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Russia, istituito un nuovo parco nazionale, è tra i più grandi d’Europa
Il parco nazionale, nella Repubblica di Carelia, copre una superficie di 122 mila ettari caratterizzati da isole rocciose ricoperte da foreste.
Il Ladoga è un lago immenso, il più grande d’Europa, e sorge nella Russia nord-occidentale, in un’area selvaggia e inospitale, almeno per l’uomo, caratterizzata da foreste sterminate, baie, golfi e isolette rocciose. Nelle acque del lago nuota una specie di foca che non si trova in nessun altro luogo al mondo, la foca del Ladoga (Pusa hispida ladogensis Nordquist), una sottospecie d’acqua dolce della foca dagli anelli. Quest’area dallo straordinario valore naturalistico è diventata un parco nazionale, con un decreto il governo federale russo ha infatti istituito il parco nazionale delle scogliere del Lago Ladoga.
Rocce e foreste
L’area protetta copre una superficie di 122mila ettari su cui sorgono isole rocciose ricoperte da foreste ed è uno dei più grandi parchi del vecchio continente. Entro i prossimi due-tre anni l’area sarà resa più fruibile agli escursionisti grazie allo sviluppo di un rete di sentieri.
Grazie a Greenpeace
Alla realizzazione del parco ha contribuito attivamente Greenpeace Russia che ha promosso l’inserimento di aree di pregio nei confini del parco, condotto un lavoro di ricerca sulle specie in pericolo, combattuto gli incendi e i tagli illegali. Da dieci anni infatti Greenpeace, insieme ad altri gruppi, organizza campi di vigilanza per prevenire i roghi forestali con notevoli risultati, sono infatti ottanta gli incendi sviluppatisi sulle isole durante la stagione turistica estinti grazie al lavoro dei campi.
Il parco che viene da lontano
L’istituzione del parco, ha spiegato Greenpeace, è il risultato di una battaglia iniziata addirittura ventisette anni fa, che ha visto anche la partecipazione di Greenpeace Russia. Per raggiungere questo risultato è stata necessaria la partecipazione di oltre 40mila persone, 40 scienziati e 19 organizzazioni ambientaliste che nel 2016 si sono opposti a diverse compagnie petrolifere che volevano escludere dal parco aree su cui vi erano piani di sfruttamento.
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