Rosario si è aggiudicata uno dei più importati premi ambientali internazionali, il Prize for cities. Merito di 20 anni di sostenibilità e lotta ai cambiamenti climatici.
La città di Rosario, in Argentina, ha vinto il prestigioso premio ambientale Wri Ross center Prize for cities per il suo impegno nella lotta ai cambiamenti climatici e alle disuguaglianze. Dopo la profonda crisi economica del 2001 e diversi eventi meteorologici avversi, la municipalità ha lanciato una serie di progetti innovativi per la produzione di cibo in modo sostenibile su terreni urbani abbandonati. Migliaia di abitanti oggi partecipano alle attività agroalimentari, una grande opportunità per un centro dove povertà e disoccupazione dilagavano. Rosario ha inoltre ridotto la dipendenza dalle importazioni di frutta e verdura puntando sul concetto di chilometro zero, con tutti i conseguenti benefici in termini di emissioni.
Rosario è caduta e si è rialzata
La crisi economica del 2001 ha causato non pochi problemi in Argentina. Dopo un decennio di stabilità, il paese andò in default a causa della fuga dei capitali esteri, tra cui quelli del Fondo monetario internazionale, da cui era fortemente dipendente. Per riprendere il controllo sulla propria politica monetaria e rilanciare l’export, il governo abbandonò il regime di convertibilità introdotto nel 1991 che agganciava il valore del peso al dollaro (uno = uno). In una notte la moneta vide crollare il suo valore, trasformandosi in carta straccia e facendo sprofondare nella povertà ampie fasce della popolazione.
Tra le città che soffrirono più questa situazione c’era Rosario, nello stato di Santa Fe. Il terzo centro più grande del paese vide un quarto della sua forza lavoro diventare disoccupata, mentre metà dei residenti precipitarono sotto la soglia di povertà. Decisivi in questo senso furono l’impennata dei prezzi del cibo a fronte di una moneta che valeva sempre meno, oltre che una carenza continua di prodotti. La città venne interessata da profondi tumulti sociali, con scontri continui con la polizia. A questo, nel frattempo, si aggiunsero altre problematiche legate al clima: piogge irregolari, siccità, incendi misero in ginocchio ulteriormente l’economia nazionale e locale, andando a peggiorare la già complicata situazione alimentare del centro urbano.
Davanti a tutto questo, il municipio di Rosario si è rimboccato le maniche e ha deciso di puntare sulla sostenibilità, sia per spianare la strada a un nuovo modello di produzione e sviluppo, sia per offrire alla popolazione impieghi e risorse a partire da spazi fino a quel tempo abbandonato, come molti dei parchi della città e dei campi dell’hinterland. Nel 2002è cominciato il percorso che oggi ha portato la città a vincere uno dei premi ambientali più importanti a livello internazionale, quel Wri Ross center Prize for cities che premia approcci urbani innovativi per combattere i cambiamenti climatici e le disuguaglianze.
Un modello da replicare
Si chiama Urban agriculture program (Uap) il primo grande piano sostenibile messo in pratica dalle istituzioni di Rosario, nel 2002. È nato come una cosa molto piccola, che attraverso attività di training, distribuzione di strumentazioni tecniche e finanziamenti ha coinvolto una ventina di gruppi di agricoltori. L’obiettivo fin dall’inizio è stato quello di intercettare le fasce di popolazione più emarginate e messe in ginocchio dalla crisi, come donne e migranti, per dare loro un lavoro, uno stipendio e l’accesso ai prodotti della terra coltivata. I terreni adoperati sono stati quelli abbandonati all’interno della municipalità, che si sono trasformati in veri e propri orti urbani. E in breve tempo il programma è esploso.
Nel 2004c’erano già circa 800 progetti di agricoltura urbana sparsi per la città. Migliaia di famiglie sono state coinvolte nei corsi di coltivazione, mentre la superficie di terra coltivata è andata crescendo mese dopo mese. Oggi Rosario produce da sé circa 2.500 tonnellate di frutta e verdura all’anno, mentre nei vari distretti sono stati creati appositi mercati dove i nuovi agricoltori urbani vendono i prodotti a chilometro zero alla cittadinanza. Migliaia di persone soddisfano i loro bisogni alimentari quotidiani in questo modo e la dipendenza della città dalle importazioni è diminuita, con tutte le buone conseguenze in termini ecologici. Il percorso dalla terra alla tavola dei prodotti made in Rosario è responsabile del 95 per cento delle emissioni di gas serra in meno rispetto a quello dei prodotti che vengono da fuori.
E in parallelo all’Urban agriculture program a Rosario sono nati altri progetti . Tra questi la Green belt, una lunga cintura di 800 ettari di campi nell’hinterland cittadino, destinati alla coltivazione di frutta e verdura in modo sostenibile. Da piccola risposta agroalimentare per far arrivare un pasto in tavola alle famiglie stremate dalla crisi economica del 2001, il programma di Rosario è diventato un pilastro dell’economia cittadina e dell’impegno della municipalità contro i cambiamenti climatici, portato avanti da tutte le giunte che si sono susseguite. Il premio da 250mila dollari del Wri Ross center Prize for cities è il riconoscimento ufficiale di tanto impegno. “L’agricoltura urbana e il ruolo della natura in città sono un trend irreversibile, quindi ci aspettiamo che molte altre città prendano spunto dal vincitore di questo premio e lo replichino”, ha affermato Anne Maassen, Global Lead del Wri Ross center Prize for cities.
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