Alla vigilia dello sciopero globale per il clima, a Roma è stato sgomberato un laboratorio ecologista dedicato all’attivista indigena Berta Cáceres
Proprio alla vigilia del primo sciopero globale per il clima del 2022, gli attivisti ecologisti di Roma hanno perso uno dei propri principali luoghi di aggregazione: all’alba del 24 marzo infatti è avvenuto lo sgombero della Laboratorìa ecologista autogestita intitolata a Berta Cáceres, l’attivista ambientalista indigena appartenente al gruppo Lenca, in Honduras, uccisa dopo anni di minacce nel 2016.
La genesi della Laboratorìa
Il centro sorgeva all’interno di una delle palazzine abbandonate, di proprietà di una società di gestione del risparmio legata al ministero dell’Economia che aveva il compito di venderlo all’asta. L’edificio si trova all’interno del parco della Caffarella, nel cuore della Appia Antica e simbolicamente a poche decine di metri dal ministero della Transizione ecologica, ed era stato occupato dalla Rete Ecosistemica (o “liberato”, come affermano loro), comprendente i ragazzi di Fridays for future, Extinction rebellion, oltre che gruppi dei centri sociali della capitale: la rete si era creata in occasione di un Climate camp tenuto a Roma nell’ambito delle mobilitazioni svoltesi in occasione del G20 d Roma del 30 e 31 ottobre scorsi, rivelatosi piuttosto deludente in tema di politiche di contrasto ai cambiamenti climatici.
Dall’ecologia al femminismo
Per la prossima settimana era già previsto un tavolo con la Regione Lazio, i presidenti dei due municipi interessati e l’assessorato al Patrimonio di Roma Capitale. al fine di iniziare una trattativa per trovare una regolarizzazione delle attività della Laboratorìa, ma l’intervento della questura ha messo, per ora, la parola fine all’esperienza. “Questo spazio abbandonato dalle istituzioni da dieci anni era stato liberato per essere restituito alla collettività – spiegano i ragazzi della Laboratorìa Berta Cáceres. Le istituzioni ancora una volta si schierano contro i processi di partecipazione cittadina e in totale contraddizione con tante belle parole su ambiente e sostenibilità“.
La Laboratorìa Berta Cáceres era nata ufficialmente lo scorso 7 marzo, alla vigilia della Giornata internazionale della donna e dello sciopero trans-femminista organizzato proprio per la ricorrenza: la saldatura tra le istanze ecologiste e quelle trans-femministe, spiega Valerio Bonanni, un attivista climatico, “era probabilmente un’esperienza inedita, mai sperimentata all’interno di una singola realtà”. All’interno vi si svolgevano, fino a ieri, assemblee, laboratori, incontri: da qui partiva anche l’organizzazione dello sciopero globale in programma oggi a Roma come in tante altre città in Italia e nel mondo.
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