Il presidente della Russia è andato in Corea del Nord per la prima volta dal 2000. I rapporti tra i due paesi sono sempre più stretti e questo preoccupa l’Occidente.
I rapporti tra Russia e Corea del Nord si sono fatti più stretti dal 2022, anno in cui Mosca ha invaso l’Ucraina.
Il regime nordocoreano fornisce a Mosca armi in cambio di sostegno tecnologico ed economico.
Dopo la visita di Kim Jong-un in Russia nel 2023, ora è stato Putin ad andare a Pyongyang per la firma di nuovi accordi.
La Russia e la Corea del Nord hanno firmato un nuovo accordo di partenariato strategico. Il presidente russo, Vladimir Putin, è in visita per due giorni a Pyongyang per la prima volta dal 2000, in quella che è stata anche la prima visita di un leader straniero nel regime nordcoreano dalla pandemia.
La Russia è sempre più isolata a livello internazionale dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022 la Corea del nord costituisce uno dei pochi attori rimasti con cui stringere accordi di tipo commerciale, in particolare nel campo delle armi. Anche il regime nordcoreano è profondamente isolato e l’amicizia con la Russia può costituire una boccata di ossigeno per la sua economia, messa in ginocchio dalle sanzioni internazionali.
La nuova amicizia tra Russia e Corea del Nord
L’ultima volta che Vladimir Putin era stato in Corea del Nord, il dittatore del regime asiatico era ancora Kim Jong-il. I rapporti tra i due stati erano buoni, era la coda lunga della guerra fredda quando il regime nordcoreano si era posizionato nel blocco sovietico. Poi però i rapporti si raffreddarono per il tentativo russo di normalizzare i rapporti con l’Occidente, tanto che lo stesso Putin aveva dato l’okay ad alcune delle sanzioni comminate dalla comunità internazionale a Pyongyang per il suo programma nucleare.
Dal 2022, quando la Russia ha invaso militarmente l’Ucraina, le cose sono cambiate. La comunità internazionale ha isolato Mosca e l’ha fatta oggetto di pesanti sanzioni e Putin è tornato a guardare agli amici di un tempo. Tra questi anche la Corea del Nord, che con la sua industria bellica ha avuto un ruolo importante nel rifornimento di proiettili di artiglieria, razzi e altre munizioni necessarie per la guerra in Ucraina. I due paesi hanno negato di aver siglato accordi militari, vietati peraltro dalla convenzioni internazionali di cui la Russia fa parte, ma secondo l’intelligence statunitense e sudcoreana il flusso di armi da Pyongyang a Mosca è andato crescendo nel corso del tempo, in cambio di aiuti alimentari e carburante, necessari al regime nordcoreano messo in ginocchio dall’isolamento internazionale.
Che sia in corso una nuova luna di miele tra i due paesi lo dimostra anche la visita dell’attuale dittatore nordcoreano, Kim Jong-un, in Russia lo scorso settembre. Probabilmente è stata proprio in quell’occasione che sono stati perfezionati gli accordi di scambio armi-aiuti economici tra i due paesi, come dimostra anche la visita del dittatore della Corea del nord ad alcuni stabilimenti russi in campo militare e satellitare. Ora invece, a 24 anni dall’ultima volta, è stato il presidente russo Vladimir Putin ad andare in Corea del nord.
I timori dell’Occidente
La visita è stata annunciata un po’ all’ultimo, nella giornata di lunedì 17 giugno. E il 19 giugno il presidente russo Vladimir Putin è arrivato a Pyongyang, per l’occasione addobbata con bandiere russe e animata da parate di accoglienza. Qui Putin si è spostato per la città nella stessa automobile di Kim Jong-un, una limousine di fabbricazione russa donata proprio da Mosca nel corso dell’ultimo incontro.
JUST IN: 🇷🇺🇰🇵 Russian President Putin and North Korea's Kim Jong-un sign new strategic partnership agreement. pic.twitter.com/rS0XQc0A7X
“La Russia è l’amica e l’alleata più onesta“, ha detto il dittatore nordcoreano a margine della prima giornata di incontri bilaterali. Vladimir Putin ha invece sottolineato che i due paesi, insieme, combattono “contro decenni di politiche egemoniche e imperialiste degli Stati Uniti e dei suoi satelliti”. Il presidente russo ha poi sottolineato che le sanzioni internazionali nei confronti della Corea del nord vanno riviste, una dichiarazione che segue il veto dello scorso maggio al Consiglio di sicurezza dell’Onu sul rinnovo del mandato di esperti chiamato a indagare sulle possibili violazioni delle sanzioni.
La prima giornata di visita di Vladimir Putin in Corea del Nord si è poi conclusa con la firma di un accordo di cooperazione strategica di cui non sono stati forniti i dettagli, ma che alla luce degli scambi commerciali degli ultimi mesi è probabile che intensificherà la vendita di armi nordcoreane a Mosca, in cambio di ulteriore sostegno economico. Lo stesso Putin ha ammesso che il nuovo accordo “non esclude una cooperazione tecnico-militare” tra i due paesi e che in caso uno dei due venisse aggredito l’altro si impegnerà a dare assistenza militare. “Un patto difensivo”, lo ha definito il presidente russo, che ha però allarmato l’Occidente e la Corea del Sud. Gli Stati Uniti e la Nato si sono detti preoccupati dal rafforzamento dell’amicizia tra Russia e Corea del nord, che può rimescolare gli equilibri globali e asiatici, ridando vigore peraltro al programma nucleare nordcoreano.
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