Un diciannovenne è sospettato di aver aperto il fuoco nella sua ex scuola a Parkland, in Florida. È la diciottesima sparatoria avvenuta in una scuola degli Stati Uniti dall’inizio del 2018, e siamo solo a febbraio.
Obama condanna la strage di massa dell’Oregon. È una nostra scelta politica
Questa ormai è diventata la routine. Queste notizie sono la routine. Le mie risposte su questo palco ormai non sono altro che routine. Siamo diventati insensibili ad avvenimenti del genere. È una scelta politica che facciamo, quella di permettere che questo accada regolarmente in America. Siamo tutti responsabili nei confronti di quelle famiglie che perdono i propri cari
Questa ormai è diventata la routine. Queste notizie sono la routine. Le mie risposte su questo palco ormai non sono altro che routine. Siamo diventati insensibili ad avvenimenti del genere. È una scelta politica che facciamo, quella di permettere che questo accada regolarmente in America. Siamo tutti responsabili nei confronti di quelle famiglie che perdono i propri cari a causa della nostra inerzia. Spero e prego di non dover tornare di nuovo qui durante il mio mandato da presidente per fare le condoglianze a tante famiglie. Ma se guardo all’esperienza passata, non posso garantirlo.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha tenuto un discorso toccante sulla sparatoria del primo ottobre avvenuta nel campus dell’Università dell’Umpqua in Oregon in cui sono morte nove persone. Secondo quanto riportato dalla Cnn il ventiseienne autore della strage era armato fino ai denti e aveva con sé un’ampia scorta di munizioni.
Per Obama, visibilmente scosso dall’accaduto, questo è il quindicesimo discorso su una strage di massa. Ha sollecitato l’audience a richiedere leggi più severe sul possesso di armi e ha criticato in modo poco velato le organizzazioni fautrici del diritto al porto d’armi, tra cui la più influente è la National rifle association (Nra), che solo nel 2014 ha speso oltre tre milioni di dollari (2,5 milioni di euro) in attività di lobby.
Non è la prima volta che Obama esprime il proprio sgomento in materia. A luglio ha annunciato in un’intervista per la che la sua più grande frustrazione da presidente degli Stati Uniti è quella di non essere riuscito ad approvare un pacchetto di leggi sulla sicurezza basato sul buon senso.
Sparatorie negli Stati Uniti
In America spendiamo più di mille miliardi di dollari, approviamo un numero spropositato di leggi e abbiamo agenzie esclusivamente dedicate alla prevenzione degli attacchi terroristici. Eppure abbiamo anche un congresso che ci impedisce di raccogliere dati su come ridurre i morti per arma da fuoco. Com’è possibile una cosa del genere?
Sebbene non ci sia una definizione ufficiale di “strage di massa” il Federal bureau of investigation (Fbi) lo descrive come l’uccisione di quattro o più persone nello stesso luogo e momento. Secondo il Mass shooting tracker il massacro dell’Oregon è il 994esimo in tre anni. Solo nel 2015 si sono verificati 300 episodi di questo tipo, quasi uno al giorno. Si stima che negli Usa ci siano circa 300 milioni di armi da fuoco in circolazione, più o meno una per ogni cittadino. Gli americani possiedono complessivamente quasi la metà delle armi impiegate dai civili, anche se rappresentano solo il 5 per cento della popolazione mondiale.
Nell’intervista rilasciata a luglio alla Bbc Obama affermava che “gli americani morti dall’11 settembre a oggi a causa del terrorismo sono meno di 100. Quelli rimasti uccisi in sparatorie, invece, sono decine di migliaia”. Secondo la campagna Brady per prevenire la violenza da armi da fuoco tra il 2009 e il 2013 sono morte in media 30mila persone ogni anno a causa di stragi a mano armata negli Stati Uniti.
Leggi sulle armi
Come si può affermare seriamente che con una maggiore quantità di pistole siamo più al sicuro? Lo sappiamo tutti che gli stati con più restrizioni sul possesso di armi hanno un numero minore di morti.
Il secondo emendamento della costituzione degli Stati Uniti garantisce “il diritto di possedere armi” ed è alla base del dibattito contro la riforma delle attuali leggi sulla sicurezza. La legge federale, emanata dal governo centrale e valida per tutti gli stati americani, non richiede controlli preliminari per coloro che acquistano un’arma da un privato, in un’esposizione o su internet. L’Oregon è uno dei 18 stati che ha varato la legge e ha reso obbligatori i controlli preliminari. Tuttavia, i criteri per il possesso di armi non sono abbastanza severi, i rivenditori non sono disciplinati e non c’è un limite sul numero di pistole che è possibile comprare. In seguito alla strage di massa in cui sono rimasti uccisi venti bambini e sei adulti, nella scuola elementare Sandy Hook di Newtown, nel Connecticut, è stato proposto l’emendamento Manchin-Toomey appoggiato caldamente dallo stesso Obama con l’obiettivo di rafforzare la legge sui controlli preliminari sulla vendita di armi da fuoco. La proposta è stata respinta in senato da una coalizione di repubblicani e da alcuni democratici. Un atto “vergognoso” a detta del presidente americano.
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