La Cop16 sulla biodiversità si conclude con pochi passi avanti. Cosa resta, al di là della speranza?
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Secondo i responsabili dell’Oasi Lipu Castel di Guido, dove vive il branco di cui faceva parte il cucciolo, l’animale sarebbe stato investito volontariamente.
La selezione naturale è solitamente “spietata”, sopravvivono solo gli individui più forti e adatti e sembrerebbe non esserci spazio in natura per la disabilità. Sembrerebbe. La storia straordinaria del cucciolo di lupo disabile nato nell’Oasi Lipu Castel di Guido, in provincia di Roma, ci ha infatti ricordato che nei lupi esiste una stupefacente cooperazione familiare e che il branco si prende cura degli individui in difficoltà. Il cucciolo di lupo, nato la scorsa estate, aveva gravi problemi alle zampe posteriori a causa di una patologia congenita. Nonostante fosse semiparalizzato dalla nascita è sopravvissuto quasi un anno grazie alle cure continue del suo branco (si ipotizza che il cucciolo si nascondesse in dei rifugi e aspettasse il ritorno del branco con il cibo). Questo prodigio della natura, che avrebbe potuto insegnarci molto sull’aspettativa di vita di un animale con un tale problema, è stato ucciso nella notte tra il 9 e il 10 aprile mentre si trovava nell’area protetta.
Il giovane lupo, morto a causa di un forte trauma contusivo, è stato investito da un’automobile su una sterrata all’interno della riserva. I responsabili dell’Oasi Lipu Castel di Guido, in base alle evidenze raccolte, ritengono che non si sia trattato di un incidente ma che il lupo sia stato investito volontariamente da qualche criminale. “Appare infatti poco credibile che su una strada sterrata dove la velocità è fortemente inibita dal fondo accidentato, peraltro lungo un rettilineo che garantisce una visione di profondità, non sia stato possibile evitare un animale che, per le sue condizioni fisiche di disabilità, si muoveva molto lentamente – si legge nel comunicato diramato dall’oasi e firmato da Alessia DeLorenzis. – A rafforzare questa ipotesi l’assenza di segni di frenata sul terreno fangoso, dove invece erano ben leggibili le impronte degli pneumatici”.
Il comunicato della Lipu evidenzia inoltre il problema dei veicoli che transitano senza regolamentazione all’interno dell’oasi. “L’investimento solleva ancora una volta il grave problema di gestione della fruibilità nell’azienda agricola Castel di Guido. I vari accessi carrozzabili nella proprietà dell’azienda infatti sono formalmente inibiti al transito di mezzi non autorizzati anche attraverso l’esistenza di cancelli e sbarre. Sistematicamente i vari accessi restano però completamente aperti, favorendo l’intrusione senza controllo di chiunque”. Nonostante le varie denunce alle forze dell’ordine nessun provvedimento è stato preso per limitare il traffico veicolare e a farne le spese è stato il povero lupo disabile, forse per mano di uno dei tanti bracconieri che nottetempo infestano la riserva. “I transiti notturni molto spesso coincidono con scorribande di bracconieri e non si può certo escludere che questa volta qualcuno di questi criminali abbia utilizzato la sua macchina come mezzo di caccia piuttosto che il fucile”, ha scritto la responsabile dell’oasi.
È strano, ancora oggi i lupi vengono ritenuti da molte persone (ingannate da certa cattiva stampa) animali feroci e sanguinari, una minaccia per la nostra sicurezza. Il branco dell’Oasi Lipu Castel di Guido ci ha impartito invece una grande lezione di umanità, costringendoci a rivedere, casomai ce ne fosse bisogno, le nostre artefatte convinzioni antropocentriche. Gli animali feroci e sanguinari, quelli di cui dovremmo ragionevolmente aver paura, erano a bordo di un’automobile nella notte tra il 9 e il 10 aprile e, trovatisi davanti un miracolo della natura, non hanno saputo fare altro che ucciderlo, non avendo probabilmente il cuore grande come quello di un lupo.
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