Il ministro della Difesa russo e il comandante delle operazioni russe in Ucraina hanno annunciato pubblicamente il ritiro da Kherson.
Da settimane l’esercito ucraino stava avanzando verso la città ed era pronto a liberarla.
Il ritiro russo da Kherson è una sconfitta per la Russia perché la città era importante in termini strategici e simbolici.
La Russia ha deciso di lasciare la città di Kherson, nell’Ucraina meridionale. Kherson è una delle prime città ucraine a essere stata conquistata dalle truppe russe dall’inizio dell’invasione di febbraio 2022.
La decisione arriva dopo settimane di offensiva ucraina nell’area, che facevano presagire una battaglia per il controllo della città. Le autorità russe hanno però deciso di ritirarsi prima dello scontro, per non perdere risorse e concentrarsi su altre aree del conflitto. Un segno delle difficoltà della Russia in Ucraina.
Il ritiro russo da Kherson
La città di Kherson fino a oggi era considerata l’unica grande conquista da parte delle truppe russe in Ucraina. Situata nel sud del paese, la sua posizione sul fiume Dnipro era strategica per Mosca perché costituiva una sorta di via di accesso alla Crimea ma doveva funzionare anche come base per allargare l’offensiva verso nord-ovest. Ecco perché la Russia aveva subito puntato su Kherson, prendendone il controllo a fine febbraio a pochi giorni dall’invasione del paese.
Ora però il ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, e il comandante delle operazioni russe in Ucraina, Sergei Surovikin, hanno annunciato pubblicamente il ritiro delle truppe di Mosca da Kherson. Già nelle scorse settimane gli effettivi russi avevano iniziato ad attraversare il fiume Dnipro e installarsi sulle sue sponde orientali, fuori quindi dal centro città, esortando anche i cittadini filorussi a lasciare le proprie case e seguirli. Questo perché l’avanzata della resistenza ucraina nell’area si stava facendo sempre più forte e una battaglia a Kherson per la ripresa della città sembrava cosa imminente. A complicare le cose per Mosca c’è stata anche la morte di Kyrylo Stremousov, uno degli amministratori russi di Kherson occupata.
Here's Surovikin telling Shoigu about the Kherson retreat, which he says is to “preserve the lives of our troops and the combat readiness of our units […] the civilian population could be in danger and our group of forces on the right bank of the Dnipro could be isolated.” pic.twitter.com/ac1uGmWesV
Ora lo sgombero della città è divenuto però effettivo, per quanto i soldati ucraini non si fidino fino in fondo e c’è il timore che ci possano essere militari russi in abiti civili, pronti a tendere una trappola. Nelle scorse ore i russi hanno fatto saltare i ponti che collegano la città alla sponda orientale del fiume Dnipro, così da bloccare un’eventuale avanzata dell’esercito ucraino oltre Kherson.
Le difficoltà della Russia
La ritirata da Kherson suona come una sconfitta per la Russia, perché significa rinunciare a un luogo strategico ma anche simbolico, unica capitale regionale mai conquistata in Ucraina in questi otto mesi. Non stupisce che il presidente Vladimir Putin fosse assente alla conferenza in cui le autorità russe hanno dato l’annuncio del ritiro dalla città ucraina, una situazione che lo avrebbe messo in imbarazzo.
Con la ripresa di Kherson ora la Crimea, occupata dalla Russia, torna a essere sotto il tiro dei missili ucraini. E le forze di Kiev possono anche interrompere la fornitura di acqua alla penisola, agendo sugli acquedotti che passano proprio dall’area di Kherson. “Il ritiro da Kherson è la prova tangibile che la Russia e l’esercito russo stanno avendo problemi reali”, ha dichiarato il presidente americano Joe Biden, che vuole ora sfruttare questa situazione di debolezza di Mosca per far ripartire i negoziati e aprire degli scenari di pace. SecondoBoris Rozhin, analista militare, il ritiro da Kherson “è la più grossa sconfitta della Federazione russa da quando è nata, nel 1991”.
Per la Russia andarsene da Kherson significa ridimensionare i suoi obiettivi di conquista in Ucraina. Città come Mykolaiv e Odessa ora sono ancora meno alla portata, mentre l’esercito ucraino, che già si trova in una posizione di forza come mostrano gli avanzamenti nell’area delle ultime settimane, si è risparmiata una battaglia per riprendersi la città che poteva essere costosa in termini di mezzi e uomini. Mosca è dunque arretrata per difendere i suoi avamposti più vicini alla Crimea, ma la bilancia della guerra potrebbe essere cambiata.
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