nell’elenco degli artisti che hanno firmato la lettera c’è anche Roger Waters, ex leader dei Pink Floyd, oltre al drammaturgo Caryl Churchill, la poetessa Liz Lochhead e l’attrice Maxine Peake; ma soprattutto ci sono 7.000 persone che nel mondo si sono unite all’appello per convincere Ed Simons e Tom Rowlands a non suonare.
Non è la prima volta che Waters si schiera a favore dei diritti dei palestinesi. Qualche mese fa, insieme a David Gilmour e Nick Mason, aveva annunciato una “reunion” dei Pink Floyd per sostenere la causa di un gruppo di attiviste della Freedom Flotilla Coalition, un’organizzazione filo-palestinese che da anni si batte per porre fine all’assedio di Gaza.
Per ora, comunque, sembra che i Chemical Brothers non abbiamo nessuna intenzione di cancellare lo show: i biglietti sono ancora in vendita sul loro sito ufficiale e in una recente intervista ad un magazine israeliano, il duo ha dichiarato apertamente di dissociarsi da quanto emerso: “Andiamo in qualsiasi luogo in cui i giovani vogliono vederci suonare. Non siamo realmente coinvolti in tutto il resto”.
Immagine di copertina: Roger Waters durante il 30° Bridge School Benefit Concert, ottobre 2016. Foto by C Flanigan/FilmMagic.
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