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Roland Gumpert, vi racconto la mia supercar elettrica a metanolo
Roland Gumpert racconta in un video Nathalie, la prima supercar elettrica con tecnologia a celle di combustibile alimentate a metanolo. Debutto atteso nel 2021.
Una supercar elettrica, mossa dalla corrente prodotta con celle a combustibile alimentate al metanolo. Con una potenza elevatissima e un’incredibile autonomia potrebbe rappresentare una tecnologia alternativa alle fuel cell a idrogeno, già utilizzata da tempo da costruttori come Hyundai con Nexo, Toyota con Mirai e Honda. Quella di Roland Gumpert però, la supercar Nathalie, potrebbe rappresentare una svolta per la mobilità elettrica ad alte prestazioni. Parliamo di auto mosse da uno o più motori elettrici, capaci di generare potenze superiori anche ai 1.000 cavalli. Con autonomie elettriche da maratoneta e prestazioni che con velocità massime superiori ai 300 km/h. Cancellato il debutto in occasione del Motor Show di Ginevra, che avrebbe dovuto tenersi il marzo scorso, Roland Gumpert ha voluto raccontare la sua Nathalie “First Edition” con la figlia Magdalena in un evento a porte chiuse a Ingolstadt, Germania, nel maggio scorso. Ve lo riproponiamo qui.
Nathalie nasce dal genio di Roland Gumpert, ingegnere, imprenditore e visionario
Hypercar di origine teutonica, con molta tecnologia di derivazione cinese, Nathalie sfrutta un sistema a fuel cell a metanolo. Tale dispositivo è stato prodotto grazie alla collaborazione della startup cinese Aiways e della danese Serenergy. Nel dettaglio il sistema che scinde il metanolo in idrogeno e diossido di carbonio, è stato sviluppato proprio dalla parte cinese del progetto. Il metanolo che serve il pacco batterie è contenuto in un serbatoio da 62 litri. La capacità energetica complessiva del sistema è di 178 kWh mentre la potenza del sistema è di 400 kW (544 cv). Sono presenti 4 motori elettrici forniti da Bosch, sostanzialmente uno per ruota, che hanno il merito di far scattare la Gumpert Nathalie in appena 2,5 secondi per passare da 0 a 100, e di farle toccare i 300 km/h di punta massima. Però sono installati al centro del veicolo anziché nei mozzi delle ruote per mantenere basse le masse non sospese e sono accoppiati a due cambi con due velocità.
La consegna dei primi esemplari nel secondo trimestre 2021
La First Edition, ossia la versione definitiva della Nathalie, presenta alcune specifiche differenti rispetto al prototipo da cui deriva. Il telaio tubolare è sempre in cromo molibdeno, ma alcune componenti in fibra di carbonio destinate al corpo vettura, sono state sostituite dal altre in fibra di lino. Materiale che di fatto sostituisce al 50 per cento fibra di carbonio e che rende la Nathalie ancora più leggera. Il dato più interessante, oltre alle performance pure, è quello fornito dal costruttore circa l’autonomia. Per Gumpert, con un pieno di metanolo, si possono percorrere sino a 820 chilometri. La consegna dei primi esemplari è prevista per il secondo trimestre del 2021, per ora soltanto 500 auto in tutto, al prezzo – non esattamente accessibile – di oltre 400 mila euro.
Metanolo, come produrlo e distribuirlo
Sulla carta, l’idillio delle sostenibilità in formato supercar, potrebbe però non essere supportato in modo adeguato. Perché il metanolo, ancor più dell’idrogeno, non vanta una vera e propria rete di distribuzione. Per questo lo stesso Gumpert avrebbe intenzione di realizzare una rete dedicata per tutti i possessori della Nathalie. Al momento l’idea è quella di realizzare distributori in Germania, Svizzera, Polonia, Scandinavia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi, ovvero quelli identificati come possibili mercati della supercar a fuel cell a metanolo. Allo studio anche la riconversione di parte della rete attuale, adattandola alle esigenze del metanolo che, tra gli altri, può essere ricavato in modo sostenibile dalle biomasse, da solare o eolico. Al momento Gumpert ha istituito un servizio di consegna gratuito di metanolo per il primo anno dall’acquisto. Tale servizio è disponibile in Svizzera, Germania e Austria, ma via via abbraccerà altri stati. Mentre per il Nord America e il Medio Oriente sono in fase di studio soluzioni che rendano possibile l’utilizzo dell’auto anche in questi Paesi. L’Italia, per ora è esclusa dal progetto.
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