Dopo lo scandalo del bacio non consensuale, Rubiales si è finalmente dimesso dal ruolo di presidente della Federazione spagnola.
- Rubiales, dopo settimane di tensioni, si è ufficialmente dimesso dalla carica di presidente.
- La decisione è stata accolta con grande entusiasmo da molti protagonisti del calcio spagnolo.
- Il campionato femminile, però, è fermo perché le calciatrici sono in sciopero per il mancato accordo sul salario minimo.
Alle 21:30 del 10 settembre, Luis Rubiales ha presentato la sue dimissioni da presidente della Federazione calcistica spagnola. Una decisione che arriva 21 giorni dopo lo scandalo che ha colpito il calcio spagnolo a causa del bacio non consensuale che lo stesso Rubiales ha dato alla calciatrice Jennifer Hermoso dopo la vittoria nella finale dei Mondiali. Una decisione che gran parte della Spagna invocava da tempo; tuttavia Rubiales è stato fermo per settimane nella sua intenzione di non volersi dimettere, nonostante una sospensione di 90 giorni della Fifa e la decisione della Federazione spagnola di sfiduciarlo.
21 giorni dopo Luis Rubiales ha capito di non avere più scelta e ha rassegnato le dimissioni. Lo ha fatto con un comunicato, pubblicato sul proprio profilo X (Twitter). “È evidente – ha scritto Rubiales – che non mi è possibile continuare con il mio mandato. Ho fede nella verità e farò tutto quello che è nelle mie possibilità affinché prevalga”.
Una decisione accolta come un vittoria per una grossa fetta del calcio spagnolo che ha commento con grande soddisfazione l’addio di Rubiales. Irene Montero, ministra dell’Uguaglianza del governo spagnolo, ha scritto: “Se acabó”, è finita, riprendendo lo slogan che ha accompagnato le settimane di proteste contro Rubiales.
La fine del mandato di Luis Rubiales pone probabilmente l’ultima pietra sullo scandalo di portata internazionale che ha travolto il calcio spagnolo, ma le tensioni sono tutt’altro che finite.
Le reazioni e lo scenario futuro
Rubiales ora è sotto indagine da parte della procura dell’Audencia Nacional dopo che la calciatrice Hermoso ha deciso di denunciarlo con l’accusa di abuso sessuale, un reato punibile con il carcere.
La Federazione ha anche dato vita a una commissione di gestione formata da dodici persone il cui compito è portare avanti l’operato e indire nuove elezioni che dovrebbero svolgersi nei primi mesi del 2024.
Alla commissione ricadrà anche la responsabilità di gestire i prossimi mesi, in cui l’attenzione dei mezzi d’informazione rimarrà molto alta. Il presidente della Liga, Javier Tebas, ha voluto sottolineare l’importanza delle dimissioni di Rubiales: “Non c’è bisogno di esprimersi su quello che ha fatto, già si sa. Il danno reputazionale che Rubiales sta recando al calcio spagnolo è tremendo”.
Stessa linea sposata dalla sua omologa, la presidente della Liga femminile (Liga F), Beatriz Álvarez, che ha definito le sue dimissioni necessarie per salvare il prestigio del calcio spagnolo. “Avrebbe dovuto essere coerente con le sue azioni – continua Álvarez – che ci hanno messo in imbarazzo oltrepassando i confini nazionali. Le sue dimissioni sarebbero dovute arrivare molto prima”.
Álvarez fa riferimento alle molte occasioni in cui Rubiales ha espresso chiaramente l’intenzione di non dimettersi, ripetendo più volte la frase – già utilizzata sui social con fine ironico – “No voy a dimitir”, non mi dimetto.
Due ore dopo la notizia delle dimissioni di Rubiales, l’altra protagonista di questa vicenda, la calciatrice Jennifer Hermoso, è tornata in campo con il Pachuca, la squadra messicana in cui gioca. Hermoso è stata accolta con grande entusiasmo: prima della partita ha sfilato in campo con la medaglia al collo da campione del mondo, tra gli applausi delle due squadre e dei tifosi, con tanto di un mega striscione sugli spalti in cui è ritratta lei con le maglie della Spagna e del Pachuca e le bandiere dei due paesi.
Lo sciopero della calciatrici spagnole
Quello che ha fatto Rubiales, il suo gesto e l’arroganza con cui si è sentito libero di baciare una propria calciatrice in diretta mondiale, ha scosso qualcosa nella coscienza delle calciatrici spagnole, convinte una volta di più che cambiare il sistema sia necessario, così come pretendere un trattamento migliore.
La prima giornata del massimo campionato femminile di calcio spagnolo non si è disputata a casa di uno sciopero indetto dal sindacato della calciatrici. La causa? Il mancato rinnovo del contratto collettivo per le giocatrici che ora prevede una paga minima di 16.000 euro l’anno, mentre le giocatrici stanno chiedendo che diventi più alta, anche in virtù della vittoria mondiale.
La Liga F, dopo le prime trattative, è arrivata a offrirne 20.000, ma il sindacato non è soddisfatto. La richiesta iniziale era di 25.000, abbassata poi a 23.000 con un sistema di crescita progressiva in tre anni che può portarla a 30.000. Le calciatrici sembrano considerare queste delle condizioni minime per trovare l’accordo, convinte di avere il coltello dalla parte del manico, tanto da rifiutare di scendere in campo. Una scelta definita irresponsabile dalla Liga F, che in un comunicato ha parlato delle calciatrici come delle “irreponsponsabili” che rischiano di recare un grave danno all’immagine del calcio spagnolo. Nei prossimi giorni ci sarà un nuovo incontro per provare almeno a scendere in campo per la seconda giornata.
Questo anche perché contemporaneamente cresce il partito, interno alle stesse calciatrici, che spinge per trovare un accordo così da dare il via al campionato. Le giocatrici del Granadilla Tenerife hanno emesso un comunicato collettivo in cui dicono di “voler accettare l’ultima proposta della Liga F” cosi da riprendere a giocare. Anche il portiere del Siviglia, Esther Sullastres, si è espressa sui propri social contro lo sciopero, definendolo come “uno dei ricordi più tristi del nostro sport”; “Stiamo danneggiando il nostro sport”, ha aggiunto.
In attesa di mettersi definitivamente alle spalle il caso Rubiales, e di trovare un accordo che possa dare il via al campionato, il calcio spagnolo al femminile in queste settimane ha preso sempre maggiore consapevolezza dei suoi diritti e delle proprie rivendicazioni. La vittoria per la prima volta del Mondiale sembrava aver aperto una nuova pagina del calcio spagnolo femminile, non solo sotto il piano sportivo.
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